Comunicazione aziendale
DOSSIER ECOSISTEMA, UN PIANETA DA SALVARE
Un ponte tra i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e le aziende. È questo il ruolo che gioca ABS nell’attuale panorama industriale siciliano e italiano.
Un ruolo fondamentale dovuto alla principale mission dell’azienda: fornire ai propri clienti i giusti strumenti per mettere in atto un processo di digitalizzazione e di transizione ecologica necessario allo scopo di essere competitivi sul mercato.
“ABS nasce nel 1987 come società di ingegneria per automazione e controllo di processo nel settore dell’oil and gas – spiega l’amministratore di ABS, Michele Chiappetta – ma dal 2010 ho promosso la trasformazione dell’azienda in società multi-specialistica: non solo focalizzata sull’automazione e il controllo di processo ma con all’interno tutte le specialità dell’ingegneria (civile, strutture, meccanica, elettrica ecc..)”.
Il vero salto di qualità dell’azienda è avvenuto con le implementazioni delle officine elettrostrumentale e meccanica, che hanno consentito ad ABS di dare concretezza all’ingegneria che da sempre produce. Grazie anche all’elevato livello di istruzione e professionalità del personale impiegato, oggi la società è in grado di affrontare con la formula Epc (engineering, procurement and construction) lavori non solo nel settore dell’oil and gas ma anche in quello farmaceutico, del food and beverage e, in generale, del terziario. Oltre ad ampliare i settori a cui si rivolge, ABS ha puntato molto anche sull’esportazione dei suoi prodotti.
“Non ci limitiamo al mercato siciliano – aggiunge Chiappetta – ma lavoriamo un po’ in tutto il mondo. Copriamo tutta L’Europa e anche buona parte del Middle Est e, inoltre, avendo la qualifica con tutte le più grandi compagnie dell’oil and gas partecipiamo anche a gare internazionali”.
Grazie alle sue notevoli risorse e competenze, Abs è un’azienda chiave nel percorso di abbattimento delle emissioni prima, e decarbonizzazione poi, della maggior parte delle industrie siciliane, italiane ed estere, un ruolo che le permette di fungere da vera paladina della sostenibilità.
“L’impegno di ABS – dichiara l’amministratore – nella transizione ecologica è piuttosto consistente. Dal punto di vista energetico stiamo lavorando con diverse società che si occupano di energy management per lo sviluppo di prodotti a bassa intensità energetica. Quindi sostanzialmente abbassare il consumo di energia, in tutte le sue forme, che i prodotti e le soluzioni da noi elaborate comportano. Per cui la parola chiave è efficientamento degli impianti sia in termini di consumi energetici che in termini di emissioni di CO2 dato che queste ultime, ormai, sono pesantemente tassate. Tasse che, da fonti autorevoli del mercato, sembra siano destinate a raddoppiare il loro valore. Una situazione difficile che per le aziende meno strutturate potrebbe determinare anche la chiusura. In ogni caso, Il cammino è segnato (gli accordi a livello mondiale per la riduzione del riscaldamento globale sono un dato di fatto e le date sono note): l’unica cosa che c’è da fare è quella di assecondare questa transizione e diventarne player attivi”.
Quello che sta facendo ABS è proprio questo, sviluppando prodotti e relazioni con advisors che si occupano di energy management in modo da fornire ai propri clienti impianti a bassa intensità energetica anche, se necessario, con la formula del noleggio operativo. Una formula pensata appositamente per dare la possibilità di affrontare la transizione ecologica anche alle aziende che non hanno le disponibilità finanziarie necessarie a portarla avanti.
“Noi – aggiunge l’amministratore Chiappetta – ci proponiamo con una serie di partner per il finanziamento di impianti volti a ridurre l’impatto ambientale delle aziende che realizziamo in proprio e, successivamente, noleggiamo ai nostri clienti”. Secondo l’azienda di impiantistica industriale, il modo migliore per ottenere un efficientamento dei processi produttivi è quello della riduzione dell’Energy intensity index, una misura della quantità di energia che è necessaria per realizzare i prodotti e la riduzione del carbon foot print del prodotto stesso.
