Fino a qualche giorno fa tutto sembrava procedere verso la zona bianca fino al 14 giugno, ora sembra che ci sia un rallentamento
I dati non mandano la Sicilia in “bianco”, almeno per ora. Fino a qualche giorno fa tutto sembrava procedere verso la zona bianca fino al 14 giugno, ora sembra che l’Isola non sarà tra le 12 regioni “fortunate” a tagliare il traguardo nelle prime due settimane del prossimo mese.
PERCHE’ Il 21 GIUGNO
La Sicilia fino alla scorsa settimana aveva un Rt a 0,78 e non era vicina alla soglia dei 50 casi settimane ogni 100mila abitanti e nemmeno questa settimana dovrebbe esserlo.
E siccome servono tre monitoraggi consecutivi con meno di 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti per il passaggio in zona bianca, la matematica non è un’opinione (anche se a volte in pandemia lo è stata…) e dunque non potrebbe passare al “quasi liberi tutti” il 14 giugno.
Il prossimo report della Cabina di regia sull’andamento epidemiologico, atteso venerdì, certificherà che Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Molise, taglieranno l’ambito traguardo lunedì 31 maggio.
Il 7 giugno dovrebbero toccare ad Abruzzo, Veneto, Liguria e Umbria, che questa settimana sono alla seconda settimana con dati da “bianca”. A queste regioni, a partire dal 14 giugno, potrebbero unirsi Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Lazio, provincia di Trento e Puglia. Tutte regioni con dati a ridosso dei 50 contagi. La Sicilia, secondo dati odierni, non sarebbe in lista.
LE REGIONI SPINGONO
E’ condivisa con il Governo la linea di azione per le zone bianche proposta dalle Regioni, che sarà poi recepita in una prossima ordinanza del Ministro della Salute: la proposta prevede che -fermi restando i criteri base della prevenzione, mascherine, distanziamento, areazione e sanificazione luoghi chiusi- una volta che una Regione entri nella zona bianca, sia superato il cosiddetto ‘coprifuoco’ e si possano anticipare al momento del passaggio le riaperture delle attività economiche e sociali per le quali la normativa vigente dispone già la ripresa delle attività in un momento successivo.
“Anticipazione al momento del passaggio in zona bianca delle riaperture delle attività economiche e sociali per le quali la normativa vigente dispone già la riapertura in un momento successivo”.
Per questa fascia viene anche precisato il “superamento delle limitazioni orarie alla circolazione e alle attività”, fermo restando il rispetto degli obblighi sull’utilizzo delle mascherine e il “distanziamento per scongiurare gli assembramenti”. Inoltre, “il riferimento per lo svolgimento delle attività è quello delle ‘Linee guida per la riapertura delle attività’”.
Nella proposta, inoltre “il riferimento per lo
svolgimento delle attività è quello delle “Linee guida per la riapertura
delle attività economiche e sociali”, adottate dalla Conferenza delle
Regioni e delle Province autonome e degli altri protocolli, ai sensi dell’art.
12 del d.l. 65/2021″. La condivisione della linea di azione per le zone
bianche è emersa dopo l’incontro fra il ministro della Salute, Roberto
Speranza, e il Presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga,
a cui hanno partecipato anche Giovanni Rezza, Direttore Generale della
Prevenzione del Ministero della Salute e Silvio Brusaferro, Presidente
dell’Istituto Superiore di Sanità
COS’E’ LA ZONA BIANCA
In questa fascia sono collocate quelle regioni con uno scenario di tipo 1, che prevede una incidenza di contagi inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti, per tre settimane consecutive.
Una volta raggiunto questo obiettivo, nei territori in
questione sarà possibile circolare liberamente senza coprifuoco, potranno riaprire
palestre e piscine ma anche teatri, cinema, sale da concerto. Bar e
ristoranti, inoltre, avranno l’opportunità di accogliere i clienti anche
alla sera. L’unica precauzione in vigore sarebbe quella legata all’uso della
mascherina e al divieto di assembramento.