Miccichè, il Draghi in salsa sicula - QdS

Miccichè, il Draghi in salsa sicula

Miccichè, il Draghi in salsa sicula

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domenica 19 Dicembre 2021

Come Draghi Gaetano Miccichè viene da fuori, e quindi non è assoggettabile ai ricatti e le aderenze adesive del territorio siculo per quanto profondamente palermitano

Se l’Italia era messa così male, tanto che ha dovuto chiamare un banchiere internazionale per raddrizzare la barca, la Sicilia non è certamente messa meglio. Né a conti né a fiducia. Abbiamo da anni traccheggiato in un “muoviti fermo” di alterne sfumature politiche. Ma siamo rimasti sostanzialmente al palo da quasi 15 anni. Riforme bloccate, burocrazia avvizzita, impianti ed infrastrutture precarie, comuni sempre più al dissesto.

Il sistema Sicilia

È talmente ripiegato su se stesso il sistema Sicilia che l’Assemblea regionale ha addirittura varato una commissione per la verifica dell’applicazione delle leggi. Evidentemente non vengono applicate, quelle poche volte che risultano approvate.

Per la politica siciliana, di fatto, sventola sul ponte la bandiera bianca. Forse in un ultimo omaggio al grande maestro Battiato che ci ha lasciato di recente.

La candidatura

In questo quadro si colloca la candidatura, che per ora è una disponibilità condizionata, di Gaetano Miccichè a Presidente della Regione.

Come Draghi è un banchiere, di uno dei più grandi gruppi bancari europei, un uomo abituato a prendere decisioni senza tentennamenti classici della politica. In un tempo di crisi pandemica ed economica sembra essere l’unica chance. Il frazionismo, la fragilità e le beghe personalistiche,  derivanti dalla debolezza del quadro politico siciliano lasciano pochi margini di manovra ad una soluzione politica classica.

Per cui arriva il modello Draghi anche in Sicilia. Come Draghi Gaetano Miccichè viene da fuori, e quindi non è assoggettabile ai ricatti e le aderenze adesive del territorio siculo per quanto profondamente palermitano. Certo ha un fratello ingombrante politicamente, ma che intelligentemente, si pensa, farà un passo indietro per consentire la soluzione. Probabilmente anche sulla città di Palermo cercherà un nuovo quadro di alleanze per una candidatura, magari anche in quota Lega, Salvini dice che punta su Palermo, per favorire l’elezione del fratello a Palazzo d’Orleans.

La famiglia Miccichè fin dai tempi del padre Gerlando ha sempre esercitato un’influenza nei rapporti economici e politici dell’isola. I nomi cambiano ma le relazioni resistono ci ha insegnato il Principe di Salina. Loro sono i signor G, si chiamano tutti con nomi che cominciano con la G, come nella canzone di Gaber.

E Musumeci?

Una cosa è certa, con la discesa in campo di Miccichè Senior Musumeci è fuori. È uno schema di gioco troppo garantito, troppo accreditato nei luoghi dove si decide la messa a terra del PNRR, perché il ColonNello di Diventerà Bellissima possa contrattaccare. Anche perché, per un motivo o per un altro, la Sicilia Bellissima non ci è diventata.

Forse ha già preso un treno per Roma con questo accordo raggiunto con gli ex Fratelli, per un po’ coltelli, d’Italia. Cercherà di fare sortite e prese di posizione su una ormai improbabile ricandidatura, ma più per tenere le sue truppe unite che per raggiungere risultati.

La verità è che l’inverno sta arrivando ed è il tempo dei Draghi e non dei Cavalli di Ambelia.

Cosi è se vi pare.

Giovanni Pizzo

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