Il parere di Vincenzo Silvestri, presidente Fondazione Consulenti del lavoro: "Non escludo che possa esserci chi ne fa un abuso ma per questo esistono nella normativa attuale dei giusti contrappesi"
Spesso dietro a proposte di stage per i giovani studenti si annidano abusi e sfruttamento: ragazzi e ragazze che lavorano a tutti gli effetti e a volte senza alcuna retribuzione. Una pratica ampiamente accettata che quasi mai termina con un’assunzione. Ne abbiamo parlato con Vincenzo Silvestri, presidente Fondazione Consulenti del lavoro.
Presidente Silvestri, Lei ritiene che i tirocini siano percepiti dalle aziende come uno strumento utile per la ricerca di professionalità oppure è vero quanto dicono in molti e cioè che si tratta solo di un escamotage spesso abusato per reperire “manovalanza” a basso costo?
“Mi sento di dire che in genere lo strumento è utilizzato come opportunità di primo ingresso nel mondo del lavoro, tanto è vero che le statistiche dicono che circa il 70% dei tirocini ha come fruitori giovani. Non escludo che possa esserci chi ne fa un abuso ma per questo esistono nella normativa attuale dei giusti contrappesi che vedono nell’ente promotore il maggiore deputato ai controlli e al monitoraggio”.
La Fondazione Consulenti del Lavoro, nella circolare pubblicata qualche giorno fa, riporta un dato dell’Anpal alquanto significativo: un tirocinante su due riceve un’offerta di lavoro dopo sei mesi di stage. Con riferimento alla Sicilia, quali sono i dati a vostra disposizione?
“In Sicilia il dato è un po’ più basso essendo attestato a circa il 41% di rapporti di lavoro instaurati a sei mesi dalla fine del tirocinio. Da tenere presente che circa il 55% di questi rapporti di lavoro sono poi instaurati con lo stesso datore di lavoro che aveva istruito il tirocinio. A conferma della bontà della natura della misura come politica attiva che agevola l’incontro fra domanda e offerta di lavoro”.
La novità introdotta dalla legge di bilancio 2022 sui tirocini extracurriculari che introduce paletti rischia di essere un boomerang?
“Se dovesse passare l’interpretazione letterale della nuova legge i tirocini extracurriculari sarebbero destinati solo ai soggetti con difficoltà di inserimento sociale. Tale platea oggi occupa solo il 3% del totale dei tirocini attivati. La misura, pertanto, perderebbe la forte connotazione che finora ha avuto, con buona pace di tutte le normative regionali di politica attiva, finanziate e no”.