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Associazione magistrati, il nuovo presidente è il catanese Santalucia

redazione web

Associazione magistrati, il nuovo presidente è il catanese Santalucia

lunedì 07 Dicembre 2020

Esponente di sinistra di Area, la corrente più progressista delle toghe, ha 56 anni e, entrato in magistratura nel 1989, ha cominciato come pm a Patti e Messina e gip a Reggio Calabria. Dal 2012 è consigliere della Suprema Corte

L’Anm supera lo stallo – il più lungo della sua storia – e un mese dopo le elezioni del Comitato direttivo centrale, il cosiddetto parlamentino delle toghe, ha finalmente un nuovo presidente: è Giuseppe Santalucia, nato nel 1964 a Catania, esponente di sinistra di Area, la corrente più progressista delle toghe.

Ha ottenuto trenta voti su 36 votanti.

Entrato in magistratura nel 1989, è stato pm in Sicilia (a Patti e Messina) e gip a Reggio Calabria.

Magistrato dell’Ufficio Studi del Csm, poi addetto al Massimario della Cassazione.

Dal 2012 è consigliere della Suprema Corte, dove è stato anche coordinatore del settore penale.

Nella sua carriera annovera la nomina prima a vice capo e poi come capo dell’Ufficio legislativo del Ministero della Giustizia – con il Guardasigilli Andrea Orlando -, una permanenza negli uffici di Via Arenula che si è protratta dall’agosto 2013 al febbraio 2018.

Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha subito chiamato il neo presidente dell’Anm per gli auguri di buon lavoro e ha manifestato disponibilità al confronto e a un incontro appena possibile.

“Sento fortemente il peso della responsabilità di assumere questa presidenza per le recenti vicende che hanno sconvolto l’ordine giudiziario”, ha detto Santalucia riferendosi al caso Palamara e all’effetto domino che ha sconvolto il Csm e anche l’Anm, “e per la pandemia che incombe”.

“Il programma che seguirò non è al ribasso, ma di mediazione. Per me la mediazione non ha un’ accezione negativa: mediazione e compromesso sono i mezzi che ci consentono di raggiungere risultati. L’ Anm è un attore importante della vita politica e della vita pubblica. Noi siamo interpreti della Costituzione”.

Il 22 novembre, per la quarta volta l’Anm aveva rinviato l’elezione del nuovo vertice alla ricerca di un un difficile punto di incontro al quale si è arrivati dopo il “sacrificio” personale del presidente uscente Luca Poniz, anche lui di Area, che era il candidato più titolato per gli oltre 730 voti di consenso raccolti.

Si è fatto indietro per il no che gli ha opposto Magistratura Indipendente, l’anima più conservatrice e corporativa delle toghe che negli ultimi anni ha espanso i consensi.

La presidenza di Santalucia è sostenuta da quasi tutti i gruppi (Area, Magistratura indipendente, Unicost, Autonomia e indipendenza), ma non dai togati di Articolo Centouno che non lo hanno votato ritenendo che sia stato troppo a lungo fuori ruolo.

Insieme a Poniz, hanno fatto un passo indietro anche i colleghi di Area Silvia Albano – che molti davano in pole position come segretaria – e Giovanni Tedesco che hanno fatto parte del precedente ‘parlamentino’ . Ritirandosi, Poniz ha chiesto che non prendano parte alla futura giunta anche Antonio Sangermano e Pasquale Infante, fuoriusciti da Unicost – la corrente centrista di Palamara finita nell’occhio del ciclone – ed eletti nelle liste di MI come Movimento per la Costituzione.

Per quanto riguarda le altre nomine, come vicepresidente è stata eletta Alessandra Maddalena di Unicost (il suo nome circolava come presidente in ticket con la Albano, per una svolta ‘rosa’), mentre il segretario – che è il numero due dell’Anm – è Salvatore Casciaro di MI, il suo vice è Italo Federici.

A dirigere la rivista “La Magistratura”, house organ dell’Anm, sarà Cecilia Bernardo, mentre Aldo Morgigni è il coordinatore dell’Ufficio sindacale del quale fanno parte Angela Arbore, Elisabetta Canevini, Emilia Di Palma e Maria Cristina Ribera.

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