Le distorsioni cognitive - QdS

Le distorsioni cognitive

Le distorsioni cognitive

giovedì 18 Febbraio 2021

Le distorsioni cognitive sono responsabili di una rappresentazione della realtà che si nutre delle sue stesse certezze

Tali distorsioni sono la causa delle emozioni negative e dei comportamenti disfunzionali che prova l’individuo e con cui egli agisce come risposta.

Ogni qual volta entriamo in contatto con informazioni che contrastano con le nostre certezze e i nostri punti di vista, si crea una dissonanza cognitiva.

Le distorsioni cognitive sono responsabili di una rappresentazione della realtà che si nutre delle sue stesse certezze e sono al contempo espressione del bisogno di mantenere in ordine le nostre convinzioni. Essendo così importanti e invadenti le distorsioni cognitive è utile analizzarle nello specifico.

Astrazione selettiva delle informazioni: è una conseguenza della tendenza della mente a soffermarsi prevalentemente, se non esclusivamente, sui fatti della realtà che confermano la personale visione del mondo.

Ipergeneralizzazione: è quella distorsione in cui, senza fondamento, ci si fa un giudizio generalizzato partendo da uno o più particolari con caratteristiche (“Se è accaduto in quell’occasione, accadrà sempre”, “Se è vero adesso, lo sarà anche in futuro”, “Nonostante l’impegno non c’è l’ho fatta”).

Personalizzare: è quella distorsione cognitiva in cui, per insicurezza, si tende a riferire a se stessi gli accadimenti (“C’è l’hanno con me?”, “Ho fatto qualcosa che li ha irritati?”, “Ho fatto qualcosa per meritare tutto ciò”).

Ragionamento emozionale: è quella condizione in cui ragionando in modo emotivo, si tende a interpretare gli eventi e le circostanze, più in funzione di ciò che si prova che in relazione ad una più logica mediazione razionale (“Andrà male, lo sento”).

Ingigantire: è una distorsione cognitiva che porta il soggetto ad esagerare i problemi al punto da catastrofizzare gli accadimenti disperandosi e diventando incapaci di affrontare il problema (“Non ce la farò mai!”).

Minimizzare: è il polo opposto del precedente errore cognitivo (“C’è la farò perché non è una situazione così grave”).

Pensiero dicotomico o polarizzato: è tipicamente legato al pregiudizio, perché frutto della semplificazione (tutto o nulla, giusto o sbagliato, buono o cattivo, bello o brutto), della necessità di categorizzare i bisogni, i sentimenti, le motivazioni e le azioni umane, con lo scopo di ridurre la realtà a un’immagine composta di due sole possibilità.

Lettura del pensiero: è il tentativo di soddisfare il bisogno di prevedere il comportamento del prossimo, si corre il rischio di confondere la realtà con l’immaginazione, giungendo a false conclusioni.

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