Siglato un protocollo di intesa che punta ad attivare un servizio di customer care dedicato alle imprese estere. A Siracusa tavola rotonda moderata dal nostro direttore
SIRACUSA – Fidelizzare e supportare le imprese a capitale estero che investono in Sicilia con l’attivazione di un servizio di customer care loro dedicato in modo da creare le condizioni per aumentare gli investimenti nei territori in cui già operano. Questo il fulcro del protocollo d’intesa firmato ieri mattina dalla Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria, Barbara Beltrame Giacomello, dall’assessore regionale alle Attività Produttive, Girolamo Turano, e dal Presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese. Per l’importante traguardo che, secondo tutti i protagonisti dell’evento, rappresenta solo il primo tassello di un percorso che deve avere istituzioni, imprese e territorio fare rete per lo sviluppo dell’Isola, è stata scelto il capoluogo aretuseo.
Non a caso: Siracusa costituisce storicamente un polo attrattivo per gli investitori, spiega il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, nel suo intervento di saluti ad apertura della giornata, dove non ha mancato di sottolineare che “attirando nuovi investitori è possibile restituire attrattività al nostro territorio”.
A quelli di Bivona sono seguiti i saluti di Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Sicilia, che a sostegno dell’importanza del dialogo tra industria e politica ha sostenuto a gran voce: “O ci mettiamo tutti a sistema e remiamo verso lo stesso obiettivo o non possiamo farcela. Serve coesione con la politica ma serve anche che la politica si riappropri della propria sovranità, avendo il coraggio di imporre le proprie idee. L’obiettivo deve essere quello di accogliere e trattenere le multinazionali. E noi con questo protocollo d’intesa, abbiamo già fatto un pezzo di strada”. Un pensiero condiviso dal sindaco della città, Francesco Italia: “Se oggi Siracusa si trova in una crisi senza precedenti, per esempio in tema di rifiuti, è perché una certa politica ha privilegiato i consensi ai bisogni del territorio”.
Roberto Monducci, Professional Affiliate dell’Istituto di Economia presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, collegato online con la platea, ha evidenziato numeri alla mano l’importanza strategica delle imprese estere per la nostra Penisola. Un dato su tutti: il valore aggiungo dal 2009 al 2019 è passato da 79 a 134 miliardi e le imprese estere hanno contribuito per quasi il 30 per cento all’incremento.
Di territorio, di attrattività e di competitività si è poi parlato nel corso della tavola rotonda che ha visto partecipare alcuni tra i rappresentanti di spicco nel mondo industriale – e del successivo momento di confronto che ha visto dialogare i due commissari straordinari delle Zes siciliane, Alessandro Di graziano (Sicilia orientale) e Carlo Amenta (Sicilia occidentale) e il dirigente presso il Gabinetto del Ministero dello Sviluppo Economico e membro della Commissione per la riforma degli enti e degli incentivi per l’internazionalizzazione, Federico Eichberg.
A moderare entrambe le sessioni è stato il nostro direttore, Carlo Alberto Tregua, che in ultima battuta ha intervistato l’assessore regionale alle Attività Produttive, Girolamo Turano, il quale ha ammesso la mancanza di una politica industriale: “Se la Regione non ha mai fatto un piano industriale è un dato oggettivo increscioso, che stiamo provando a recuperare”.
Di fronte a un quadro geopolitico così mutevole e precario come quello attuale “è fondamentale farsi trovare pronti” spiega Turano. “Come Regione abbiamo portato a casa le Zes siciliane che sono uno straordinario strumento per la competitività della Sicilia, c’è il lavoro fatto in questi anni con la Farnesina sull’internazionalizzazione delle imprese e oggi si aggiunge questo protocollo con Confindustria che ci impegna non solo sul fronte della sinergia strategica ma anche nel campo della formazione delle imprese e delle figure professionali e della capacità di analisi degli scenari. L’obiettivo è tornare ad essere l’orizzonte degli investitori esteri”.
A chiudere la mattinata è stata Barbara Beltrame Giacomello, Vice Presidente per l’internazionalizzazione e l’attrazione degli investimenti esteri Confindustria: “Un distretto produttivo ha successo se c’è un proficuo e regolare confronto e interazione tra le imprese estere, le nostre rappresentanze territoriali e le istituzioni regionali che si occupano di programmazione e sviluppo. Saper dialogare è importante, perché consente di anticipare le crisi e di cogliere per tempo nuove opportunità di investimento”.
Comune denominatore della giornata è stata la necessità di trovare metodo con cui, come ha detto il commissario straordinario Zes della Sicilia occidentale, Carlo Amenta, “istituzioni, comuni, zes e attività produttive riescano a lavorare insieme”, per disegnare un percorso che, per usare le parole del commissario Di Graziano, “descriva già lo scenario post-Pnrr perché è quello lo scenario che dobbiamo raccontare alle imprese estere”.