Via libera dal primo febbraio del 2021 all’organizzazione integrata del trasporto treno-bus Atm. Un passaggio importante, ma di certo non conclusivo, per rilanciare l’infrastruttura
MESSINA – “È stato definito e concluso proficuamente un percorso lungo e tortuoso iniziato nel 2018”. Ma ne è iniziato un altro per rendere la Metroferrovia Messina-Giampilieri pienamente parte di un sistema efficiente di mobilità sostenibile.
Il sindaco Cateno de Luca e l’assessore alla Mobilità Salvatore Mondello hanno mostrato soddisfazione per l’accordo raggiunto a Palermo sull’avvio, dal primo febbraio 2021, del sistema integrato di trasporto treno-bus Atm con un nuovo tariffario e biglietto unico. “Questo risultato – ha detto Mondello – premia un impegno profondo, un percorso che ho seguito personalmente e quotidianamente, lavorando per costruire modelli di mobilità sostenibile, aderenti ai bisogni di una città caotica come la nostra, che necessitava di interventi radicali e organici”.
Anche le organizzazioni sindacali, Uiltrasporti e Cisl, che spesso avevano denunciato lo spreco di denaro per il sottoutilizzo dell’infrastruttura, adesso hanno salutato positivamente l’intesa con Trenitalia e l’impegno mantenuto dall’assessore Marco Falcone, anche se chiedono dei passi ulteriori per rendere praticabile l’accordo.
Per la prima volta vengono previsti biglietti e abbonamenti unici per ferro e gomma e a costi contenuti (abbonamento integrato a 55 euro, che consente di utilizzare tutti i mezzi Atm e treno e 2 euro per corsa integrata treno più 100 minuti bus), “ma adesso – ha sottolineato Michele Barresi segretario UIltrasporti – bisogna rivedere integralmente il piano d’esercizio Atm e puntare all’incremento di corse treno che auspichiamo con cadenza ogni venti minuti in una fascia oraria giornaliera dalle 5 alle 23. Di certo adesso l’occasione non si può sprecare”.
Anche per il segretario della Cisl Antonino Alibrandi “sarebbe importante che l’Azienda trasporti accelerasse la fase di rimodulazione degli orari e delle corse a partire già da febbraio, senza attendere giugno così da rendere subito efficiente il nuovo sistema di mobilità”
Malgrado l’importante step, quindi, il percorso per il rilancio della Metroferrovia che collega Messina centro con Giampilieri e la periferia Sud della città non è che all’inizio. Lo stesso Mondello ha sottolinea che va tutto “contestualizzato nel grande complesso di strumenti pianificatori che l’Amministrazione ha avviato e definito, ovvero il prossimo completamento del Pgtu (Piano generale del traffico urbano, ndr), la redazione del Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile, ndr) e soprattutto l’avvio del sistema di parcheggi di interscambio, per i quali sono già pronti tre finanziamenti”.
L’assessore alla Mobilità ha parlato anche della verifica che si sta facendo a Palermo per un possibile finanziamento per lavori di manutenzioni ordinarie e straordinarie delle stazioni della Metroferrovia, ammettendo una criticità di non poco conto che ha contribuito in questi anni al suo poco utilizzo. L’infrastruttura, gestita da Trenitalia sulla linea Messina-Catania-Siracusa, sfrutta il doppio binario di Rfi per 16 km nel tratto compreso tra le stazioni di Messina e Giampilieri. Il servizio sub urbano però non si è mai integrato nei piani di mobilità sostenibile, funzionando sempre in modo discontinuo: fu interrotto a ottobre del 2009, riattivato nel 2010 con 16 corse ma gradualmente depotenziato.
Da tempo si denuncia inoltre lo stato di abbandono in cui versano le stazioni e le strade di collegamento che i pochi avventori devono percorrere, a rischio della propria incolumità, per raggiungere le fermate. Uscendo dalla stazione di Contesse, per esempio, si trova un piazzale asfaltato, ma girato l’angolo bisogna attraversare un sottopassaggio privo di illuminazione e spesso invaso da rifiuti o da acqua in caso di piogge abbondanti. Per mancanza di manutenzione è problematico lo stato generale delle infrastrutture anche nelle altre stazioni. Disabili e viaggiatori con difficoltà motorie, per esempio, non possono utilizzare gli ascensori perché non funzionanti.
Delle dieci stazioni, infine, sei hanno un parcheggio a servizio, ma nessuna è ben indicata tanto che molti potenziali utenti faticano a trovare gli ingressi.