Il nuovo patron organizza il futuro del club etneo, ma resta da capire quali saranno le figure che lo affiancheranno: Perinetti dalla prossima stagione, Pellegrino e Baldini lasciano?
Quella appena trascorsa è stata una settimana che in un modo o nell’altro ha portato una svolta al Calcio Catania. Dopo due aste deserte, Il Tribunale etneo ha ricevuto la proposta irrevocabile d’acquisto per il ramo sportivo della società rossazzurra da parte di Benedetto Mancini. Offerta che è stata valutata positivamente: adesso il Catania è nelle sue mani.
L’umore della piazza
La città ha accolto l’imprenditore romano, non c’erano altre alternative per salvare il professionismo. Perché l’unica offerta pervenuta al Tribunale dimostra purtroppo appariva chiaro già da qualche anno: l’imprenditoria catanese ha fallito, nessuno è stato in grado di risollevare una situazione comunque già disperata, ma nemmeno si è fatto avanti qualcuno dopo il fallimento dello scorso dicembre.
Le perplessità della piazza restano, visto che il curriculum di Mancini è tutt’altro che esaltante con i casi Latina e Rieti, ma la gente inevitabilmente spera in un epilogo differente. Intercettati prima di Catania-Campobasso all’esterno del Massimino i tifosi hanno dichiarato: “Per adesso l’importante è che non siamo scomparsi. Ci affidiamo alla nuova proprietà e speriamo di uscire una volta per tutte da quest’incubo che va ormai avanti da troppo tempo”.
Ed ancora: “Bisogna aspettare. E’ ancora troppo presto per valutare la nuova proprietà. In tal senso non ci sentiamo di criticare ne di osannare subito. Adesso è il momento di passare dalle belle parole ai fatti. Speriamo che il nuovo presidente smentisca tutto ciò che si dice di lui. Temevamo, purtroppo, che da parte dell’imprenditoria catanese non si presentasse nessuno e cosi è stato”.
Dalle parole ai fatti, i sostenitori rossazzurri e non solo si aspettano un cambio di passo: “Speriamo che da oggi in poi dimostri con i fatti il progetto che ha detto di voler portare a Catania”.
Il progetto di Mancini
E quando si parla di progetto, Benedetto Mancini ci tiene a ribadire di essere da solo con il suo F.C Catania 1946: “Non ci sono altri soci all’interno della compagine – ha spiegato ai nostri microfoni -, almeno fino a questo momento, poi in futuro si vedrà”.
Poi aggiunge: “Il progetto si fonderà anche e soprattutto sui giovani, quindi sulla costruzione di una scuola calcio e di un settore giovanile di prim’ordine: oggi è impensabile fare calcio senza questa prerogativa. Per poter pensare a un rilancio di un certo tipo occorreranno anni di lavoro. Credo che per almeno 3 anni ci sarà da soffrire tutti insieme”. Poi ha aggiustato il tiro nel corso della conferenza stampa di presentazione, parlando sin da subito di serie cadetta: “La mia idea è portare il Catania in Serie B al più presto, magari il prossimo anno. Serve però la collaborazione dei tifosi, di tutto l’ambiente”.
Il nuovo proprietario del Catania ha già fatto i nuovi nomi che potranno far crescere il suo progetto. Il primo è quello di Giorgio Perinetti. Dario Perugia sarà il responsabile dello staff sanitario, mentre Riccardo Fabbro il club manager della società.
Le dimissioni di Maurizio Pellegrino
Una figura, quella di Giorgio Perinetti sicuramente ingombrante per l’attuale direttore dell’area sportiva Maurizio Pellegrino che nella giornata di giovedì ha rassegnato le proprie dimissioni: “Presto incontrerò il signor Mancini per approfondire e definire il passaggio di consegne alle nuove professionalità che sono state già annunciate. Il Calcio Catania rimane nel mio cuore”.
Mancini ne era già al corrente. Ha già fatto sapere prima che Pellegrino mettesse su carta le sue reali intenzioni, di respingere ogni possibile atto di dimissioni. “Ha lavorato bene – ha affermato il patron rossazzurro in conferenza stampa -, tutto l’assetto sportivo ha fatto grandi cose. Se dovesse presentarmi le dimissioni vuol dire che le respingerò”.
Un confronto tra le due parti è inevitabile per capire se le figure di Pellegrino e Perinetti possano coesistere nel nuovo organigramma societario. In primo momento, l’ex dirigente di Palermo e Siena ha preso tempo: “Catania è una piazza importante e dal grande fascino, – ha detto a Repubblica – ma non conosco direttamente Mancini. Lo incontrerò per farmi esporre il suo progetto e successivamente farò le opportune valutazioni”.
L’accordo con Perinetti
Incontro arrivato nella giornata di sabato. Mancini è volato a Roma e attraverso una nota ha comunicato di aver raggiunto l’accordo con Perinetti in vista della prossima stagione: “Siamo d’accordo su tutto, farà parte del progetto dal luglio del 2022. Non voglio alterare gli equilibri in seno alla squadra e alla dirigenza attuali che devono concentrarsi sulle fasi finali di questo campionato”.
L’imprenditore ha rinviato ogni discorso su Pellegrino e il tecnico Baldini al termine del campionato: “Tengo a specificare – sottolinea l’imprenditore – che sia con il direttore Maurizio Pellegrino, sia con l’allenatore Francesco Baldini, per i quali sia io che Perinetti esprimiamo profonda stima, è mia ferma intenzione sedermi a fine stagione per discutere del progetto futuro, senza preclusioni ma con volontà di dialogo”.
E Torre del Grifo?
La questione sul centro sportivo di Mascalucia è oggetto di valutazione da parte di Mancini. Torre del Grifo non si discute, ma è innegabile che i costi di gestione impattano e non poco con i guadagni ridotti, al momento inesistenti anche a causa della pandemia. L’imprenditore romano lo ha fissato tra i suoi obiettivi: “È fondamentale, discuteremo con la curatela per definire una locazione e far restare lì la squadra. Poi ci saranno le discussioni con il credito sportivo per il resto della struttura”.
I prossimi passi
Pare sia stato fissato per oggi l’appuntamento con i curatori per il rogito con deposito assegni circolari. Mancini ha dimostrato di avere una disponibilità di 510mila euro nel patrimonio della società Fc Catania 1946. I prossimi mesi saranno impegnativi e indicativi per misurare la portata del progetto di questo nuovo corso. Dai costi di gestione e alle prossime scadenze: da qui al 30 giugno serviranno parecchie risorse, senza contare i 2 milioni e 850 mila euro per acquisire il titolo sportivo dalla Figc. L’imprenditore romano riuscirà a smentire gli scettici? Chi vivrà vedrà.