Negli Usa aumento esponenziale di intossicazioni e avvelenamenti da Ivermectina per cura contro il coronavirus. Un problema che potrebbe riguardare presto anche il nostro Paese
Terapie e cure alternative per combattere il virus Sars-Cov-2? Molte di queste cominciano a diventare un serio problema, perché molte persone per sfuggire alla vaccinazione anti-Covid, e per curarsi in casa una volta contagiati, senza andare in ospedale, rischiano serie conseguenze, persino la morte.
E’ quello che sta accadendo gli Stati Uniti con l’uso, anzi l’abuso, dell’Ivermectina, un antiparassitario per animali che a piccole dosi può essere usato anche nell’uomo. Ad oggi non esistono evidenze che ne attestino l’efficacia nelle persone infette dal Covid, a cominciare dalla FDA americana dall’EMA in Europa.
Nel corso della trasmissione
“Di Martedì” su La7, ieri sera, la dottoressa Ilaria Capua, direttrice dell’UF One Health Center dell’Università della Florida
ha detto: “L’Ivermectina è un farmaco pericoloso per le persone,
è un vermifugo per cavalli. Non è registrato per le persone, non serve a
niente contro il Covid, anzi, fa male. Non andiamo dietro a queste fandonie“
Che cos’è l’ivermectina e
perché non va usato per curare il Covid
Come riporta l’Agenzia Italiana del Farmaco, “all’interno dell’Unione europea le compresse di ivermectina sono approvate per il trattamento di infezioni parassitarie (oncocercosi e strongiloidiasi), mentre le preparazioni cutanee si prescrivono per condizioni come la rosacea, un’alterazione patologica della cute che di solito coinvolge la parte centrale del volto”. Inoltre, sempre secondo le indicazioni dell’Aifa, “il medicinale è autorizzato ad uso veterinario, in quantità tossiche per gli esseri umani, oltre a contenere ingredienti inattivi mai valutati nelle persone”.
E’ chiaro che l’uso umano
è consentito ma in caso di abuso, però, si verificano effetti avversi
gravi anche nelle preparazioni per l’uomo: diarrea, ipotensione, vertigini,
atassia (perdita della coordinazione), convulsioni, coma. Fino alla morte.
L’abuso di Iverctmina in Usa, è boom prescrizioni negli Stati dove la vaccinazione è scarsa
Secondo quanto riporta un
articolo di Today: “negli Stati Uniti le prescrizioni sono
passate da una media di 3.600 a settimana alle 88.000 di luglio,
mentre le chiamate arrivate ai centri antiveleni per
l’abuso di questo medicinale sono quintuplicate. Non solo.
Il farmaco sembra avere
grande successo tra chi è scettico o contraro ai vaccini. I dati di Google
Trends degli ultimi 12 mesi mostrano un forte aumento della chiave di
ricerca “Ivermectina” tra la popolazione statunitense.
L’interesse inizia ad aumentare intorno alla metà di luglio e raggiunge il
picco nell’ultima settimana di agosto e nella prima settimana di settembre.
I cinque Stati in cui
il numero di ricerche è stato maggiore sono, in ordine decrescente,
Oklahoma, Alabama, Arkansas, Mississippi e Louisiana, che guardacaso – rileva
Forbes – sono anche tra gli Stati con i tassi di vaccinazione più bassi del
Paese”.
L’appello social della Fda, “non siete cavalli, smettetela”
Negli Usa è così usato
nelle cure anti-Covid fai-da-te da aver costretto la Fda (Food and
Drug Administration), l’ente governativo, a un appello su twitter dopo
la crescita esponenziale di intossicazioni e avvelenamenti, scrivendo: “Non
siete cavalli. Non siete mucche. Seriamente, a tutti. Smettetela”.
E scrive, ancora, in un
nota la Fda americana: “non è stato autorizzato o approvato l’ivermectina
per il trattamento o la prevenzione di COVID-19 nelle persone o negli
animali. L’ivermectina non ha dimostrato di essere sicura o efficace per queste
indicazioni”.
“I prodotti a base di Ivermectina
per animali sono diversi dai prodotti per le persone – conclude la Fda – I
farmaci animali sono spesso altamente concentrati perché sono usati per animali
di grossa taglia come cavalli e mucche, che possono pesare molto più di noi,
una tonnellata o più. Tali dosi elevate possono essere altamente tossiche negli
esseri umani”.