Per gli enti con più di 10 mila abitanti obbligatorio nominare un giornalista: 63 non sono in regola
PALERMO – L’applicazione delle leggi, in molti casi, è argomento assai controverso per i nostri amministratori. Non sempre, infatti, ciò che stabilisce il Governo nazionale diventa automaticamente obbligatorio negli enti locali, sia nel caso dei Comuni, sia delle Province regionali. È il caso della legge 150 del 2000 che, nell’articolo 9, legifera in materia di uffici stampa nelle amministrazioni pubbliche, maggiormente rimarcata anche in presenza della legge regionale n.2 del 2002.
Secondo quanto stabilito, infatti, le Province regionali e le amministrazioni comunali con una popolazione superiore a 10 mila abitanti devono essere dotate di uffici stampa, obbligatoriamente istituiti tramite personale iscritto all’albo nazionale dei giornalisti.
“Tale dotazione di personale – si legge nella 150 del 2000 – è costituita da dipendenti delle amministrazioni pubbliche, anche in posizione di comando o fuori ruolo, o da personale estraneo alla pubblica amministrazione in possesso dei titoli individuati dal regolamento di cui all’articolo 5, utilizzato con le modalità di cui all’articolo 7, comma 6, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni, nei limiti delle risorse disponibili nei bilanci di ciascuna amministrazione per le medesime finalità”.
Gli enti locali, quindi, avrebbero dovuto già istituire, da anni, tali uffici adeguando le rispettive piante organiche, riconvertendo i posti vacanti e disponibili. La Regione Sicilia, in particolare, tramite decisioni dell’Ars, aveva previsto il termine del 31 maggio 2005 quale data ultima entro la quale dotarsi della sezione dedicata alla stampa, modificando di fatto anche la legge regionale n.33 del 1996. Sono passati già 8 anni da quella scadenza ma molte Amministrazioni risultano ancora inadempienti rispetto a tale disposizione, seppur la legge regionale n. 2 del 2002 obbliga tutti gli enti ad individuare, in sede di predisposizione dei bilanci annuali, un capitolo dedicato alle spese complessive per la comunicazione e per l’informazione pubblica.
In tal senso, però, la situazione in Sicilia è allarmante, prima di tutto perché è ancora impossibile avere un elenco completo di tutti gli uffici stampa delle amministrazioni pubbliche e poi perché molte di loro ne risultano tuttora sprovviste. Da un’analisi dei siti istituzionali dei 112 Comuni con una popolazione al di sopra dei 10 mila abitanti, solamente 49 risultano – sempre secondo quanto riportato nel portale e non approfondendo l’inquadramento economico dei relativi addetti stampa – in regola, ossia dotati di un ufficio stampa. Tutti gli altri Comuni, invece, o non riportano completamente la sezione dedicata a tali uffici, o sono presenti dei comunicati stampa non firmati.
In pratica, è veramente improbabile riuscire a capire realmente quali sono i comuni inadempienti. Già tempo fa, l’ex assessore alle Autonomie locali Caterina Chinnici aveva provato a fare una ricognizione di tale questione invitando tutti i Comuni siciliani a fornire notizie valide sull’istituzione degli uffici stampa.
Tale ‘report’ però non si è mai completato: molte di queste infatti non hanno mai risposto e l’ex rappresentante del Governo regionale non ha più approfondito la vicenda. “Quando l’ex assessore Chinnici era in carica – ha sottolineato Alberto Cicero, segretario regionale di Assostampa Sicilia, ovvero del sindacato unitario dei giornalisti – le chiesi una circolare esplicativa rivolta agli Enti locali ma ogni volta trovava scuse per rinviare e farci perdere altro tempo. Le abbiamo chiesto anche i risultati della sua ricognizione, che lei stessa annunciò come completa solo in parte in un convegno pubblico a Bagheria al quale partecipai anch’io, ma ci disse di volere che fosse definitivamente completata e quindi di voler attendere ancora”.
Da parte del Governo regionale, si è registrato, quindi, l’ennesimo nulla di fatto in materia che si traduce, quindi, in un’impossibilità di fare un elenco completo degli Enti inadempienti.
Anche il Gruppo uffici stampa Sicilia, insieme ad Assostampa, si è sempre battuto per un’applicazione della legge del 2000, “rimasta scandalosamente inapplicata. Purtroppo – ha detto il presidente del Gruppo, Francesco Di Parenti – il sindacato non dispone di dati recentissimi: gli ultimi, e per altro parziali, risalgono al 2009. Spero di avere qualche elemento in più in occasione dell’assemblea del Gus che terremo il 2 marzo prossimo – ha aggiunto – per la quale ho chiesto notizie ai segretari provinciali”.
Sono i comuni con meno abitanti, comunque, a risultare completamente impreparati: le Amministrazioni con una popolazione al di sotto dei 15 mila, infatti, come si evince dalla tabella che pubblichiamo, raramente possiedono un ufficio stampa – ci sono anche siti istituzionali aggiornati al 2008 – e, se ne sono provvisti, non sempre le assunzioni sono regolate secondo quanto imposto dal contratto nazionale giornalistico e secondo i principi delle competenze.
Gli addetti stampa dall’incerto futuro
CATANIA – La complessità del fenomeno degli uffici stampa non permette quindi di fornire un quadro esaustivo di ciò che avviene nelle Amministrazioni comunali. A livello provinciale, comunque, sono le varie sezioni dell’Assostampa Sicilia che permettono un’osservazione del caso, seppur con certi limiti. In provincia di Catania, ad esempio, il segretario provinciale Daniele Lo Porto ha delineato i casi più singolari che riguardano diverse amministrazioni comunali.
“Ad Adrano e Belpasso – ha sottolineato Lo Porto – recentemente sono scaduti gli incarichi a due colleghi e non sono stati rinnovati. Anche a Giarre gli incarichi dell’addetto stampa e del portavoce sono scaduti il 31 dicembre ma il sindaco, in attesa di un parere legale, non li ha ancora rinnovati. Per quanto riguarda invece Caltagirone, Bronte, Palagonia e Tremestieri – ha aggiunto – ci sono degli addetti stampa che sono stati stabilizzati mentre a Fiumefreddo è stata fatta una selezione: il vincitore è ancora da definire, per un compenso di appena 500 euro mensili”.
Il Comune di Paternò, inoltre, seppur sia di modeste dimensioni, sul proprio sito istituzionale non riporta nessuna informazione sull’ufficio stampa, non c’è nessuna sezione dedicata ad esso né ai collaboratori che dovrebbero lavorarci. Anche a Mascalucia, Aci Sant’Antonio, Grammichele, Motta Sant’Anastasia, Randazzo, Ramacca e Trecastagni non è ben chiara l’esistenza o meno di addetti stampa. Questa è solo la situazione della provincia di Catania che ben fotografa però la confusione e l’irregolarità che regna nelle Amministrazioni pubbliche.