Politica agricola comunitaria
BRUXELLES (Belgio) – Calabria e Sicilia sono finite sotto lo sguardo della Commissione europea, che non stanzierà all’Italia 14 milioni di euro (rispettivamente 8,9 e 4,9 milioni) per non aver rispettato i termini della Politica agricola comunitaria (Pac). Nel periodo tra il 2005 e il 2007, le due regioni del Sud Italia non sono riuscite infatti a evitare le “debolezze ricorrenti” nel sistema di controllo amministrativo, contabile e fisico nel processo per la trasformazione degli agrumi, coltura di cui entrambe le regioni sono produttrici.
La decisione arriva nel quadro dei controlli che l’esecutivo dell’Ue svolge annualmente per verificare l’attuazione della Pac. Ieri sono state comminate un totale di 180 milioni di euro di sanzioni a 15 Paesi membri e all’Italia non è andata nemmeno così male: il Regno Unito, ad esempio, dovrà restituire 58 milioni, la Polonia oltre 30. In realtà, non si tratta di una richiesta di risarcimento, perché le cifre verranno trattenute dal prossimo stanziamento di fondi e circa 11 milioni sono già stati recuperati dagli stessi Stati membri.
Sono i Paesi Ue a dover controllare se la gestione dei fondi comunitari della Pac avvenga secondo le regole, ma è la Commissione che verifica il loro operato attraverso un centinaio di audit annuali. Se si scopre qualcosa che non va nell’efficacia dei controlli, le risorse indebitamente spese possono essere recuperate.
Gli altri Paesi coinvolti dalla procedura sono stati Belgio, Danimarca, Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Lettonia, Lussemburgo, Ungheria, Slovenia e Finlandia.
Oltre ai due casi che riguardano gli agrumi in Calabria e Sicilia, all’Italia è stato chiesto indietro quasi un milione di euro per i pagamenti tardivi nel regime delle scorte private di formaggi e saranno invece rimborsate 76 mila euro per la rettifica di un provvedimento contro delle spese sostenute nell’ambito di tre fondi europei per l’agricoltura.