L'economia illegale stia vivendo una momento d’oro, una fase di espansione forse mai vista proprio grazie alle dinamiche favorevoli che si sono venute a creare a causa dell’emergenza pandemica
Se da un lato il Covid-19 ha limitato fortemente il raggio d’azione della cosiddetta “mafia militare-territoriale”, ovvero quella che, per intenderci, presidia il territorio e su questo esercita un controllo “fisico”, sostituendosi allo Stato, dall’altro ha offerto un pericolosissimo assist alla mafia imprenditoriale “che non ha mostrato alcun segnale di cedimento”.
Anzi: “si può ragionevolmente presumere nel prossimo periodo, anche in considerazione dell’annunciato incremento del prodotto interno lordo nazionale, un’espansione di tutte le attività con fini di lucro”.
Sono una doccia fredda le parole di Matteo Frasca, presidente della Corte d’Appello di Palermo.
Parole messe nero su bianco nella relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario. Parole, ancora, che la dicono lunga su come l’economia illegale stia vivendo un momento d’oro, una fase di espansione forse mai vista proprio grazie alle dinamiche favorevoli che si sono venute a creare a causa dell’emergenza pandemica.
Parole alle quali fanno eco quelle del presidente della Corte d’Appello di Catania, Filippo Pennisi, che nella sua relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario denuncia: “Tra i procedimenti più rilevanti si segnala quello avente ad oggetto l’associazione per delinquere formata da svariati professionisti, operanti su tutto il territorionazionale, che ‘commercializzavano’ modelli di evasione fiscale, tramite compensazione delle somme dovute con inesistenti crediti erariali”.
Non ci voleva tanto ad immaginare che il malaffare avrebbe certamente tratto vantaggio da un tale momento di caos e debolezza e dalla inevitabile carenza di controlli ma adesso che sono quasi due anni che abbiamo a che fare col virus, ci sono i dati, i numeri, a darci un quadro sempre più preciso e definito del profitto che l’illegalità sta traendo da questa crisi senza precedenti.
Gli ultimi sono quelli sulle operazioni bancarie sospette pubblicati dall’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (Uif, Bankitalia).
I dati si riferiscono al secondo semestre 2021 e fotografano una situazione siciliana in peggioramento: le segnalazioni di operazioni sospette ricevute l’anno che si è appena concluso sono cresciute del 16 per cento rispetto al 2020, passando da 8.005 a 9.283.
Nell’Isola è Palermo a guidare la classifica: il 27,7 per cento delle segnalazioni siciliane proviene infatti da questo territorio. Si “difendono” anche Catania, che sfiora quota 2.000 segnalazioni sospette, e Messina, che supera i 1.000 avvisi.
LEGGI ANCHE Consumi e redditi non dichiarati, in Sicilia la stima è di dieci miliardi
LEGGI ANCHE Nuova stretta sul contante Pos, arrivano le sanzioni