Il presidente provinciale di Confocommercio Ragusa, Gianluca Manenti: “Lo scorso anno abbiamo perso di più rispetto alla media registrata nel resto del Mezzogiorno. Necessario sforzo in più”
RAGUSA – Sono numerose le aziende che hanno subito un calo notevole in questo anno così come numerose sono quelle che hanno chiuso i battenti. Non ci vuole molto a capire che la maggior parte di queste imprese fanno parte del settore terziario, ossia quello che ha fatto maggiormente le spese della crisi da Covid19.
I dati sono drammatici e basta fare un giro nelle città per vedere quante saracinesche sono rimaste abbassate. La Sicilia che vive fondamentalmente di turismo ne è la dimostrazione più lampante. La provincia iblea, in particolare, sta pagando duramente il peso di mesi di lockdown e di quasi totale assenza di turisti.
Se prima gli operatori del settore ipotizzavano cifre e dati, adesso arrivano le conferme ufficiali dell’Istat secondo cui nel 2020 il settore “Commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni” guida la triste classifica della perdita di valore aggiunto, con l’area iblea che si attesta, per quanto riguarda il comparto, a un -16,1 per cento. Per quanto riguarda il resto del Mezzogiorno, la perdita è stata pari in media al -14,5 per cento.
“Quindi – ha sottolineato il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – lo scorso anno abbiamo perso ancora di più rispetto alla media che si è registrata nel resto del Mezzogiorno. Significa che dovremo compiere uno sforzo ulteriore nel tentativo di recuperare il terreno perduto”.
I dati sono contenuti nella “Stima preliminare del Pil e dell’occupazione a livello territoriale” dalla quale emerge che, nello scorso anno, il prodotto interno lordo è sceso dell’8,9 per cento in provincia di Ragusa (dell’8,4 per cento, invece, al Sud).
“L’occupazione è diminuita in modo più omogeneo a livello territoriale: -2,4 per cento nell’area iblea (-2,1 per cento, in media al Sud) – ha aggiunto Manenti – La nostra area provinciale, in sistema con il resto del Sud-Est, condivide col Nord-Est la peggiore performance del settore del Commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni (-16,1 per cento) mentre l’industria registra in quest’area la contrazione meno marcata (-9,9 per cento)”.
“Fanno registrare un andamento meno negativo di quello medio nazionale – continua a spiegare il presidente provinciale di Confcommercio – i settori delle Costruzioni (-6,0 per cento), dei Servizi finanziari, immobiliari e professionali (-5,1 per cento) e degli altri servizi (-5,2 per cento). Significa che c’è parecchio da fare per superare questo gap e per riuscire a ritornare ai livelli pre-crisi, circostanza che tutti auspichiamo”.
“Sono indispensabili – ha proposto Manenti – misure specifiche di sostegno al comparto che non possono esaurirsi soltanto con una serie di provvedimenti ma che, piuttosto, devono risultare il più possibile estesi nel tempo, almeno nei prossimi due anni”.