Covid, 3mila gli agenti carceri non vaccinati, non 13mila - QdS

Covid, 3mila gli agenti carceri non vaccinati, non 13mila

Covid, 3mila gli agenti carceri non vaccinati, non 13mila

mercoledì 22 Settembre 2021

Secondo il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria "Non corrisponde al vero la notizia irresponsabilmente diffusa che sarebbero 13mila, gli agenti non ancora vaccinati"

“Non corrisponde al vero la notizia irresponsabilmente diffusa che sarebbero 13mila, vale a dire uno su tre, gli agenti non ancora vaccinati, ma sono poco più di tremila. I dati del Dap, a cui pure si fa riferimento, non tengono conto e d’altronde non potrebbero farlo dell’alto numero di personale che si è autonomamente vaccinato rivolgendosi alle strutture preposte”. A sostenerlo, evidenziando che il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria “non ha alcuna responsabilità”, visto che “dispone solo dei dati del personale che ha avviato alla vaccinazione”, è il sindacato della polizia penitenziaria Spp.

In base alle ultime stime del Dap, aggiornate al 20 settembre scorso sono 24.328 su 36.939 i poliziotti penitenziari avviati alla somministrazione e i positivi al Covid tra di loro sono 109, uno solo dei quali ricoverato in ospedale. Il maggior numero di casi sono in Sicilia (19) e Campania (15) che sono anche le regioni “con meno personale vaccinato”.

L’intervento del Spp è finalizzato a fare “chiarezza” dopo che, a seguito della firma del decreto Green Pass da parte del Presidente della Repubblica, sarebbe partita ” una sorta di ‘caccia’ al personale penitenziario non ancora vaccinato”.

“Noi – evidenzia il segretario Aldo Di Giacomo – ci siamo da sempre espressi a favore dell’obbligo vaccinale per una categoria, al pari delle altre delle forze dell’ordine, di quelle sanitarie e di lavoratori a contatto con il pubblico, che necessitano di tutela personale e delle proprie famiglie oltre che a garantire la tutela degli altri, nel nostro caso detenuti, familiari ed avvocati dei detenuti. Siamo, pertanto, in attesa di una circolare esplicativa sull’uso del Green Pass nelle carceri. Per ora il sistema di applicazione del Green Pass che non funziona: si obbliga il Green Pass per il personale penitenziario che ha diritto a consumare il pasto in mensa, mentre si esonerano i familiari e gli avvocati nei colloqui con i detenuti con la ‘convinzione’ che sarebbero sufficienti vetrate o pannelli ad ‘isolare’ il virus dopo che familiari ed avvocati hanno circolato in spazi degli istituti penitenziari”.

Il sindacato ribadisce inoltre la propria “ferma opposizione” all’ipotesi di una “liberazione anticipata speciale” di categorie di detenuti legata alla pandemia e “alimentata dalle solite associazioni vicine ai detenuti”

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