In autunno il piano privatizzazioni. Letta tenta là dove altri hanno fallito - QdS

In autunno il piano privatizzazioni. Letta tenta là dove altri hanno fallito

In autunno il piano privatizzazioni. Letta tenta là dove altri hanno fallito

martedì 30 Luglio 2013

L’annuncio per promuovere nuove entrate nel bilancio statale

ATENE (Grecia) – In Italia non si può più pretendere di alzare le tasse o imporre balzelli indiretti e sembra che il Governo abbia finalmente recepito il messaggio mandato in tutte le salse dalla società civile. “L’Italia è fortemente orientata a processi di liberalizzazione e credo che in autunno presenteremo un importante piano di privatizzazioni”: è questo l’annuncio che il premier Enrico Letta ha fatto ieri dopo l’incontro con il collega greco, Antonis Samaras, ad Atene.
Non è casuale la scelta della Grecia per questo tipo di dichiarazioni. I cugini d’oltre Ionio sono accomunati dalla condizione pessima delle finanze pubbliche e dagli occhi puntati della trojka sulle scelte di politica economica. I condizionamenti da parte dell’Ue alle politiche greche (e, di riflesso, a quelle che hanno chiuso nel clima d’austerity quelle italiane) sono state anche al centro di altre dichiarazioni, soprattutto sugli sbagli commessi finora. “Non ho dubbi – ha affermato Letta –: sono stati commessi gravi errori da parte della Ue negli anni scorsi: tempistica sbagliata, strumenti sbagliati. Si è intervenuti nel modo sbagliato al momento sbagliato. Questo ha portato ad un avvitamento della crisi che altrimenti sarebbe stata diversa”.
Proprio per evitare che si finisca nella stessa spirale della decrescita, Letta cercherà quindi di far cassa tramite le privatizzazioni, probabilmente affiancate da una dismissione dei beni pubblici. E si tornerà alla carica con quelle liberalizzazioni che Prodi prima e Monti poi hanno intrapreso, spesso contrastati da lobby che hanno bloccato le riforme.
Non si potrà andar lontano, tuttavia, finché da Bruxelles non ci sarà una concertazione maggiore sui prossimi passi. “Il 2014 – è l’opinione del primo ministro – potrà esser l’anno di svolta per l’Unione europea, perché la Ue ha bisogno di questa svolta. Deve essere chiaro che i sacrifici non sono sacrifici fini a se stessi, non sono l’obiettivo, ma lo strumento per arrivare alla terra promessa”.
Si inserisce a pennello il semestre della presidenza italiana del Consiglio europeo, da luglio a dicembre 2014. Letta ha infatti affermato che la priorità sarà “un’Europa integrata, più concentrata sui temi dell’investimento e dell’occupazione, in grado di creare un mercato unico più largo perché il mercato unico è fondamentale perché ci sia più competitività”.

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