Palermo, rebus manutenzione strade, torna di moda l’opzione Rap - QdS

Palermo, rebus manutenzione strade, torna di moda l’opzione Rap

Palermo, rebus manutenzione strade, torna di moda l’opzione Rap

sabato 26 Febbraio 2022

L’amministratore unico Caruso vorrebbe che il servizio fosse riaffidato all’azienda, ma le perplessità non mancano. Allo stato attuale, però, non si intravedono alternative rapide e concrete

PALERMO – Il gioco dell’oca della manutenzione stradale: la Rap vuole riprendersi il servizio che il Consiglio comunale le ha tolto due anni fa su richiesta della stessa partecipata.

La novità è emersa durante la seduta in streaming del 24 febbraio della III Commissione, cui hanno partecipato gli assessori al Bilancio Sergio Marino e ai Lavori pubblici Maria Prestigiacomo, insieme all’amministratore unico Girolamo Caruso. “Voglio riprendere – ha annunciato quest’ultimo – il servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria. La vecchia attrezzatura è ancora a disposizione della Rap, previa manutenzione straordinaria. Acquistarla ex novo costerebbe non meno di quattro o cinque milioni. Con trecento o quattrocentomila euro la rimettiamo in efficienza”.

Il percorso sarebbe quello del ramo d’azienda perché, come ha sottolineato Marino, “uno dei problemi principali risiede nella tipologia contrattuale degli operai addetti alla manutenzione. Al personale della Rap viene applicato il contratto di Federambiente mentre la manutenzione stradale richiede tutt’altro tipo di contratto”.

Anche perché la partecipata si occupa di un servizio essenziale come l’igiene ambientale, mentre la manutenzione stradale è un servizio strumentale: “Quando ero presidente della Rap – ha confermato l’assessore – ritenevo che la manutenzione stradale non fosse un’attività consona. Questo all’epoca mi impose una serie di riflessioni sulla fattibilità tecnico-economica di questo servizio, anche perché quello di Federambiente è un contratto migliore di quello di pertinenza delle manutenzioni stradali. A oggi questo problema persiste. Non so quale possa essere la soluzione, forse un ramo d’azienda”. Anche per Prestigiacomo, se il servizio tornasse alla Rap, “l’unica soluzione sarebbe il ramo d’azienda”.

Al momento il servizio di manutenzione stradale è di fatto scoperto. Come si sia arrivati a questo pantano burocratico è ben noto. A luglio 2020 Sala delle Lapidi ha tolto il servizio dal contratto della Rap, che al momento effettua soltanto il monitoraggio e il pronto intervento (cioè le riparazioni urgenti) in virtù di una serie di ordinanze sindacali che proroga l’affidamento ogni sei mesi. La manutenzione ordinaria, invece, doveva essere privatizzata grazie a un Accordo di programma quadro da oltre quaranta milioni. Il bando, però, non ha mai visto la luce perché il Comune non ha soldi né bilancio di previsione.

Nel frattempo i rattoppi all’asfalto si sono moltiplicati, rivelandosi in ogni caso insufficienti a far fronte al numero crescente di buche sempre più pericolose, che contribuiscono a ingrossare le cifre dei risarcimenti che Palazzo delle Aquile deve elargire alle vittime di incidenti stradali. A dicembre l’Amministrazione ha chiesto soccorso alle sue aziende incaricando la stessa Rap di occuparsi delle vie principali, l’Amg e l’Amap di riparare i tratti dissestati nelle aree di “competenza”, ovvero accanto a tombini, grate, chiuse e caditoie. Anche il Coime sta svolgendo, in via eccezionale, alcuni interventi. A inizio febbraio la società guidata da Caruso ha iniziato a utilizzare una speciale macchina “tappabuche” in grado di effettuare, dice l’azienda, “duemila riparazioni in tre mesi” ma i risultati fin qui “non sono quelli sperati”, come sottolineato dal presidente della III Commissione, Paolo Caracausi. “Non sono un esperto – ha detto – ma mi pare che questo intervento tampone non stia portando a nulla perché spesso non si tratta di riparare singole buche ma di rifare l’asfalto di intere strade”.

Resta da capire quanto sia percorribile la strada di un nuovo affidamento alla Rap. Non lo è per Concetta Amella del M5s: “Le considerazioni dell’assessore – ha detto durante la seduta – sgombrano il campo dagli equivoci e quindi dalla possibilità che si possa riassegnare, con una nuova modifica del contratto, il servizio di manutenzione alla Rap. È inevitabile che si trovi un’altra o altre ditte, se non fosse che mancano le risorse economiche per procedere con l’Apq”.

Anche le altre due opzioni sul tavolo presentano più di un ostacolo. L’Apq è bloccato all’Urega che, “a causa del ritardo con cui è stato inviato, ci ha chiesto di aggiornare il prezziario”, ha rivelato Prestigiacomo. L’altra soluzione, caldeggiata da Massimiliano Giaconia di Avanti Insieme, è la nascita di “una consortile ad hoc con Amg, Amap e Amat che si occupi specificatamente di questo servizio”. Un’idea su cui Prestigiacomo ha espresso delle riserve: “L’Amap non potrebbe far parte della consortile perché ormai è una società metropolitana che lavora nell’ambito dell’ex provincia. Lo stesso Comune non esercita più il controllo analogo in maniera esclusiva ma di concerto con gli altri Comuni”.

Un altro fronte è quello dei danni causati dai gestori privati dei servizi sottorete (come per esempio la fibra) che non ripristinano il manto stradale a dovere dopo aver scavato: “Questo problema – ha aggiunto Giaconia – va affrontato definitivamente con controlli ante, durante e post scavi”.

Una soluzione definitiva però va trovata perché come detto da Marino “al momento, di fatto, non sappiamo a chi affidare il servizio e la città è in condizioni drammatiche. Caruso ritiene, contrariamente a quanto avvenuto in passato, che la Rap possa svolgere questo servizio, purché ci sia una programmazione di lunga durata e non più semestrale. Tuttavia, è necessario che queste intenzioni siano tradotte in un piano industriale, con il quale, sulla base delle risorse disponibili da parte del Comune e sulla necessità di investimenti e di un potenziamento del settore, si può capire se si tratta di un percorso fattibile”.

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