Sulla Poltrona di Nicoletta ospite Davide Spampinato che con il suo libro racconta le stagioni rock nella città etnea
Davide Spampinato classe 1968, esce con un libro che ripercorre l’anima rock di Catania dal 1970 al 2000. Trent’anni di musica ribelle a Catania- 1970-2000 Storie di ordinaria rockfollia, edito da Akkuaria.
Gli anni ruggenti in città
Una fotografia dettagliata che descrive gli anni ruggenti vissuti in città attraverso un elenco di nomi e generi musicali che comincia con il punk degli Skulls seguito dalla new wave pop dei Denovo, quindi il rock acustico della “cantantessa” Carmen Consoli e quello paisley dei Flor de Mal (poi Flor), passando per il fenomeno rock-a-billy di Rhino Rockers, Boppin’ Kids e Ramblers, il metal di Schizo e No Rules e l’hard rock dei Phextwin. E poi il noise rock di $nort!, Cafè Cino (poi Turn) e Jerica’s, il blues dei Blu In Blues e l’etno rock dei Kunsertu, la dark wave di Candida Lilith e Caftua, il rock progressive di Edith e Malibran, la musica ska dei BoxBeat, il rock goliardico di Francois e le Coccinelle.
La stagione rock Made in Etna
Incardinati in una narrazione fluida, animata da citazioni e aneddoti, scorrono i nomi, i volti (le pose, sì anche quelle grazie a una nutrita sezione iconografica che l’autore ha racimolato fra i ricordi di gioventù) di tutti i protagonisti della scena underground di Catania. Un fenomeno assolutamente inedito, e favorito dalla sensibilità musicale di alcune personalità, come Nico Libra e Piero Toscano – che dagli States importavano Clash, Talking Heads, Jam, Violent Femmes, Smiths e R.E.M. – e l’indimenticabile Checco Virlinzi, appassionato e visionario imprenditore (oltre che musicista con la sua Sansone e i Filistei) che, prima della prematura scomparsa, diede vita alla casa discografica indipendente Cyclope Records.
Architetto e voce degli $nort
Spampinato, architetto per professione, musicista per vocazione, come voce degli $nort, ma anche dj radiofonico, regala alla città un pezzo di storia indelebile soprattutto a tutti coloro che hanno gioito in quei lunghi anni, anche solo da spettatori “ribelli” in quella Catania che fu capitale del rock. Una Catania che resta a tutt’oggi impressa nella loro memoria come luogo di grande fermento culturale, di grande energia creativa e soprattutto di buona musica.
Nicoletta Fontana