Ancora uno stop. Ancora una seduta invalidata dal mancato raggiungimento del numero legale. Si dovrà aspettare affinché il Regolamento sui chioschi venga discusso dal Consiglio comunale
CATANIA – Ancora uno stop. Ancora una seduta invalidata dal mancato raggiungimento del numero legale. Si dovrà aspettare affinché il Regolamento sui chioschi venga discusso dal Consiglio comunale. Una delle caratteristiche della città di Catania, il cui nome è mutato dal turco kiosk, resta in attesa di una regolamentazione da anni: la delibera, preparata dai presidenti delle commissioni consiliari permanenti alle Attività produttive, Bartolo Curia, e all’Urbanistica, Manfredi Zammataro, è infatti approdata in aula ben cinque volte ma attende ancora di essere discussa. Anche in occasione della seduta convocata giovedì scorso, infatti, il numero legale è mancato destinando la trattazione dell’atto a data da destinarsi.
“Non c’è la volontà di approvare il regolamento”
“Evidentemente – commenta il consigliere Curia – non c’è alcuna volontà da parte dei consiglieri di approvarlo e di affrontare la questione. L’aula è sempre deserta – continua. Credo che il regolamento sia necessario, che il dibattito sia necessario. Si può emendare, discutere, ma non fare finta di nulla. Il documento – insiste il consigliere – ha ottenuto i pareri favorevoli di tutte le commissioni, lo scoglio è politico”. Una situazione di impasse incomprensibile, secondo Curia che sottolinea la necessità di mettere regole dove non ci sono. “Votandolo si mette in regola un comparto importante e di ristabilisce la giustizia. Forse – tuona – a qualcuno non piace”.
Un danno in primis per le casse comunali
L’assenza di un regolamento nuoce in primis alle casse comunali, per via dei ricorsi persi dall’amministrazione proprio per l’assenza di uno strumento che fissi i paletti. Come evidenzia il consigliere Zammataro. “La cosa assurda è la mancanza di volontà e non voler affrontare la questione – sottolinea Zammaro. In politica ci sta tutto, che un atto lo si bocci, stravolga, ma far mancare il numero legale è non assumersi la responsabilità delle scelte. Questo comporta che il Comune continua a pagare spese legali per condanne da parte del Tar proprio perché manca un regolamento. Chi vuole aprire un chiosco non può essere sottoposto a limiti in assenza di regole”.
Un settore che al momento è una giungla
Un danno anche per i cittadini. “Non viene garantito il principio di uguaglianza – spiega: chi non piò sostenere un ricorso si vede negare la richiesta. Al contrario, chi può impugnare il provvedimento, va avanti”. Il consigliere infine si sofferma sulla questione Urbanistica. I chioschi fanno parte della nostra tradizione – aggiunge – e questo settore, al momento è una giungla. La delibera vuole intervenire anche su questo, affinché le strutture non contrastino con i principi dell’Urbanistica. Inoltre – insiste – la delibera ha ottenuto pareri favorevoli da tutti, dalle municipalità alle associazioni. Dopo una tarantella inconcepibile e il numero legale non raggiunto per cinque sedute – tuona – è evidente che la questione è politica. E allora – conclude – ci facciano sapere quali problemi ci sono”.