Parla il sindaco di Lipari Marco Giorgianni: "Oltre al danno ambientale da valutare se i sensori di monitoraggio del Vulcano siano rimasti danneggiati. Chiederò lo stato di calamità"
Sono passate poco più di 24 ore dallo spegnimento dell’enorme rogo che ha devastato l’isola di Stromboli, bruciando diversi ettari e mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini e delle loro case, creando un disastro ambientale gravissimo.
Tanti i dubbi da chiarire (la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha avviato le indagini), di sicuro c’è la paternità del rogo, attribuile allo staff dell’agenzia che stava, ironia della sorte, realizzando le scene di un film tv sulla Protezione civile. Ma dalla fiction alla realtà è bastato un nonnulla per provocare un incendio vero poi sfuggito di mano, che nel volgere di una notte ha mandato in fumo macchia mediterranea e alberi su buona parte dell’isola, dal centro della Protezione civile sino a località Piscità e a quasi il molo di Scari. Una distruzione che neanche il Vulcano era mai riuscito a realizzare.
Rimpallo di responsabilità
Dell’incendio di Stromboli abbiamo parlato con il sindaco di Lipari Marco Giorgianni.
Sindaco, c’è un rimpallo sulle responsabilità per il rogo di Stromboli. Nessuno sembra aver concesso alcun visto alla società cinematografica. Ma allora cosa è accaduto?
“Innanzitutto c’è una indagine giudiziaria in corso e saranno gli inquirenti ad accertare come realmente sono andate le cose. Dal canto mio, come ho ripetuto più volte ieri, il Comune non ha dato alcuna autorizzazione alla società per appiccare fuochi o quant’altro e questa autorizzazione non spetterebbe neanche ai vigili del fuoco. Abbiamo le carte che attestano cosa è stato concesso allo staff cinematografico e cosa no e noi abbiamo concesso la sola autorizzazione a salire sopra i 400 metri. Per il resto essendo anche area di pre-riserva le autorizzazioni andavano richieste ed ottenute da altri enti. Tra l’altro noi abbiamo autorizzato l’accesso per il 14 maggio e non per il giorno 25, quello del disastro”.
In che senso?
“Il 14 maggio abbiamo autorizzato la ditta ad andare a quota 400 metri, precisando che le altre autorizzazioni avrebbero dovuto essere richieste agli altri enti competenti”.
Ma cosa aveva chiesto al Comune la ditta cinematografica?
“Hanno inviato un programma dettagliato. In un dato giorno era previsto l’utilizzo di un elicottero. In un altro, il 14 maggio, era prevista la simulazione di un incendio da produrre con effetti speciali assistiti dai vigili del fuoco. Ma proprio il 14 le riprese sono saltate perché proprio quel giorno c’è stata a Stromboli una violenta esplosione del vulcano. Successivamente hanno inviato in Comune un’altra richiesta spiegando che avrebbero voluto rimandare le riprese per il 26, 27 e 28 maggio. Noi abbiamo risposto che l’autorizzazione data per il 14 valeva per uno dei tre giorni, ma abbiamo ribadito che l’autorizzazione valeva soltanto per questioni di competenza del Comune, non certamente per un fuoco, anche se simulato. Inoltre, nell’ultima lettera inviataci, la indicazione di simulazione di incendio era tra l’altro sparita”.
Ma allora cosa è successo visto che né lei, né la Forestale avete dato le autorizzazioni?
“Qui sono gli inquirenti che dovranno dire cosa è accaduto. Ma ammettiamo pure che qualche altro ente abbia dato una qualsivoglia autorizzazione. Vige in quella zona il divieto emesso dal Comune d Lipari di non appiccare alcun fuoco soprattutto nei giorni di vento di Scirocco”.
E il 25 c’era o no vento di Scirocco?
“C’erano raffiche a tratti violente. Se non ci fosse stato il vento il disastro non si sarebbe verificato…”
Ma allora cosa c’è stato, un cortocircuito dettato da superficialità?
“Cosa dire…”
Sta di fatto che a Stromboli il disastro ambientale è enorme… E adesso?
“Noi oltre ai contraccolpi evidenti alla macchina turistica temiamo anche cosa potrebbe accadere alle prime piogge autunnali visto che non ci sono più alberi e piante che conterranno il fango. Ma c’è un problema ancora più grave, che riguarda i sensori installati a monitoraggio del vulcano. Non sappiamo se il fuoco li ha bruciati o danneggiati. Se non dovessero funzionare a dovere sarà un problema serio per la salvaguardia dell’abitato, perché per ricostruire il monitoraggio dello Stromboli ci vorrà del tempo, oltre ai costi… Per questo mi accingo a firmare la richiesta di stato di calamità che invierò alla Regione e al governo per gli opportuni e celeri interventi”.
Federalberghi scrive a Regione e protezione civile
Federalberghi Isole Eolie scrive agli enti preposti per chiedere accertamenti e risarcimenti per il folle incendio che ha devastato l’isola di Stromboli tra il 25 e il 26 maggio. In una nota/esposto trasmessa al presidente Musumeci, al Sindaco di Lipari, alla Protezione Civile, all’Assessorato e al Dipartimento regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, al Prefetto di Messina, ai Carabinieri e ai Vigili del Fuoco si chiede che ognuno per gli ambiti di propria competenza si attivino per porre in essere ogni azione volta ad accertare le responsabilità e a risarcire la comunità.
Come già sottolineato dal Sindaco Marco Giorgianni, che chiederà anche lo stato di calamità, non c’è nessuna intenzione di lasciar correre su eventuali responsabilità. Nella nota, del 26 maggio, si richiamano gli ingenti danni materiali e immateriali a carico di della comunità, i rischi corsi dall’eroica popolazione per domare l’incendio, lo sconforto e lo scoramento, la rabbia e la tristezza provocati agli abitanti di Stromboli ma anche al resto dell’arcipelago oltre che dei visitatori nazionali e internazionali innamorati dell’isola patrimonio dell’Umanità”.
“Viste le evidenti ripercussioni negative sulla comunità, si chiede agli organi preposti di attivarsi senza indugio e con la massima attenzione ad accertare eventuali quanto purtroppo evidenti responsabilità, favorire le forze dell’ordine nell’accertamento delle responsabilità, avviare una puntuale ricognizione dei danni subiti per porre in essere ogni forma di risarcimento. E porre in essere ogni azione di attenta e competente rinaturalizzazione delle aree interessate dall’incendio oltre ad attivare così come ogni altra azione volta a compensare il grave danno ambientale arrecato anche nell’intento di evitare che un simile episodio abbia a ripetersi”.
Giuseppe Bonaccorsi