Enti locali. Gli incredibili ritardi negli strumenti di legge.
Regole sulla carta. Gli istituti di partecipazione contenuti nello Statuto sono inapplicabili se non vengono concretizzati con un sistema di norme distinte per materia.
Il silenzio. Il sindaco Nicosia non vuole rispondere sull’argomento. Il presidente del Consiglio comunale D’Amato non fornisce delucidazioni. La denuncia avanzata dal consigliere Cannella.
VITTORIA (RG) – “Lo Statuto Comunale, la Carta Costituzionale del Comune di Vittoria, nonostante sia stato approvato più di quindici anni fa (con Delibere Consiliari n° 4, n° 22 e n° 25 del 1993) non è mai stato applicato nella nostra Città in quanto i necessari regolamenti attuativi, di competenza del Consiglio Comunale, non hanno stranamente mai visto la luce. Quindici anni di incredibili ritardi e omissioni con la complicità di sindaci, assessori, consiglieri, dirigenti e funzionari comunali.” A dirlo è il Consigliere comunale di Bellaciao-Rifondazione, Giuseppe Cannella, che non esita a parlare apertamente “di rischio di perdonismo sudamericano a Vittoria”.
Cannella rimarca come questo stato di cose appaia inaccettabile e come dia a Vittoria un triste primato difficilmente eguagliabile. “Vittoria ha disatteso – continua Cannella – in modo palese e grossolano le innovazioni portate da una serie di norme, molte delle quali contenute nella Legge 142, che hanno trasformato positivamente la vita e il funzionamento di tutti gli Enti Locali negli ultimi quindici anni. I rapporti tra Sindaco e Giunta da una parte e Consiglio Comunale dall’altro sono tutt’altro che facilitati da questo inquietante stato di cose. La confusione e la conflittualità permanente non sono collegati esclusivamente alla dimensione della politica e dei partiti. La mancanza delle regole e del rispetto delle regole amplifica e consolida lo sfascio politico-istituzionale a cui stiamo assistendo a Vittoria”.
Il Consigliere rifondarolo, però, non se la prende solo con l’attuale Consiglio comunale, ma chiarisce come il massimo consesso cittadino, rinnovatosi a più riprese negli anni, e le relative Commissioni Consiliari Permanenti formalmente adottano e seguono un Regolamento di funzionamento che si rifà a schemi deliberativi obsoleti del 1981 e del 1984 e che appaiono preistorici e assolutamente non in sintonia con le leggi e con lo Statuto vigente.
Ciò, sempre secondo Cannella, ostacolerebbe il diritto-dovere dei consiglieri ad operare in maniera efficace e democratica e genera un clima di confusione e di conflitto permanente tra i diversi organi a livello istituzionale.
“Tutti gli Istituti di partecipazione contenute nello Statuto – prosegue ancora Cannella – come le istanze, le petizioni, le proposte, le Consulte di settore, i referendum e le diverse forme di intervento a garanzia dell’accesso agli atti, alla trasparenza, al diritto di informazione, sono rimasti solo sulla carta e resi inapplicabili da un incomprensibile immobilismo dei Consigli Comunali che si sono succeduti nell’ultimo decennio. Su questi aspetti i Sindaci e le Giunte che si sono succedute poco hanno fatto in questa direzione.
“Tutta una serie di “strumenti” (consiliari, popolari e civici) di partecipazione e articolazione democratica, di programmazione e verifica delle scelte amministrative e di governo contenute nello Statuto rimangono ancora oggi colpevolmente non utilizzabili e la Città sta pagando un caro prezzo”.
Alle accuse che Cannella lancia al Consiglio comunale, ma in maniera sottintesa anche al Sindaco Giuseppe Nicosia. Quest’ultimo in risposta alle nostre richieste di chiarimento e del suo punto di vista, fa sapere attraverso l’ufficio stampa del Comune che non intende rispondere sull’argomento e che intende lasciar cadere la cosa nel vuoto.
Il presidente del Consiglio comunale D’Amato dal canto suo, in risposta alle nostre richieste di chiarimenti, oberato dagli impegni non ha potuto fornirci molte delucidazioni. Niente di strano, dunque, se Cannella ritiene che il “rischio è stato e continua ad essere la ‘mortificazione’ del diritto-dovere di partecipazione alla vita civile, sociale e politica, nel senso di Polis, del Municipio in nome di logiche politico-istituzionali pericolose orientate al leaderismo e ad un peronismo di stampo sudamericano”.
Il rifondarolo Cannella, alla luce di questo stato dei fatti, lancia una sua personale campagna in seno al Consiglio comunale: “Mi impegnerò – dice – con intransigenza a fare trattare l’argomento posto all’ordine del giorno ‘Regolamento sulla trasparenza e sul procedimento amministrativo’”.
Non solo. Cannella chiarisce anche che: “In caso di ostruzionismi o di immotivati rinvii non escluderei all’istante clamorose iniziative mie personali di protesta civile e non violenta.”