Timori per l’ospedale di Gela ma l’Asp getta acqua sul fuoco - QdS

Timori per l’ospedale di Gela ma l’Asp getta acqua sul fuoco

Timori per l’ospedale di Gela ma l’Asp getta acqua sul fuoco

sabato 09 Luglio 2022


Dopo le proteste dei giorni scorsi circa presunte smobilitazioni di uno o più reparti, i vertici della sanità nissena hanno chiarito la loro posizione rassicurando tutti sul futuro del Vittorio Emanuele

GELA (CL) – Sembra quasi rischi di diventare una lunga agonia quella dell’ospedale Vittorio Emanuele: negli anni novanta contava 350 posti letto ed era in ascesa verso l’aziendalizzazione con i reparti di emergenza come Tac, Rianimazione e Unità coronarica. Oggi, invece, la struttura sembra in una fase di ridimensionamento.

Tagli di posti letto, reparti dimezzati, alcuni cancellati del tutto, come la Psichiatria o a tratti come Malattie infettive e Urologia. Da anni si attende la struttura complessa di Senologia. Insomma, i servizi non sembrano essere più quelli di una volta e la stessa immagine del nosocomio sembra essersi ridimensionata. Così il paziente tende ad andare altrove per curarsi e le Direzioni, carte alla mano, presentano numeri poco incoraggianti. E così il timore di una chiusura torna a incombere sulla popolazione gelese e del comprensorio, mentre la politica non sembra in grado di trovare soluzioni utili a invertire una tendenza preoccupante.

L’ultimo episodio qualche giorno fa, quando si è tornato a parlare della possibile chiusura del reparto di Terapia intensiva. Il comitato Sos Ospedale ha organizzato un sit in di protesta e il sindaco Lucio Greco ha contattalo l’Asp per un incontro alla ricerca di risposte. Risposte, con tanto di assicurazioni, che sono arrivate dai vertici dell’Asp. “Il reparto è funzionante – ha affermato il direttore generale dell’Asp di Caltanissetta, Alessandro Caltagirone – ma non si può accettare che si diffondano voci tanto infondate e di conseguenza manifestazioni senza giustificazione”.

Ma la coordinatrice del comitato Sos Ospedale, Luciana Carfì, ha rilanciato spostando l’oggetto del confronto su un più generale presunto ridimensionamento del nosocomio: “Stiamo assistendo a una smobilitazione progressiva. Qui si devono espletare i concorsi, riaprire la mobilità. Facciamo le proteste perché i servizi che mancano li viviamo sulla nostra pelle. Non possiamo permetterci di giocare con la salute dei cittadini. Vogliamo risposte”.

Liliana Blanco

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