Vita notturna indisciplinata, intere aree invivibili per i residenti e Ztl rimasta “sulla carta”. Ennesimo tentativo di mettere ordine nel centro storico, ma i controlli sono rari
CATANIA – La “Movida” catanese ancora al centro di un acceso dibattito. Dopo la firma del Codice Etico da parte della Fipe Confcommercio e Fipe Conals, sottoscritto anche dal sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli e dal presidente della Camera di commercio, Pietro Agen, una sorta di manuale di comportamento che dovrebbe servire a pacificare il clima creatosi tra residenti e operatori commerciali del centro storico, non si placano le polemiche. La questione principale riguarda l’opportunità di regolamentare la vita notturna del centro storico con un codice etico, quando basterebbe che fosse garantito il rispetto delle leggi, delle norme e delle numerose ordinanze sindacali, moltiplicatesi nel corso degli ultimi anni.
Ad evidenziarlo non solo i rappresentanti del Cidec, la Confederazione italiana degli esercenti e commercianti, ma gli stessi residenti riunitisi in comitato, che pongono l’accento sulla necessità di rispettare le regole esistenti, piuttosto che sottoscrivere codici e codicilli, rimasti in passato lettera morta. “I commercianti non hanno bisogno di codice etico – afferma Roberto Tudisco, rappresentante Cidec – quello che serve realmente è soprattutto vigilanza e misure antiabusivismo. Chi rispetta le regole – continua – non ha bisogno di sottoscrivere nessun codice etico”. Stessa posizione quella dei residenti, che sottolineano quanto il problema principale sia la assoluta mancanza di controlli, l’assenza di forze dell’ordine che vigilino sul rispetto delle norme imposte. “Di ordinanze – affermano i rappresentanti dei residenti – ce ne sono state tantissime nel corso degli ultimi anni, ma nessuna è servita a ripristinare ordine e garantire vivibilità, dal momento che sporadici sono i controlli da parte dei vigili urbani, che diventano quasi nulli dopo la mezzanotte, quando ce ne sarebbe maggiore bisogno”.
In questo panorama, ci si chiede a che cosa possa servire la nuova ordinanza che impartisce indicazioni volte a migliorare lo stato di pulizia, tutelare la quiete pubblica, il riposo dei residenti e il decoro delle aree del centro storico dove operano i “Caffè Concerto”, ordinanza che il sindaco ha fatto predisporre e che ha sottoposto ai rappresentanti dei commercianti e dei residenti, dal momento che quelle precedenti (le sei sulla sicurezza e quella ribattezzata “ammazza Movida”, tutte del luglio 2009, avrebbero dovuto regolamentare i rapporti tra commercianti e residenti) non hanno modificato la situazione. Non la mancanza di regole, ma la totale assenza di qualcuno che le faccia rispettare sembra essere, dunque, il vero problema del centro storico, problema che non riguarda certo solo i pub e la vita notturna. La gestione della Ztl, ad esempio, rappresenta un altro esempio eclatante di mancanza di tutela dell’ordine pubblico. L’area interdetta al traffico in via definitiva dallo scorso mese di settembre, sembra essere tale solo sulla carta: macchine, motorini, persino furgoni transitano liberamente nella zona ogni giorno, dal momento che nessuno è preposto ai controlli ai varchi e delle telecamere sorveglianza ancora non v’è traccia. Chissà quanti soldi sarebbero entrate nelle casse comunali se, per ogni, quotidiana, violazione, fossero stati elevati i verbali.