Nonostante il boom di contagi, secondo il matematico Sebastiani, la variante Omicron non sarebbe ancora pienamente diffusa. Entro il 18 si supererà la soglia per entrare in zona arancione
di Dario Raffaele
La Sicilia potrebbe essere dichiarata zona arancione il 21 gennaio prossimo e da lunedì 24 gennaio dovrebbero valere per l’Isola le regole previste da questa fascia di colore.
Sono le previsioni del professore Giovanni Sebastiani, ricercatore presso l’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “M. Picone” del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
La Sicilia lunedì scorso aveva il 30,7% di ricoveri in reparti ordinari e il 16,5% di ricoveri in terapia intensiva per casi Covid, con trend di crescita lineare per entrambi. Secondo il matematico, continuando con questa evoluzione, la nostra regione dovrebbe superare le soglie per entrare in zona arancione entro martedì 18 gennaio, giorno della settimana a cui il venerdì fa usualmente riferimento il Cts.
Picco di contagi in Sicilia, quando si raggiungerà
“Ancora non è possibile indicare quando la Sicilia raggiungerà il picco. – ci dice il matematico – La Sicilia, probabilmente a seguito della sua condizione geografica e di minori collegamenti interni ed esterni, non è stata ancora colpita pienamente dalla variante Omicron. E non è detto che lo sia”.
Questo lo si evince dall’incidenza dei casi Covid nell’ultima settimana (3-9 gennaio), dall’aumento settimanale di casi e soprattutto dal tempo di raddoppio di casi della crescita esponenziale nelle ultime tre settimane – in Sicilia ancora molto lungo e vicino a quello tipico della variante Delta – che ci indicano come la variante Omicron non si sia ancora significativamente diffusa.
Tempo di raddoppio dei casi Covid
Il professore Sebastiani ci spiega i dati che ha analizzato per noi prendendo come riferimento la Toscana, regione che sembrerebbe tra le più colpite da Omicron, in cui quasi tutte le province hanno un tempo di raddoppio (nelle ultime tre settimane del 2021) basso vicino anche ai 3 giorni.
In Sicilia solo la provincia di Ragusa ha tempi di raddoppio dei casi così “brevi” (4,7 giorni), seppur lontani da Pisa (3). Questo sta a significare che a Ragusa è più probabile che si sia insinuata in maniera più capillare la variante Omicron. Ed in effetti si nota come da una settimana all’altra vi sia stato un aumento del 240% dei casi.
Tutte le altre province siciliane hanno un tempo di raddoppio degli incrementi dei casi più alto. Si va dai 5,2 giorni di Agrigento e Caltanissetta ai 5,3 giorni di Siracusa, ai 5,4 di Trapani, ai 5,8 di Messina, ai 6,8 di Catania, 7,1 giorni di Palermo e 7,2 di Enna.
Aumento dei casi Covid nell’ultima settimana nelle province siciliane
In queste province l’aumento dei casi nell’ultima settimana rispetto a quella precedente è stato dell’80% ad Enna sino al 240% a Ragusa. Questo il dettaglio delle altre province: Catania +100% di casi, Palermo + 90%, Messina + 170%, Siracusa +150%, Trapani +140%, Agrigento e Caltanissetta, + 190%.
Dunque, gli aumenti esponenziali di contagi che si stanno registrando in Sicilia (ieri sono stati oltre 7.800 con un tasso di positività superiore al 24%) sono solo in parte dovuti alla diffusione della variante Omicron (che secondo quanto ci riferisce il commissario Covid per la provincia di Palermo è intorno al 50%). Sarebbe ancora Delta a mietere più contagi e vittime.
Sicilia indietro di due settimane rispetto alla Toscana
La Sicilia poi, sempre secondo il matematico, sarebbe indietro rispetto alla Toscana (probabilmente prima regione in Italia per la presenza di Omicron) di circa due settimane. Questo però non significa che il picco sia con certezza a 14 giorni da oggi. Questo dipende da molteplici fattori. Ci potrebbe essere anche una ulteriore accelerazione della crescita dei contagi (l’incognita scuola preoccupa non poco il matematico).
Le misure messe in atto per frenare l’avanzata di Omicron
Sicuramente la protezione tramite vaccino, la riduzione del numero medio dei contatti giornalieri e la puntuale osservanza delle misure di sicurezza (a cominciare dalle mascherine Ffp2) indicate dal Governo potranno svolgere un ruolo decisivo nella frenata all’avanzata del virus e in quella che con Omicron si spera possa essere l’ultima ondata prima che la pandemia si trasformi in endemia, anche se rimane il rischio che nel frattempo si generino e diffondano altre nuove varianti. Comunque, Sebastiani si aspetta che, grazie agli effetti cumulativi della diffusione di Omicron, a partire da primavera ci sarà un salto di qualità significativo nelle nostre condizioni di vita.