Il rettore Salvatore Cuzzocrea traccia, in esclusiva al QdS, un bilancio dei primi tre anni al vertice dell’Ateneo. Giunto a metà del mandato, i tanti obiettivi raggiunti sono soltanto un inizio
MESSINA – Siamo ormai al giro di boa. Sono stati tre anni intensi per Salvatore Cuzzocrea, rettore dell’Università degli Studi messinese, che vuole proseguire – fino alla conclusione del suo mandato nel 2024 – sulla strada tracciata finora, mettendo sempre al centro la qualità della ricerca, dell’offerta formativa e dei servizi per gli studenti.
In questi anni sono stati istituiti dieci nuovi corsi di laurea, immessi 180 nuovi ricercatori, spesi 35 milioni di euro per riqualificare plessi o costruire nuove residenze. Una linea amministrativa che ha portato alla crescita degli immatricolati e ai tanti riconoscimenti internazionali per i progetti di ricerca. Rispetto allo scorso anno, i nuovi iscritti sono aumentati di circa il 20% (6.400) e grazie anche agli incentivi regionali sui rientri negli Atenei siciliani, sono sempre di più i giovani che studiavano fuori che decidono di proseguire il percorso all’Università di Messina.
State vivendo un anno accademico complicato. Come lo avete affrontato?
“Un anno difficile, ma grazie al personale tecnico-amministrativo e al lavoro del direttore generale, lo abbiamo gestito bene. Siamo riusciti a erogare i nostri servizi e i ragazzi si sono laureati, ci siamo trasformati telematicamente velocemente e ora ci apprestiamo a tornare alla normalità. Abbiamo deliberato che da giugno esami e lauree saranno in presenza e anche i tirocini sono ripartiti, così come le attività ricerca. A ottobre dovremmo tornare pienamente alla normalità: la tecnologia ci ha indicato molte opportunità che non abbandoneremo, però è importante, specie per i ragazzi, vivere la vita universitaria in presenza.
In che settore cresce UniMe?
“Quasi in tutti i settori c’è stata una crescita importante in termini anche di ricerca e internazionalizzazione. Se guardiamo i dati di Qs, dove siamo entrati per la prima volta, l’area biomedica eccelle come l’area di biologia marina con tutta la parte dell’impatto sul mare. I primi tre anni hanno portato ottimi risultati, dobbiamo proseguire su questa strada. Qs rappresenta il mondo, essere nei primi cinquecento nel caso The e per Qs nei primi mille, 32° in Italia, è la prova che questa amministrazione ha fatto scelte vincenti”.
Cosa è cambiato rispetto al passato?
“Abbiamo fatto degli investimenti importanti sui giovani. Questa è l’amministrazione che ha fatto 186 procedure concorsuali per i ricercatori a tempo determinato di tipo A e di tipo B, ha dato la possibilità al passaggio di ruolo di associato a molti giovani che erano in attesa, ha rilanciato gli assegni di ricerca sui fondi dell’Ateneo. In due anni sono stati inseriti circa trecento nuovi soggetti in diversi ruoli nell’ambito della ricerca, un motore che è così ripartito. La grande diversità è stata nel trovare risorse finanziarie importanti per i dottorandi, gli assegnisti, i ricercatori a tempo determinato, senza toccare le altre normali aspettative”.
Quanti investimenti sono ancora previsti?
“Ai 180 ricercatori spero se ne aggiungano altrettanti nei prossimi tre anni e dare alla fine di questo mandato almeno quattrocento nuovi ricercatori all’Università di Messina. Il costo per triennio è di 150 mila euro a ricercatore, oltre ai punti organico ai dipartimenti, i dottorati di ricerca che sono stati innovati e aumentati”.
Avete creato collegamenti con il mondo del lavoro?
“Sono stati incrementati i tirocini. Con Almalaurea siamo riusciti finalmente ad aprire lo sportello a Messina e adesso incontriamo le aziende, seppure in un territorio povero dal punto di vista imprenditoriale. Il rapporto tra laureati e inserimento lavorativo è in miglioramento: non è come quello di Milano, ma da rettore sono orgoglioso che molti laureati trovino lavoro al Nord o all’estero. Certo, da siciliano mi chiedo perché debbano andare a lavorare da altrove…”.
UniMe ha investito anche nell’edilizia…
“Circa 35 milioni di euro da quando sono rettore, con trenta cantieri aperti. L’Università è riuscita a partecipare a un bando nazionale del Mise che abbiamo vinto con dieci milioni di euro cofinanziati dal Ministero. Ci sono progetti per altri trenta milioni di euro che prevediamo di mettere in campo”.