“Nell’ultima legislatura, in realtà, la stragrande maggioranza dei disegni di legge che sono stati esitati, sono stati di iniziativa parlamentare, anche se è vero che la scorsa legislatura è stata caratterizzata più dalla politica degli annunci che non hanno avuto seguito, che da altro. Il Parlamento è dimanico e attivo, forse si potrebbe entrare nel merito della qualità. Sicuramente bisogna modificare il regolamento: e qualcosa, in questa direzione, è stata fatta alla fine della scorsa legislatura; abbiamo modificato, per esempio, un articolo del regolamento in riferimento alla presentazione degli emendamenti, che prevede il fatto che non sia più possibile presentare emendamenti a disegni di legge se non sono stati prima presentati in commissione”.
“Questa pratica scorretta non è più possibile perchè noi abbiamo i posti assegnati. Mentre prima si potevano posizionare i tesserini in qualsiasi posto, oggi non è più possibile. Non siamo organizzati come alla Camera, dove vengono utilizzate le imrponte digitali, ma abbiamo fatto in modo che questo malcostume finisse. Bisogna dare dei segnali di discontinuità forti”.
“Credo che ci sia l’assoluta necessità di farlo, e sono anche convinto che, su questo tema, vi sia la convergenza trasversale di tutte le forze politiche. Ritengo che ormai i tempi siano maturi, al di là di qualche inevitabile resistenza che si potrà trovare in aula. È vero che il parametro preso come riferimento è costituito dalle regioni più virtuose d’Italia, Umbria, Abruzzo, Emilia, e quindi l’applicazione della legge non sarà certo semplice dal punto di vista pratico, ma lo vedremo quando verrà applicato il Decreto Monti. Non sarà facile, perchè la riduzione dei contributi è consistente. Per quanto riguarda il contributo ai gruppi, ad esempo, si passerà dai 36mila euro annui attuali a 5 mila a parlamentare. È vero che c’erano anomalie evidenti e noi abbiamo tentato di elimainarle, riportando tutto dentro una sorta di normalità. Insomma, è stato avviato un percorso di moralizzazione e questo è un fatto positivo”.
“Devo dire che, anche in relazione a questa tematica, abbiamo invertito la rotta. Abbiamo dato un segnale importante e abbiamo eliminato oltre un milione di euro sul capitolo delle indennità aggiuntive. Non è stato facile e abbiamo trovato qualche resistenza, ma il momento storico impone delle scelte drastiche. Un segnale, comunque, lo stiamo dando. Nella seduta dello scorso dicembre abbiamo tagliato del 20 per cento lo stanziamento ai gruppi parlamentari, del 10 per cento anche il capitolo sulle consulenze all’interno dell’ufficio di presidenza e abbiamo ridotto del 50 per cento il Fondo riservato al presidente dell’Assemblea. Tutto questo si aggiunge ai tagli già avviati da Cascio. Abbiamo ridotto di 11 milioni di euro le spese della Regione”.
“Beh, ad esempio una grande anomalia è rappresentata dal fatto che noi abbiamo il sistema pensionistico che incide in maniera profonda sul bilancio: spendiamo circa 40 milioni per le pensioni e dovremmo eliminarle. C’è, in merito, un’iniziativa del presidente Ardizzone, ma ancora non è all’ordine del giorno. In ogni caso siamo convinti che sia necessario dare un taglio a quelli che sono privilegi. Ad esempio, il servizio di barberia costa 3mila euro l’anno; al di là dell’importo, non è accettabile che un deputato, oltre a guadagnare un lauto stipendio, possa avere anche il barbiere gratis. Sono piccoli segnali, ma sono importanti”.
“Sì. Ad esempio, a dispetto di quanto affermato dal Presidente dell’Ars, io non avrei eliminato la sede di via Etnea. Una cosa è, infatti, eliminare delle oggettive anomalie che provocano indignazione popolare, e un’altra cosa è tagliare una sede istituzionale, per cui le spese erano limitate e che sempre è stata utilizzata dai deputati della Sicilia orientale come sede decentrata dell’Ars.”
“Sicuramente c’è questa corsa a chi è più grillino dei grillini, ma bisogna essere equilibrati quando si decidono riforme profonde. Devo ammettere, comunque, che la presenza dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle sta rappresentando un fatto positivo. Sono ragazzi che si impegnano e sono animati da una grandissima passione civica”.
“Sicuramente, per chiudere il bilancio bisognerà fare scelte che non saranno semplici. Per quanto riguarda i fondi europei non spesi, ritengo che proprio questo abbia rappresentato la più grande anomalia della passata esperienza legislativa e determinato il fallimento del Governo precedente. Noi, in commissione, abbiamo tenuto una riunione nel corso della quale, il Direttore generale del Dipartimento Programmazione, Felice Bonanno ha spiegato come la spesa sia stata paralizzata dall’instabilità dovuta al cambio continuo dei direttori generali”.
“Innanzitutto serve un bilancio veritiero. Per quanto riguarda i tagli, riteniamo, come il presidente Crocetta, che la prima cosa che vada fatta è intervenire seriamente sulle società partecipate dalla Regione e dagli Enti locali. Non c’è, infatti, chiarezza su quanti siano i debiti maturati da queste società e che pesano sul bilancio della Regione. E questa è una questione che va affrontata in prospettiva futura”.
Non sarà semplice, ma speriamo di approvare tutto entro i limiti fissati dal legislatore. È necessario che, all’interno del documento di programmazione, siano inseriti i tagli ai privilegi, la razionlizzazione dei costi e tutta la programmazione per la riduzione della spesa.