Inviati dal Ministero della Salute. Nessuna risposta dalla prima autopsia sul militare morto a Misterbianco, altri esami nella prossima settimana. Sequestrate le cartelle cliniche di una docente di Gela colpita da emorragia cerebrale. Domani Musumeci e Razza ad Agrigento per inaugurare hub vaccinale
Gli ispettori del ministero della Salute sono oggi in Sicilia per indagare sulla morte del sottufficiale della Marina militare Stefano Paternò, di 43 anni, deceduto dopo avere assunto il vaccino AstraZeneca.
Nessuna risposta è giunta dall’autopsia, completata ieri a tarda sera nell’ospedale Cannizzaro di Catania.
“Dall’esame autoptico ci aspettiamo molte risposte sulla causa del decesso”, aveva detto la procuratore della Repubblica di Siracusa, Sabrina Gambino, titolare dell’indagine. Per consentire l’autopsia la magistratura aretusea aveva iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo quattro persone tra cui Lorenzo Wittum, ad della casa farmaceutica Astrazeneca.
Le altre tre persone raggiunte dall’avviso di garanzia, notificato da carabinieri del Nas di Catania, sono un medico e un infermiere dell’ospedale militare dove è stato somministrata la dose, e un medico del 118.
Altri esami la prossima settimana
Altri esami sul corpo del sottufficiale saranno eseguiti nella prossima settimana. La prima autopsia si è conclusa dopo oltre tre ore, nell’obitorio dell’ospedale Cannizzaro di Catania.
La dose di vaccino Astrazeneca era stata somministrata a Paternò ad Augusta (Siracusa) e il lotto al quale apparteneva la dose – lo stesso di quelli utilizzati per altri due militari morti in Sicilia – è stato ritirato poi dall’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco.
All’autopsia, oltre ai periti nominati dalla Procura di Siracusa e ai consulenti dei quattro indagati e della parte lesa, era presente anche il pm Gaetano Bono, che con la procuratore Gambino coordina l’inchiesta.
Le indagini sono state delegate ai Carabinieri del Nas di Catania
Gli altri militari morti
Gli altri due militari morti in Sicilia su cui sarà puntata l’attenzione degli ispettori del Ministero della Salute sono Davide Villa, un poliziotto dell’Anticrimine di Catania deceduto il sette marzo a 49 anni, dodici giorni dopo la somministrazione dell’Astrazeneca, e il maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Maniscalco, 54 anni, morto a metà febbraio, 48 ore dopo la vaccinazione anti-Covid.
La Procura di Trapani ha fatto effettuare degli esami istologici sul corpo del carabiniere, ma ci vorranno circa due mesi per conoscerne l’esito.
Il fascicolo delle indagini su Villa, avviate dai pm etnei, è stato trasmesso ieri a Messina per incompatibilità: la vittima era infatti sposata con una giudice in servizio a Catania.
Cartelle cliniche sequestrate a Gela
Intanto una quarta inchiesta è stata aperta in Sicilia sulla possibilità che l’Astrazeneca abbia causato delle emorragie cerebrali.
La Procura di Gela (Caltanissetta) ha infatti sequestrato ieri a tarda sera le cartelle cliniche e la documentazione inerente il vaccino di una insegnante di 37 anni, gelese, operata d’urgenza due giorni fa e ricoverata in rianimazione in gravissime condizioni.
L’insegnante aveva ricevuto il vaccino Astrazeneca il primo marzo e accusava un forte mal di testa e stato confusionale. Quando la situazione è precipitata, l’insegnante è stata trasportata in elisoccorso all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta per essere sottoposta, in Neurochirurgia, a un intervento per risolvere una grave emorragia cerebrale.
Il lotto della dose di Astrazeneca somministrata all’insegnante è differente rispetto a quello ritirato nei giorni scorsi.
Niente prove del rapporto causa-effetto
Nonostante morti sospette siano state segnalate in vari Paesi e alcuni abbiano ritirato lotti di Astrazeneca, non c’è prova al momento di un rapporto causa-effetto tra le morti e il vaccino. E per evitare che si diffonda una psicosi, proprio i magistrati che indagano sulle morti sospette in Sicilia hanno voluto dare l’esempio nei giorni scorsi vaccinandosi con quel farmaco. Lo hanno fatto per esempio proprio il pm di Siracusa Gaetano Bono e anche il procuratore di Catania Gaetano Zuccaro.
Domani Musumeci e Razza ad Agrigento
Intanto l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza – che domani nel Palacongressi del Villaggio Mosè inaugurerà con il governatore Nello Musumeci, l’hub vaccinale della provincia di Agrigento – ha ribadito la necessità di “Non far passare in questa fase il messaggio sbagliato che il vaccino possa determinare una condizione di criticità: non c’è alcuna evidenza scientifica che vada in questa direzione mentre c’è un assoluto bisogno di proseguire in maniera rapida nella campagna perché solo grazie alla vaccinazione si può tornare alla normalità”.
E se è vero che settemila siciliani hanno deciso di cancellare la loro prenotazione con Astrazeneca, centodiciassettemila sono state le conferme.