Cani randagi a Catania, risponde l'Assessore comunale Cristaldi - QdS

Cani randagi a Catania, risponde l’Assessore comunale Cristaldi

Cani randagi a Catania, risponde l’Assessore comunale Cristaldi

giovedì 07 Ottobre 2021

Alle sollecitazioni dell'avvocato Maravigna, portavoce delle associazioni animaliste. Nessuna deportazione in Germania, ma milleduecento cani da sfamare. E far adottare. Il nodo sterilizzazioni

Torna d’attualità la questione randagismo a Catania dopo la polemica tra le associazioni animaliste e l’Assessorato comunale per la Tutela e il benessere degli animali, accusato di voler trasferire i cani randagi da Catania alla Germania. Il QdS.it ha approfondito la questione mettendo a confronto le affermazioni dell’avvocato Pietro Ivan Maravigna, portavoce degli animalisti, e l’assessore Michele Cristaldi.

Il video incriminato

Maravigna ha raccontato di essere venuto a conoscenza della vicenda per ragioni professionali “perché alcune associazioni animaliste, che conoscono il mio impegno per la causa, si sono rivolte a me per presentare un esposto conoscitivo alla Procura della Repubblica, al fine di verificare che quanto stava avvenendo fosse regolare”. L’avvocato ha detto di aver ricevuto dalle associazioni “un video nel quale si vedono alcuni soggetti recarsi nei canili dove si trovano i randagi censiti dal Comune di Catania e chiedere età, altezza, peso, stato di salute e patologie degli animali”.

“Si è venuto a sapere che – ha aggiunto il legale – c’è un ponte tra un’associazione di Roma abbastanza chiacchierata e un’associazione tedesca che ha un sito inaccessibile agli esterni e una sconosciuta associazione locale”.

Cristaldi tranquillizza tutti

“Voglio – ha risposto Cristaldi – tranquillizzare tutti: non è prevista alcuna deportazione di massa, alcun trasferimento e alcuna vendita. Ho semplicemente incontrato, come faccio quotidianamente, tre associazioni animaliste che avevano proposto una collaborazione per le adozioni. Il mio dovere di assessore è quello di ascoltare tutti. Le associazioni hanno anche fatto una visita nelle nostre strutture convenzionate. Il Comune li ha semplicemente messi in contatto con i gestori delle strutture, per concordare la visita. Non si tratta di carceri dove si entra con un’autorizzazione. Anzi, qualsiasi associazione animalista ha il diritto di entrarvi. Dopo questa visita, le associazioni in questione, avrebbero potuto farmi una proposta. Era semplicemente una fase preliminare ed interlocutoria. Da questo si è inutilmente sollevato un polverone mediatico che ha soltanto gettato discredito su Catania, dipinta come la città che fa deportazioni o trasferimenti di massa”.

Maravigna, ci sono state ammissioni

“Nonostante la smentita dell’assessore Cristaldi – ha replicato Maravigna – un esponente dell’associazione locale è uscito allo scoperto e ha diffuso un video sui social, in cui sosteneva la bontà del progetto, rassicurava tutti sulla tutela degli animali e smentiva il sospetto di possibili sperimentazione sui randagi. Dopo questo episodio sono arrivate le prime ammissioni e c’è stato l’incontro con una delegazione di associazioni animaliste”.

Cristaldi, lavorare insieme sulle adozioni

“Mi chiedo, tecnicamente – ha sottolineato l’assessore Cristaldi – come si dovrebbe fare a trasferire milleduecento cani. Il dato serve a far comprendere l’infondatezza della cosa. Dopo un incontro con le associazioni animaliste e un chiarimento, si sono proposte di collaborare ancor di più per promuovere le adozioni. Quindi, magari, da una vicenda negativa come questa, può nascere qualcosa di positivo. I canili comunali sono e devono rimanere aperti, perché dobbiamo cercare di far adottare i cani, perché rappresentano un costo ma soprattutto perché non vivono bene aspettando la morte in un canile. Le adozioni, peraltro, seguono un percorso autorizzativo ben preciso. Non va dimenticato, conclude, che il Comune di Catania, nonostante il dissesto, mantiene i milleduecento cani trovati nelle strutture. Si dovrebbe evidenziare questo, anziché bollarci come deportatori”.

Maravigna, una gestione allucinante

Tuttavia, secondo Maravigna, “ci sono grandissime perplessità sull’azione amministrativa e sulla trasparenza: non ci si può rivolgere ad associazioni estere e ci sono regole ferree sull’adozione internazionale”.
Anzi, in Sicilia – in quanto regione autonoma in materia di Sanità -, vige, ha spiegato il legale, “il Decreto Gucciardi che disciplina in maniera rigorosissima le adozioni internazionali, che non possono essere fatte per blocchi. Ci sembra strano, poi, che siano stati chiesti tutti i cani anziani e fobici… Chi è che vorrebbe adottarli? Da qui il sospetto che servano per altro, per pratiche di sperimentazione”.

Insomma, per Maravigna, “anche a voler ammettere la buona fede dell’Assessore si tratta di una gestione davvero allucinante: il problema per il Comune è di natura economicasto l’elevato costo . C’è, inoltre, una grande questione politica alla quale l’assessore non dà alcuna risposta: dal giorno in cui ha assunto la delega alla tutela e benessere degli animali quante sterilizzazioni di randagi sono state fatte? Al Nord il fenomeno randagismo non esiste, proprio grazie alle campagne di sterilizzazione. Speriamo che, grazie al pandemonio da noi suscitato, venga messa in piedi una procedura trasparente. Non siamo contrari alle adozioni, ma vogliamo che siano serie, controllabili e documentabili.

Cristaldi, sterilizzazioni in corso

“Le sterilizzazioni – ha risposto Cristaldi – sono in corso, se ne occupa l’Asp veterinaria. Noi cerchiamo di sollecitarle il più possibile. Aabbiamo chiesto e speriamo di ottenere un ampliamento delle campagne di sterilizzazione per cercare di arginare il fenomeno del randagismo. Non saprei quantificarle numericamente senza un aggiornamento con l’Asp veterinaria. Noi prenotiamo l’intervento per tutti i cani che recuperiamo, ma sia chiaro che il Comune non ha un suo ambulatorio per le sterilizzazioni”.

Vittorio Sangiorgi

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