La pandemia e le problematiche legate ai soggetti contagiati hanno messo a dura prova il sistema sanitario
in collaborazione con ITALPRESS
ROMA – L’emergenza sanitaria che ha colpito il Paese sta avendo un impatto significativo sul “sistema salute”. La complessità della pandemia e delle problematiche legate alla gestione delle persone contagiate ha messo a dura prova il sistema sanitario, con la saturazione degli ospedali e dei reparti di terapia intensiva, la necessità di ridefinire procedure e percorsi dedicati ai pazienti Covid-19 e la gestione domiciliare dei contagiati meno gravi. Inoltre, la pandemia ha provocato un minore accesso alle cure per altre malattie come quelle oncologiche, cardiologiche e respiratorie.
Infatti, accanto alle problematiche legate alla gestione dei pazienti contagiati, il prolungato lockdown ha avuto effetti importanti anche sull’accesso alle visite e ai trattamenti dei pazienti non-Covid, con conseguenze significative sulla salute dei cittadini e sull’organizzazione del sistema sanitario (integrazione ospedale-territorio, gestione del paziente a distanza).
In questo contesto Iqvia – il provider globale di dati, analisi, consulenza e tecnologie innovative in ambito farmaceutico – con il contributo non condizionante di Farmindustria, ha realizzato uno studio, che sarà aggiornato ogni tre mesi grazie a un osservatorio ad hoc, per monitorare l’impatto della pandemia sull’accesso alle diagnosi e alle cure e la sua evoluzione nel corso dei prossimi mesi.
Lo studio si basa sull’analisi di dati real world rilevati su un campione di novecento medici di medicina generale e un panel di 450 onco-ematologi rappresentativi degli universi di riferimento. La prima parte si riferisce al periodo gennaio-ottobre 2020 confrontato con lo stesso periodo del 2019. Iqvia proseguirà lo studio per l’intero anno 2021 per monitorare l’andamento con la possibilità di svolgere approfondimenti su specifici aspetti.
Nei primi dieci mesi del 2020 si rileva un calo significativo dell’accesso alle diagnosi e alle cure nelle principali aree terapeutiche rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per quanto riguarda le principali patologie respiratorie e cardiometaboliche si rileva una contrazione significativa delle nuove diagnosi (-521.000 pari a un calo del 12%), dell’inizio di nuovi trattamenti (-277.000, -10%), delle visite specialistiche (-1,5 milioni, – 30%) e delle richieste di esami (-2.415.000, – 22%).
Per quanto riguarda le patologie respiratorie (Bpco/asma) si osserva un calo significativo delle nuove diagnosi (Bpco meno 62.000, asma meno 158.000), dei nuovi trattamenti (-46.000, -124.000), degli invii allo specialista (-123.000, -129.000) e delle richieste di spirometria (-108.000, -127.000). Il calo evidenziato durante il primo lockdown si è mantenuto anche nel periodo successivo. In ambito cardiovascolare (fibrillazione atriale/scompenso cardiaco) si rileva una contrazione significativa delle nuove diagnosi (fibrillazione atriale -18.000, scompenso cardiaco -44.000), dei nuovi trattamenti (-4.000, -29.000), degli invii al cardiologo (-81.000, -248.000) e delle richieste di ECG (-64.000, -180.000). La leggera ripresa dopo il lockdown non ha compensato le perdite.
Anche in ambito oncologico si è osservata una contrazione significativa di accesso alle diagnosi e alle cure. Nel periodo del primo lockdown si stimano circa 18.000 diagnosi posticipate. Il parziale recupero nei mesi estivi non ha compensato il calo: a ottobre complessivamente sono state fatte 30.000 diagnosi di tumore in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, nei primi dieci mesi, si rileva la diminuzione delle richieste di screening per tumore al seno (-7%), ai polmoni (-10%) e al colon (-10%). Inoltre si rileva la contrazione delle nuove diagnosi per tumore (-11%), degli inizi trattamento (-14%), degli interventi chirurgici (-17%) e dei ricoveri (-14%).
Anche in questo caso, dopo l’iniziale interruzione durante il primo lockdown delle visite di screening e follow up dovuta alla chiusura di molti reparti e ambulatori, soprattutto nelle regioni più colpite, si è osservato un recupero parziale durante i mesi estivi che non ha tuttavia compensato la contrazione delle diagnosi e delle terapie. Successivamente – in concomitanza della seconda ondata pandemica – si è osservato un nuovo calo negli accessi.
“Il primo indicatore dell’impatto sull’accesso alle cure – ha sottolineato Sergio Liberatore, amministratore delegato di Iqvia Italia – è la contrazione dell’intero settore farmaceutico. Secondo i nostri dati, per la prima volta anche la spesa farmaceutica ospedaliera ha subito una contrazione a valori del 4,1% nei dodici mesi terminanti a settembre 2020. Il calo della spesa farmaceutica ospedaliera a volumi è ancora più elevato (-10,1%). Molti pazienti hanno deciso di non andare in ospedale per paura del contagio e molti ospedali e ambulatori hanno temporaneamente rimandato le visite e gli interventi meno urgenti in modo da lasciar spazio all’assistenza dei pazienti contagiati. Tutto questo ha impattato sul consumo di farmaci, anche salvavita. Il timore di contrarre il virus rischia di compromettere i successi ottenuti negli ultimi anni contro molte patologie”.
Per Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, “istituzioni, imprese del farmaco, attori della filiera, enti di ricerca, medici e altri operatori sanitari hanno dato vita ad una partnership pubblico-privato sinergica sia nel nostro Paese sia in campo internazionale. Grazie al contributo di tutti non solo è stata garantita ai pazienti la continuità delle cure ma si sono anche unite le forze nella Ricerca globale per trovare vaccini, oggi ne sono in sviluppo oltre 230, e terapie specifiche contro il Covid-19. Dall’emergenza, che ha avuto serie conseguenze anche per chi soffriva di altre patologie come testimonia questo studio, è nato un modello di cooperazione innovativo”.
“Ed è importante – ha concluso – che questo modello possa diventare un pilastro di un metodo nuovo di confronto per l’innovazione. Per prendersi cura sempre più e sempre meglio del paziente, rafforzando sia il sistema ospedaliero sia la rete dell’assistenza territoriale, grazie a tecnologie digitali, telemedicina, home therapy”.