Vaccini, le dosi J&J per concludere con gli over80 - QdS

Vaccini, le dosi J&J per concludere con gli over80

Vaccini, le dosi J&J per concludere con gli over80

domenica 11 Aprile 2021

Secondo le indicazioni del Governo, tutti vaccinati entro aprile. Ok dell'Aifa alla richiesta di "dilazionare" la seconda dose. In Sicilia l'80% non vuole Astrazeneca. Niente isole Covid-free

Finalmente giunge in Italia il vaccino monodose di Johnson & Johnson: tra martedì e mercoledì sono attese nell’hub della Difesa a Pratica di Mare poco meno di duecentomila dosi, che, entro la fine del mese, diventeranno mezzo milione.

Il vaccino di J&J si andrà ad aggiungere a quelle in distribuzione da parte di Pfizer, Moderna e Astrazeneca per centrare il primo obiettivo fissato dal governo con il nuovo piano annunciato dal presidente del Consiglio Mario Draghi: concludere la vaccinazione degli over 80 entro aprile.

Nella settimana che comincia domani, dunque, l’Italia dovrebbe poter contare su almeno un milione e mezzo di dosi: oltre un milione da Pfizer, 175mila da Astrazeneca, che ha ridotto del 50% la consegna promettendo però un recupero nelle successive del 16 e del 23 aprile, circa 300mila di Moderna e, appunto, le 184mila di Jonhson & Johnson.

Considerando che nei frigoriferi ci sono ancora 3 milioni di dosi – la metà delle quali del siero dell’azienda anglo-svedese – e ipotizzando una “riserva” di circa un milione di dosi, le Regioni avranno a disposizione circa tre milioni e mezzo di dosi in una settimana, sufficienti per raggiungere l’obiettivo delle cinquecentomila somministrazioni al giorno indicato dall’esecutivo proprio per la settimana dal 14 al 20 aprile.

Il problema è però la diffidenza nei confronti del vaccino Astrazeneca che, nonostante l’Ema abbia fatto chiarezza, continua a essere rilevante soprattutto nel Meridione: regioni come la Calabria e la Puglia che hanno segnalato rinunce delle prenotazioni attorno al 30% mentre in Sicilia la percentuale, secondo quanto affermato dal governatore Nello Musumeci, arriverebbe addirittura al 80%.

L’indicazione del Governo nazionale è comunque chiara: non si può scegliere il vaccino e dunque chi rifiuta o non si presenta dopo essersi prenotato, va in coda alla fila.

Un aiuto alla campagna potrebbe però arrivare dal via libera dell’Aifa a ritardare l’inoculazione della seconda dose di Pfizer e Moderna.

L’intervallo ottimale, secondo quanto risposto dall’Agenzia italiana del farmaco a una precisa richiesta del Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo, è rispettivamente di 21 e 28 giorni, ma, “qualora si rendesse necessario dilazionare la seconda dose”, si può arrivare a 42 giorni.

Un rinvio che consentirebbe di vaccinare quante più persone possibili almeno con una dose.

“C’è ancora molto da fare, lo sforzo è di vaccinare il più possibile” ha detto il direttore generale di Aifa Nicola Magrini.

E va proprio in questa direzione l’ordinanza firmata da Figliuolo: al primo posto nell’ordine delle priorità ci sono gli over 80.

Con il richiamo è stato immunizzato il 38,79% dei 4.593.574 totali mentre il 68,20% ha ricevuto la prima dose.

In una settimana ne sono stati vaccinati cinquecentomila e dunque bisogna accelerare se si vuole arrivare a chiudere la platea entro aprile.

Assieme agli ottantenni vanno protette anche le persone con elevata fragilità, familiari conviventi e i caregiver mentre subito dopo ci sono gli italiani che hanno tra i 70 e i 79 anni e quelli nella fascia 60-69 per i quali, va utilizzato “prevalentemente” il vaccino di Astrazeneca.

Ed è proprio nella fascia tra i 70 e i 79 anni che le cose vanno male: con entrambe le dosi sono vaccinate solo 150.057 persone su 6.057.568, il 2,48% mentre la prima dose è stata somministrata invece a 1.205.150 soggetti, il 19,89% del totale.

Parallelamente va completata la vaccinazione del personale sanitario, ma solo quelli “in prima linea nella diagnosi, nel trattamento e nella cura del covid” e coloro che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private.

L’ordinanza sospende dunque la vaccinazione del personale scolastico, delle forze armate e delle forze di polizia, tranne che per chi ha avuto la prima dose che “potrà completare il ciclo vaccinale”.

Stop anche alle somministrazioni nelle carceri, a meno che non si tratti di persone over 60 o fragili, nonostante l’annuncio dell’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato secondo il quale proprio le prime dosi di J&Jper la Regione saranno destinate in prevalenza al personale che lavora in carcere e ai detenuti.

Nessuna possibilità, inoltre, di partire con le vaccinazioni di massa per rendere le isole Covid free come voleva Vincenzo De Luca attirandosi le critiche delle altre località turistiche, prima tra tutte la riviera romagnola: la piattaforma che consentiva di prenotare il vaccino per i residenti di Ischia, Procida e Capri è stata sospesa.

Anche perché il governo su questo è stato chiaro: le vaccinazioni saranno fondamentali per le riaperture e uno dei parametri che sarà preso in considerazione è l’occupazione delle terapie intensive, dove la maggioranza dei ricoverati sono soggetti sopra i 70 anni. Chi non vaccina gli anziani, dunque, non svuota le terapie intensive e non apre.

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