Scoppiano due scandali per i due maggiori notabili del Pd meridionale. De Luca a Salerno e Orlando a Palermo
Scoppiano due scandali per i due maggiori notabili del Pd
meridionale. De Luca a Salerno e Orlando a Palermo.
L’infallibile Orlando, il primo campione della legalità, il
fondatore della Rete, primo esperimento del moralismo politico italiano, colui
che accusò perfino Giovanni Falcone, oggi viene indagato per aver falsificato i
bilanci da anni in compagnia di altre 23 persone.
Assessori, ragionieri generali, dirigenti del comune che sovrastimavano
entrate per impedire il naturale dissesto di un Comune fondato sulla spesa, derivante
da una mostruosa ed inefficiente macchina elettorale. Una macchina mostruosa
che al di là del dissesto finanziario ha lasciato i cittadini senza servizi
essenziali, immondizia non raccolta, bare accatastate, fra degrado e declino.
De Luca invece è al centro di uno scandalo a De Luca city,
Salerno, una città gestita in maniera padronale e patriarcale, tra cooperative
di sistema e voto di scambio.
Queste inchieste, guarda il caso strano, scoppiano appena
dopo il voto amministrativo dove Letta e soci inneggiano alla buona
amministrazione del PD.
Mentre le inchieste sulle deficienze degli uomini di Salvini
e Meloni scoppiano pochi giorni prima del voto.
La clessidra del tempo giudiziario in Italia ha ormai un
senso da barzelletta.
Il paese sul piano giudiziario è ritenuto dalla Comunità
Europea inaffidabile per molti motivi. Tanto è vero che la riforma della Giustizia
è uno dei primi punti chiesti dall’Europa per avviare il PNRR.
Ovviamente si tratta di coincidenze che anche i bambini
dell’asilo capirebbero immediatamente.
Ci si chiede come mai c’è questa disaffezione dal voto degli
italiani.
Serve qualcosa votare?
Tanto vale richiamare Moggi e Poggiolini in servizio.
La clessidra scorre ma a volte si blocca come Matrix.
L’importante è essere dalla parte dei giusti.
Giovanni Pizzo