Dalla distribuzione, al packaging, alla vendita al dettaglio: in Sicilia i ricavi della criminalità organizzata valgono 4 mld. Nel 2012 rilevati 25.000 illeciti nel settore alimentare: il made in Sicily a rischio
PALERMO – Dai tempi dei campieri, la criminalità organizzata non ha mai smesso di guardare all’agricoltura e all’intero settore primario come grandi fonti di guadagno. Legambiente la definisce l’“agromafia”: sono “forme di investimento e riciclaggio del denaro nelle coltivazioni, ma anche tramite truffe per ottenere fondi pubblici per lo sviluppo del settore agricolo. Le mafie sono direttamente coinvolte in tutta la filiera del prodotto: dal campo, al trasporto, alla vendita nei mercati ortofrutticoli”. Nell’ultimo rapporto sulle Ecomafie, l’associazione ambientalista ha dedicato un capitolo al fenomeno, che in Sicilia ha uno dei centri di snodo, insieme alla Campania. Legambiente ha censito quasi 25 mila illeciti amministrativi e 3 mila denunce penali nel settore alimentare nel 2012, su tutto il territorio italiano. I beni sequestrati hanno un valore di poco inferiore ai 470 milioni di euro. (
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