Confindustria Siracusa ha presentato il secondo Rapporto sull’attività delle aziende del Polo industriale. Bivona: "Servono interventi per supportare la transizione energetica"
“Soltanto l’equilibrio tra le tre gambe della sostenibilità, quella ambientale, quella sociale e quella economica, può garantire la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile che la stessa Onu ha posto come modello di riferimento, nelle scelte da assumere per realizzare la transizione energetica. Serve una visione comune e un’assunzione di responsabilità conseguente e congiunta anche da parte di Governo nazionale, Governo regionale e parti sociali, in cui ciascuno svolga la propria parte. Nell’interesse del nostro territorio e delle nostre comunità. Chiediamo alla politica di dirci come poter dare il nostro contributo. Non di dirci che dobbiamo farci da parte. Noi siamo pronti”. Così si è espresso il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, in occasione della presentazione del secondo Rapporto di sostenibilità del Polo industriale siracusano, tra i più importanti d’Europa.
Presenti all’evento le imprese del Distretto Eni Versalis ed Eni Rewind, Sonatrach, Lukoil, Sasol, Erg, Air Liquide, Sol, Priolo Servizi, Ias. Tra gli interventi, quello della sottosegretaria di Stato alla Transizione ecologica Vannia Gava, del presidente della Regione Nello Musumeci, di Claudio Spinaci presidente di Unem (Unione energie per la mobilità), di Aurelio Regina, delegato del presidente di Confindustria per l’Energia e di numerosi altri rappresentanti istituzionali, tra cui il prefetto Giusi Scaduto e il sindaco di Siracusa, Francesco Italia.
“La domanda che ci poniamo tutti i giorni – ha detto Bivona – è: quale futuro ci si aspetta per questo Distretto industriale? La capacità di resilienza dimostrata dalle aziende in questi ultimi due anni, voglio dirlo chiaramente, non è infinita. Soprattutto se non arriveranno, in tempi questa volta sì stringenti, perché imposti dalla Unione europea e dal Governo risposte chiare su quale futuro le aspetta. Programmare un investimento nell’ambito della transizione energetica, significa scegliere una nuova strada tra quelle indicate dalla politica, dalla quale dipende la possibilità che l’azienda continui a essere presente nel nostro territorio, come presenza viva, capace di generare benessere e prosperità direttamente ed indirettamente attraverso l’indotto. Ci vogliono risposte. Sui percorsi possibili, sui progetti concretamente realizzabili, sul supporto economico, sui tempi per le autorizzazioni che non possono essere certamente quelli attuali”.
“Io non so – ha sottolineato ancora il presidente di Confindustria Siracusa – se queste risposte debbano provenire dal Pnrr, possano trovarsi nel riconoscimento come Area di crisi complessa, se possano poggiarsi sui Fondi comunitari di sviluppo e coesione o se si voglia ricorrere al quel Patto Stato-Raffinazione approvato nel Bilancio del 2020. Quello che so è che noi siamo pronti a raccoglierla, la sfida della transizione energetica. Questo distretto è strategico per il nostro Paese perché è al centro della catena di fornitura energetica, per il know–how tecnologico e l’enorme valore del capitale umano, per il posizionamento strategico al centro del Mediterraneo, insostituibile ponte con i Paesi dell’area Mena (Middle East, North Africa) a cui sempre di più dovremo guardare in una logica centrata sul Mediterraneo”.
L’importanza a livello nazionale e internazionale del Polo industriale siracusano è stata rimarcata anche dalla sottosegretaria Gava, la quale ha sottolineato come Roma non possa sottrarsi “al grido di allarme di questo settore”, annunciando la disponibilità ad avviare “un dialogo con il Polo industriale siracusano, che durante la fase acuta della pandemia ha garantito continuità degli approvvigionamenti e stabilità del lavoro. È indispensabile che il Governo trovi soluzioni insieme agli imprenditori, che sono la parte trainante del nostro Paese”.
Gli fa eco il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci: “È una sfida importante per le industrie siciliane e ho detto al ministro per la Transizione, Cingolani, che la Sicilia si candida a essere la prima regione green in Italia”.
