Si attende a breve, intanto, la formalizzazione della procedura di commissariamento della Fondazione. Per il sovrintendente “la qualità degli spettacoli non è diminuita malgrado la crisi"
PALERMO – In attesa che venga formalizzata la procedura di commissariamento della Fondazione Teatro Massimo, non accenna a placarsi la diatriba polemica fra il sindaco, nonché presidente, per statuto, dell’ente, e il Sovrintendente Antonio Cognata. Quest’ultimo, a Roma per presenziare agli “Stati generali della Cultura, ha difeso il suo operato dagli attacchi a lui mossi da Orlando, dall’amministrazione comunale e da buona parte del personale del Massimo che da diverso tempo ormai lo contesta aspramente.
“Il contributo economico dello Stato è fondamentale per le fondazioni liriche, messe in ginocchio dai tagli e le Fondazioni si devono presentare ai privati come aziende solide e che per uscire dalla crisi bisogna agire su regole gestionali, management e politica”, ha detto Cognata, il quale, mostrando una tabella entrate-uscite nel 2002 e nel 2011 ha spiegato come la diminuzione dei contributi pubblici abbia prodotto inevitabilmente una contrazione di costi, togliendo di conseguenza risorse alla produzione. Quindi il Sovrintendente ha elencato quelli che sono i dati positivi e gli obiettivi raggiunti. Secondo quanto rilevato da Cognata, i costi sono diminuiti di 21 milioni, mentre il debito è stato ridotto a 16 milioni e per sette anni di fila l’esercizio è stato chiuso in attivo e si è pure registrato un aumento del numero di recite.
“Non è stata diminuita – ha inoltre chiarito Cognata – la qualità degli spettacoli. Prima il Teatro non aveva mai ottenuto riconoscimenti, negli ultimi anni sono stati conseguiti tre premi "Abbiati" della critica”. Poche ore prima dell’intervento di Cognata a Roma, Orlando aveva invece ammonito il Sovrintendente, invitandolo a non fare dichiarazioni sul suo operato. “Credo opportuno ricordare che siamo in presenza di una procedura di Commissariamento in atto, avviata dal Ministero dei Beni Culturali e di procedure giudiziarie – ha detto Orlando – In entrambi i casi sono questi organi ad aver espresso opinioni sulla legittimità degli atti relativi alla vita del Teatro negli ultimi anni. In presenza di tali procedure, credo che ogni commento fatto in altre sedi sia del tutto inopportuno". Anche i sindacati hanno duramente contestato quanto dichiarato a Roma da Cognata. “Non si possono usare quei dati per valutare la qualità della produzione: sono disomogenei, e figurano anche gli spettacoli per bambini”, ha affermato Paolo Cutolo della Fials, mentre per Francesco Assis della Fistel-Cisl, “Indipendentemente dalla bega fra Cognata e Orlando, si deve andare avanti con la programmazione, unica garanzia per i posti di lavoro e i diritti dei cittadini”.
PALERMO – Carlo Varvaro rimane fuori dal cda della Fondazione Teatro Massimo. Il giudice civile ha infatti rigettato il ricorso di Varvaro contro l’esclusione decisa da Orlando nel luglio scorso. Il sindaco e presidente della Fondazione aveva infatti estromesso l’ex vice presidente dal cda perchè riteneva illegittima la nomina fatta dal suo predecessore Diego Cammarata, che aveva, a suo dire, agito senza rispettare i criteri stabiliti nello statuto. La decisione del giudice civile non poteva che riscontrare i favori di Orlando. “Non posso che esprimere apprezzamento per il riconoscimento giudiziario dell’assoluta illegittimità degli organi e dell’attività della Fondazione Teatro Massimo – ha detto Orlando – attendiamo adesso che il commissariamento, la cui necessità appare sempre più evidente perché suffragata da una serie di illegittimità da parte del management, permetta di arrestare l’attuale ingovernabilità del teatro e la perdita di qualità e credibilità dell’Ente e della sua attività".