Alessandro Lucenti, maestro di ballo e referente della ASD Kladeios di Tremestieri Etneo (Ct) descrive le difficoltà che hanno investito il suo settore durante il Covid e dà un messaggio di speranza.
Tra i settori più colpiti da restrizioni e provvedimenti anti Covid c’è, senza dubbio, quello dello sport e del benessere. Un intero comparto messo in ginocchio e chiamato a fronteggiare indicibili difficoltà, che porta avanti importanti rivendicazioni, come spiega al “Quotidiano di Sicilia” Alessandro Lucenti, maestro di ballo, istruttore sportivo e referente della ASD Kladeios di Tremestieri etneo, in provincia di Catania.
Chiusure e protocolli di sicurezza
“Dall’inizio della pandemia abbiamo potuto lavorare solo per pochi mesi. Nel 2020 abbiamo chiuso il 9 marzo, per riaprire solo il 1° giugno, praticamente alla fine della stagione. Dopo la pausa estiva, all’inizio della nuova stagione sportiva, siamo stati fermati nuovamente il 25 ottobre. Quest’anno, invece, la riapertura è arrivata a partire dal 26 aprile, ma noi per ragioni organizzative siamo tornati operativi dal 1° maggio. Abbiamo ripreso soltanto le attività senza contatto e all’aperto per merito dell’interessamento del sindaco Santi Rando e dei consiglieri comunali Valentina Motta e Michelangelo Costantino e dell’amministrazione comunale di Tremestieri, a cui va il mio sincero ringraziamento. Ci siamo dovuti attenere a protocolli piuttosto articolati. Innanzitutto era previsto un corso di formazione anti Covid per tutti gli istruttori e i responsabili legali di associazioni e società sportive, per conoscere le misure di contenimento del virus. Dopodiché, ovviamente, abbiamo dovuto attuare degli accorgimenti nelle nostre strutture.
Prima di tutto la sanificazione, il distanziamento di almeno due metri durante l’attività sportiva, che ha comportato una riduzione dell’utenza, l’apertura di una seconda porta per differenziare il flusso di entrata ed uscita, la predisposizione di un intervallo tra 10-15 minuti tra una lezione e l’altra, consentendo l’areazione e l’opportuna ventilazione dei locali, la presenza del termoscanner per rilevare la temperatura corporea all’ingresso della struttura, l’autocertificazione e registrazione di tutti gli ingressi per favorire il tracciamento qualora ci fossero dei casi di Covid, la creazione di percorsi obbligati e la designazione degli stalli di stazionamento all’interno della sala. Senza dimenticare i distributori di gel igienizzante nei vari locali, i plexiglas alla reception, la cartellonistica per i soci e le autocertificazioni anti Covid.
Tutti gli istruttori, inoltre, hanno provveduto alla sanificazione tra una lezione e l’altra. Proprio per questo la chiusura di ottobre è stata una doppia mazzata. Ci siamo sentiti presi in giro, perché avevamo seguito le indicazioni e i protocolli, affrontando costi non indifferenti di sanificazione e adeguamento delle nostre strutture, insieme all’acquisto di presidi sanitari, per poi vederci chiusi”.
I numeri della crisi tra perdite e ristori
insufficienti
“A quanto mi risulta, nelle scuole di danza e nelle palestre
del catanese, non si è mai verificato un caso di Covid. Penso che palestre e
scuole di danza siano tra i luoghi più sicuri e trovo assurdo che siano chiuse
quando, nei mezzi di trasporto o negli aeroporti il distanziamento non viene
rispettato. Ci tengo a sottolineare, da questo punto di vista, che la mia
scuola è frequentata da diversi medici, i quali si sono complimentati con me,
dicendo che era molto più sicura di alcuni luoghi pubblici. E non sono l’unico,
dal momento che anche molti colleghi hanno avuto lo stesso riscontro dai loro
allievi.
Per questo devo ringraziare gli enti di promozione sportiva
Csen Sicilia (nella persona di Sergio Cassisi) e Opes Danza (nella persona di
Enrico Di Prisco), che hanno supportato me, insieme a tutti i miei colleghi e
le Asd del territorio siciliano, fornendoci i giusti consigli, protocolli e
talvolta efficaci incoraggiamenti. Abbiamo fatto rispettare tutte le norme anti
contagio in modo scrupoloso, la mia opinione è che ci sia una sorta di
accanimento contro scuole di danza e palestre, perché la scelta di farci
chiudere è davvero irrazionale. Il nostro settore è stato bastonato, spiace
molto vedere e sapere che tanti colleghi, dopo anni di studio e sacrifici,
siano stati costretti a chiudere l’attività. Questo dimostra che i sussidi non
sono stati sufficienti… Basti pensare che le ASD e le SSD, hanno avuto una
perdita tra l’80 e il 90% nell’anno 2020, e nella migliore delle ipotesi,
quando la burocrazia lo ha consentito, hanno ricevuto sussidi per il 10-20%.
Nel 2021, invece, abbiamo perso completamente la stagione
sportiva. Questi sussidi sono serviti a coprire solo parzialmente i canoni
d’affitto e le altre spese fisse. Per gli istruttori, invece, è stato previsto
un bonus, di cui ha potuto beneficiare solo chi era in possesso di un regolare
contratto di collaborazione. Da questo punto di vista mi sento di ringraziare
l’ex Ministro Spadafora, che si è speso per darci una mano e per supportare il
mondo dello sport. In questo periodo, infatti, Sport e Salute SPA ha funto da
ente di previdenza per i lavoratori dello sport. L’augurio è che, con i provvedimenti
governativi ad hoc già in atto, possa diventarlo a tutti gli effetti. Grazie alla
piattaforma predisposta da questo ente, in tempi brevi, sono stati censiti gli
istruttori e sono stati erogati i bonus. In Italia, all’inizio della pandemia,
gli istruttori sportivi erano poco più di 130.000. Devo sottolineare che la
crisi di governo ha causato dei gravissimi ritardi nelle tempistiche dei
ristori. I bonus di gennaio, febbraio e marzo sono arrivati soltanto a fine
aprile, è una cosa gravissima. Siamo stati dimenticati da tutti per tre mesi”.
Dallo sport un messaggio di
speranza
“L’amore per lo sport rimane, dico sempre che lo sport è una necessità e un diritto per tutti. L’attività sportiva, è scientificamente dimostrato, rafforza il sistema immunitario, produce benessere per il corpo. Non ha senso privarci di questo diritto. La pandemia, secondo me, va combattuta con gli atteggiamenti giusti, il terrorismo psicologico è dannoso. Bisognerebbe, invece, evidenziare gli atteggiamenti corretti ed intelligenti per contenere il virus. Penso, ad esempio, alla corretta alimentazione ed all’efficace supplementazione alimentare, che consiste nell’assunzione di vitamine e minerali, tra cui ad esempio le vitamine D e C, al fine di rafforzare le nostre difese primarie.
La paura, al contrario, è dannosa per il nostro sistema immunitario e genere la pandemia mentale, che fa più male di ogni altra cosa. Questo momento di difficoltà deve servire da monito. Noi tutti, istruttori sportivi, vogliamo ripartire alla grande e ci auguriamo che le istituzioni restituiscano allo sport il giusto valore e il ruolo che esso svolge nella nostra società”.
Vittorio Sangiorgi