Anche Aurelio Regina, delegato del presidente di Confindustria per l’Energia, ha affermato: “Le imprese italiane sostengono con forza il Green Deal europeo ma c’è bisogno di pragmatismo e di grande senso della realtà, guardando alle tecnologie disponibili con chiarezza e senza ideologie. Solo così e allineando i tre assi ambientale, economico e sociale, possiamo accompagnare un processo di transizione in linea con le aspettative del Paese. Se così non fosse rischiamo di perdere una grande opportunità”.
Intanto, il Polo industriale di Siracusa continua a rappresentare un pilastro per l’economia siciliana, nazionale ed europea. Come evidenziato all’interno del Rapporto di sostenibilità l’area industriale siracusana ha realizzato nel 2020 un fatturato di 7,1 miliardi di euro contro i 12,4 miliardi di euro del 2019, mentre ammontano a 223 milioni di euro le retribuzioni ai dipendenti nell’anno 2020. Per quanto riguarda le imposte, sono 2,5 i miliardi di euro versati all’Erario tra accise, imposte su proprietà, tasse portuali, imposta sul reddito persone fisiche.
Come sottolineato da Sergio Corso, vice presidente di Confindustria Siracusa, tramite il Rapporto le imprese del Polo industriale hanno voluto raccontarsi in modo trasparente e “nell’ottica del miglioramento del dialogo con il territorio”. Al centro dell’analisi un biennio difficile, segnato profondamente dalla pandemia e dai suoi effetti negativi, anche sul tessuto economico. “Tuttavia – ha spiegato Corso – pur in uno scenario di indiscutibile difficoltà, occorre evidenziare che non si è registrata nessuna diminuzione pratica del valore aggiunto trasferito, ai dipendenti, chiaro indicatore che i livelli occupazionali e retributivi sono rimasti nel complesso stabili”.
Nel biennio 2019-2020 è stata inoltre registrata una diminuzione dei valori degli inquinanti normati, i cui valori continuano a essere ampiamente sotto controllo.
Da evidenziare anche la “gamba sociale” del rapporto. Ai tempi della pandemia le aziende hanno aderito al Protocollo siglato dal Governo con i sindacati e hanno formato comitati paritetici con le parti sociali al fine di rendere rigorosa e condivisa la gestione della prevenzione.
Inoltre, come evidenziato ancora dal vice presidente di Confindustria Siracusa, “nonostante le gravi difficoltà economiche, non sono mancate le iniziative sociali: piace ricordare le forniture per la realizzazione di dodici posti di terapia intensiva presso l’Asp di Siracusa, oltre a migliaia di mascherine e litri di sanificante messi a disposizione di varie strutture sanitarie. Non si può tacere la realizzazione del primo hub sanitario e vaccinale multiaziendale in Italia, realizzato nel cuore della nostra Zona industriale”.
Infine, è stato sottolineato come per la prima volta in Italia, tutte le sezioni di Confindustria Siracusa, con le loro aziende associate, abbiano “partecipato alla stesura del Rapporto con una percentuale del 25% di aziende aderenti. Questo ulteriore passo è stato fortemente voluto per dare riscontro anche all’importante tessuto industriale di piccole-medie imprese che è essenziale per la vitalità dell’economia della provincia e per fare comprendere come il tema della Sostenibilità coinvolga ormai, di fatto, tutte le realtà, grandi e piccole che siano”.
Un aspetto, quello della coesione delle aziende del Polo industriale e della condivisione di obiettivi comuni, su cui si è voluto soffermare anche il presidente Bivona. “La condivisione – ha detto – è essenziale. Tutti insieme, grandi e piccole realtà, hanno dimostrato che quella di Siracusa è una dimensione coesa, che svolge un’azione fondamentale per il territorio. Le grandi industrie sono a fianco di quelle di medie e piccole dimensioni e si fanno portatrici anche dei loro interessi, oltre che rappresentare un modello da seguire per sviluppo e innovazione”.