Il Covid non ferma la rinascita dell’Unict - QdS

Il Covid non ferma la rinascita dell’Unict

Il Covid non ferma la rinascita dell’Unict

mercoledì 11 Novembre 2020

Intervista al rettore Priolo: “Lavoriamo per mettere in contatto gli studenti con le aziende”

CATANIA – Dal boom delle iscrizioni alle difficoltà che quotidianamente incontra la didattica a causa del Covid-19. È un’Università in trincea quella che sta affrontando questi tragici giorni di pandemia. Un Ateneo, quello catanese, che passo dopo passo sta provando a lasciarsi alle spalle l’inchiesta “Università bandita”, investendo soprattutto sul futuro dei propri studenti, che sempre più numerosi si stanno riavvicinando all’istituzione accademica. Ne abbiamo parlato con il rettore Francesco Priolo.

L’Università di Catania ha avuto una grande crescita nelle immatricolazioni. A cosa lega questo successo?
“C’è davvero stato un boom con un +22% rispetto allo scorso anno, con oltre 9 mila nuove matricole. Stiamo tornando ai valori di tanti anni fa. È ovvio che la ridotta mobilità che questo periodo ci impone ha avuto un ruolo, ma solo per un 5-10%. È anche vero che se guardiamo le altre Università del Sud gli aumenti sono più contenuti. Si può dunque parlare di un vero e proprio ‘caso Catania’. Penso che sia dovuto in parte a una strategia con orientamento mirato, seppure a distanza, in parte a una mutata immagine. Abbiamo dimostrato di sapere reagire rapidamente alle difficoltà e in maniera efficiente. Durante il lockdown abbiamo erogato oltre 1.600 corsi a distanza senza lasciare nessuno indietro. Inoltre abbiamo dato un grande aiuto al territorio sia con il gel igienizzante che con l’anti-covid lab per testare l’efficacia delle mascherine”.

A proposito dell’emergenza Covid, c’è stata qualche modifica per quest’anno anche alla luce delle nuove disposizioni governative che vedono la Sicilia in zona arancione?
“Avevamo cominciato l’anno accademico con la massima flessibilità per gli studenti, attivando la modalità ‘duale’. Oltre al rispetto della distanza e della mascherina, i nostri iscritti potevano infatti scegliere la modalità per seguire le lezioni. Chi le preferiva in presenza, doveva prenotarsi una settimana prima tramite un’apposita piattaforma che abbiamo istituito. Tutti i corsi sono stati erogati contemporaneamente nelle due modalità. A parte il primo giorno di prenotazione in cui tutti gli studenti, per paura di non trovare il posto, si sono affollati nell’ora x in cui si è aperta la piattaforma, il flusso è andato bene e tutti quelli che volevano hanno trovato posto. In pochi casi sono stati riprogrammati per la settimana successiva”.

E ora che le restrizioni sono maggiori?
“Devo dire che le abbiamo cavalcate prima. Avevamo già compreso con il precedente Dcpm che la situazione era in evoluzione. Responsabilmente dunque, dopo la riunione del comitato per le Università siciliane, abbiamo anticipato i tempi e scelto di lasciare in modalità mista solo le matricole. Volevamo lasciargli la possibilità di non perdere un’esperienza diretta dell’Università. In presenza ci sono poi i laboratori e le attività pratiche. Tutto il resto è a distanza così da diminuire le possibilità di interazione e assembramento. A distanza anche tutti i corsi di medicina e chirurgia come tutte le lauree in professioni sanitarie, incluse le matricole. I nostri medici sono in prima linea e non vogliamo mettere nessuno a rischio”.

Ancora una volta le lauree saranno online?
“La risposta purtroppo è sì, lo abbiamo scelto, a livello siciliano, tutti i rettori insieme. Ci vuole pazienza e responsabilità”.

Ritiene che la didattica a distanza, soprattutto se prolungata, possa contribuire a lasciare indietro qualche studente e aumentare il numero dei fuori corso?
“Non credo perché la didattica a distanza sta funzionando molto bene. Le lezioni sono registrate e quindi si possono anche rivedere. Il problema semmai è per le matricole che non sono ancora entrati nella dinamica universitaria. Ecco perché per loro c’è la possibilità di venire in presenza”.

Ci sono delle strategie per recuperare i vecchi fuori corso?
“Abbiamo già fatto tanto e stiamo continuando, tanto che il numero dei cosiddetti ‘fuori corso storici’ sta diminuendo in maniera sensibile. Tra le tante strategie per aiutarli, tanti appelli specifici e attività di tutoraggio”.

L’Università di Catania è stata al centro di una importante inchiesta. Lei stesso ha più volte detto che ha cambiato pagina, in che senso? Cosa è successo?
“C’è stato chiaramente un cambio di passo in tutto. Questa Università parla di didattica, di ricerca e delle cose importanti che vengono fatte. Mi sento quasi giornalmente con i rappresentanti degli studenti per costruire con loro l’Ateneo che vogliamo. Per esempio, abbiamo appena distribuito 1.200 borse di merito per mezzo milione di euro. L’Università vuole essere riferimento per loro e per il territorio. Pensiamo ai professori Veroux e Scollo che, con i loro team, hanno fatto il primo trapianto di utero in Italia. Una grande ricerca marcata Unict”.

Qual è il rapporto con il tessuto imprenditoriale del territorio e in che modo state lavorando per dare ai vostri laureati maggiori opportunità sul territorio?
“È chiaro che l’Ateneo non può modificare il substrato industriale della Sicilia, ma può sicuramente creare una rete. La stiamo mettendo su. Vogliamo creare progetti e ricerche comuni che consentono, da un lato, di essere all’avanguardia, dall’altro di consentire ai nostri studenti di entrare in contatto con le aziende già durante il percorso universitario”.

Vuole mandare un messaggio agli studenti dell’Università che guida?
“Questo è il momento della responsabilità. Io so che molti studenti e studentesse hanno gradito di potere tornare in presenza anche se è durato poco. Purtroppo ci dobbiamo vedere online, ma torneremo il più presto possibile senza lasciare nessuno indietro. Abbiamo laureato tanti medici oggi in prima linea e i nostri specializzandi, grazie a un grande accordo con la Regione siciliana, sono sul campo dando una grande mano al territorio e avendo la possibilità di essere protagonisti del mondo della sanità. Per tutti i ragazzi che si stanno laureando online faremo una grande festa appena possibile. L’Università di Catania ha un nuovo passo a misura degli studenti, è per voi e con voi”.

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