Messina. Protezione del territorio e mancata prevenzione.
I richiami. Gli esperti della Protezione civile e del Genio civile richiamarono più volte l’attenzione delle istituzioni, sollecitando interventi urgenti per mettere in sicurezza le zone più a rischio.
Le emergenze. Dai verbali risulta che veniva lamentato l’isolamento di alcuni villaggi cittadini, lo stato dei torrenti nella zona Sud e l’assenza di adeguate vie d’accesso necessarie ai residenti.
MESSINA – Quegli allarmi profetici della Commissione urbanistica. Sintetizziamo in questi termini i resoconti della seconda commissione consiliare, fucina di allarmi inascoltati, sedute deserte ed illustri assenti tra le fila della Giunta comunale.
Nonostante la snervante attività del suo presidente, Domenico Guerrera (Il Centro con D’Alia), che più volte ha chiamato alla responsabilità gli organi competenti in materia (le sue denunce, in diverse occasioni, sono state oggetto delle nostre inchieste), la segnalazione delle criticità del nostro territorio e gli allarmi su possibili rischi di dissesto idrogeologico sono stati resi vani da una sorta di atteggiamento fatalistico che ha cancellato ogni velleità di monitoraggio del territorio.
Durante la seduta del 15 settembre, quasi venti giorni prima che la terribile alluvione investisse la zona Sud della città, Antonio Rizzo, ingegnere esperto di Protezione civile, annunciò che “violenti fenomeni atmosferici potrebbero verificarsi e sarebbero molte le conseguenze sul dissestato territorio messinese”.
Intervenuto in commissione in rappresentanza dell’assessore alla Protezione civile, Fortunato Romano (“che si è fatto attendere in diverse occasioni”, precisa Guerrera durante una nostra intervista), l’esperto, rispondendo agli interventi dei consiglieri, richiamò la classificazione delle aree a rischio nell’ambito del Piano di Stralcio di Assetto idrogeologico, il documento che classifica le aree e stanzia i finanziamenti per le zone più a rischio (da R1 a R4), evidenziando la necessità di ridefinire la mappatura di queste aree in relazione alle esigenze contingenti del territorio.
Giampilieri e altre zone della città, come abbiamo evidenziato nella nostra inchiesta pubblicata lo scorso 4 novembre sul Qds (n. 207), non sono considerate zona a rischio elevato dall’attuale Pai (2006), sebbene, come evidenziato da Rizzo durante la seduta, “il 40% delle criticità siciliane, è a Messina”. In merito alla messa in sicurezza del territorio, come si legge nel resoconto dell’intervento di Rizzo, la presentazione del Piano di Protezione civile comunale ha rappresentato un importante tappa per la messa in sicurezza del nostro territorio.
Ma da solo non basta: “Con l’assessore Isgrò (assessore alle Manutenzioni) si è prospettata una serie di progetti per intervenire sul territorio […] ma il problema principale è sempre quello della disponibilità dei fondi”.
Anche l’ingegnere capo della Protezione civile, Gaetano Sciacca, nella seduta successiva, quella del 18 settembre, richiamò l’attenzione delle istituzioni in merito agli interventi urgenti di messa in sicurezza del territorio, lamentando l’isolamento di alcuni villaggi cittadini, lo stato dei torrenti nella zona Sud e l’assenza di adeguate vie d’accesso a diversi villaggi. Capitolo a parte occorre destinare alle assenze illustri in Commissione da parte di diversi esponenti Giunta comunale: “Ho più volte invitato diversi assessori – afferma Guerrera – che hanno puntualmente disatteso le sedute della Commissione”.
I resoconti della Commissione parlano chiaro: “È la seconda riunione che convoca – si legge sul resoconto della seduta di giorno 8 Settembre, con riferimento all’intervento introduttivo di Guerrera – e che non vede la partecipazione degli assessori invitati, a fronte di un territorio che vive una particolare e difficile situazione soprattutto sul versante idrogeologico, per i rischi di dissesto incombenti. […] Ricorda infine, in questa breve premessa, che se in un’occasione precedente l’assenza degli assessori era giustificata dalla contestuale riunione di Giunta, oggi non è intervenuta alcuna giustificazione”.
Chiudendo la seduta del 15 settembre, il presidente della II Commissione, si legge, “prende atto che l’assessore Isgrò non ha partecipato alla seduta pur essendo nei corridoi del Palazzo, mentre l’assessore Capone è in ritardo”.