“La riduzione dell’Energy intensity index, essenziale per aumentare la sostenibilità dei prodotti – continua – si può ottenere con interventi di efficientamento che passano anche per una più profonda e capillare automazione degli impianti di produzione con l’implementazione di controlli avanzati già presenti, ad esempio, in alcuni processi di raffinazione. Si tratta di sistemi di controllo che, oltre ad utilizzare le classiche variabili fisiche come pressione, portata e temperatura, adoperano anche variabili analitiche ed economiche. Sostanzialmente parliamo di ottimizzatori in linea che orientano le scelte sulle possibili alternative da seguire sulla base di logiche riconducibili a parametri economici”.
Un altro fronte su cui sta lavorando l’azienda di Michele Chiappetta riguarda la cattura di CO2 tramite la progettazione di soluzioni tecnologicamente avanzate.
“Tecnicamente – dichiara Chiappetta – il processo di cattura di CO2 dalle emissioni gassose è molto complesso e richiede anche degli investimenti ingenti. Sostanzialmente la CO2, una volta separats dalle emissioni gassose degli impianti, viene compressa e pompata all’interno dei giacimenti esausti andando a sostituire quello che inizialmente era il gas naturale. Questo processo richiede oltre che ingenti investimenti anche la disponibilità di un giacimento esausto il che, ovviamente, limita l’applicabilità di tale tecnologia a pochissimi siti. Proprio per questo motivo ci stiamo concentrando sullo sviluppo di soluzioni che siano a supporto del processo di cattura e che riescano a trovare applicabilità anche in altri settori. Stiamo valutando quale sia la dimensione minima al di sotto della quale questa strada non è percorribile. Cioè, al di sopra di una certa quantità di emissioni la tecnologia attualmente disponibile è sostenibile, al di sotto no perché richiede degli investimenti troppo onerosi e comunque un aumento del grado di complessità del processo”.
Una strada verso la conversione energetica in chiave green è quella dell’idrogeno verde che viene definito dall’amministratore della società come “il giusto vettore energetico per affrontare la transizione”. ABS, attualmente, fa infatti parte di diversi gruppi di studio con l’obiettivo di mettere a punto design innovativi per aumentare efficienza e disponibilità degli elettrolizzatori.
“L’idrogeno verde – aggiunge l’amministratore di ABS – essendo prodotto dall’idrolisi dell’acqua sfruttando energia elettrica da fonti rinnovabili, consente di utilizzare l’energia chimica immagazzinata all’interno di questo gas in qualsiasi campo di applicazione: all’interno dei motori a combustione, immettendolo all’interno delle reti di distribuzione del gas naturale miscelandolo con lo stesso ,ecc. L’impiego di questo vettore energetico garantirebbe dunque una sostanziale diminuzione dell’immissione di CO2 in atmosfera con una soluzione assolutamente pratica e pulita. Potrebbe essere la soluzione giusta nel momento in cui gli impianti di elettrolisi dovessero diventare più efficaci e più semplici da gestire. Stiamo investendo in un piano di ricerca e sviluppo relativo alla messa a punto di un elettrolizzatore compatto e modulare”.
Una terza via verso la riduzione di emissioni di anidride carbonica è l’utilizzo di carburanti sintetici: ovvero quei carburanti che, una volta bruciati, emettono la stessa quantità di CO2 che è stata necessaria per produrli. Sostanzialmente il bilancio globale dell’anidride carbonica durante l’arco di vita del carburante è a saldo zero. “Anche su questa tecnologia – conclude Chiappetta – stiamo studiando e cercando di supportare i nostri clienti che si stanno avvicinando a questi prodotti e che presto cominceranno a fare dei grossi investimenti in tale direzione”.