Sarebbe un grave errore di prospettiva pensare che i fondi del piano europeo (Next Generation EU) siano destinati esclusivamente o prevalentemente a tappare i nostri deficit reali arretrati
Sarebbe un grave errore di prospettiva pensare che i fondi del piano europeo (Next Generation EU) siano destinati esclusivamente o prevalentemente a tappare i nostri deficit reali arretrati ed a risarcire i danni da Covid da molti subiti.
Lo abbiamo tra l’altro ribadito nella scorsa puntata nella quale abbiamo spiegato perché pensare che i fondi Ue siano la soluzione a tutti i nostri problemi sia un’illusione.
Essi ci devono aiutare a passare in un’altra epoca sotto molti profili: la sanità al primo posto, la scuola al secondo, le energie rinnovabili al terzo, l’amministrazione pubblica al servizio dei cittadini e non per schiacciarli. Questi sono gli obiettivi collettivi fondamentali che dobbiamo perseguire oltre a risarcire i danni di chi ha più sofferto e tappare i buchi del passato.
Ma c’è anche un altro tema, quello relativo al debito pubblico, che merita una lettura più serena rispetto a quella dominante.
In relazione a ciò ho anche sottolineato il grande significato della MMT (Modern Monetary Theory), che si sta sviluppando rapidamente in America. Ma mi sono riservato di ritornare sul tema per illustrare la differenza fondamentale che esiste tra i paesi dotati di una piena sovranità monetaria (come gli USA) e i paesi che hanno rinunciato alla loro sovranità monetaria (come l’Italia e gli altri paesi dell’Euro).
Il paese con piena sovranità monetaria può battere moneta per fronteggiare le necessità della spesa pubblica. Il paese senza sovranità monetaria (Italia) ha rinunciato a servirsi di questo strumento e, quindi, la nuova politica monetaria dipende dalla Banca Centrale Europea e dalla volontà dei partner dell’Unione. E’ una posizione scomoda ma indietro non si torna. Si può solo andare avanti, per completare la costruzione e far sì che l’UE evolva verso una posizione simile a quella degli USA e degli altri paesi a piena sovranità monetaria; e questo dipende, in gran parte, da noi. Se sapremo fare buon uso dei contributi europei e sapremo risanare, almeno in parte, le nostre piaghe bibliche (cose entrambe che dipendono solo da noi) non dobbiamo preoccuparci troppo.
Lentamente e ragionevolmente riporteremo il nostro debito pubblico a un livello più sostenibile. Ma se faremo un flop, questo sarà un flop non solo nostro ma della intera politica europea e ci troveremo veramente in un mare di guai. La solidarietà europea ci ha dato una grande mano, ma gli stessi patti che hanno permesso e favorito questa solidarietà ci possono affossare.