Il tecnico Eugenio Corini ha parlato nel post partita contro il Cittadella
Nelle ultime due gare due pareggi, contro Pisa e Cittadella; in cinque partite due miseri punti in classifica, che relegano il Palermo al terz’ultimo posto in classifica dopo dieci giornate. La squadra allenata da Eugenio Corini viaggia con una media da retrocessione, con meno di un punto a partita. Nella sfida contro il Cittadella di oggi non sembrano esserci stati passi avanti, ma il tecnico, ex capitano rosanero dei tempi d’oro, ha ancora fiducia nel suo gruppo e nel suo lavoro.
“La mia lettura e il parametro che faccio – spiega Corini – li faccio anche in base all’avversario. Il Cittadella è una squadra brava a sporcare il gioco e aggredire alto. Abbiamo provato a giocare, il primo tempo è stato più duro sicuramente. Sulla lunghezza della partita abbiamo preso più campo e abbiamo riempito l’area, con alcune situazioni importanti per fare gol. Se una squadra doveva vincere – prosegue – quella era la nostra. La prestazione secondo me c’è stata e anche una crescita rispetto al Pisa”
Le parole di Eugenio Corini, però, non sono in sintonia con quanto avvenuto a fine partita, quando dagli spalti si sono sentiti fischi. La maggior parte dei tifosi non è contenta del lavoro del Genio; basta aprire una pagina social sul Palermo calcio per rendersene conto:
“E’ un momento delicato – spiega il mister nel post partita – e accettiamo i fischi. La vittoria non arriva da tempo. Dobbiamo spostare l’inerzia dalla nostra parte. Possiamo fare meglio ma la volontà di fare determinante cose c’è. La squadra ci ha provato fino alla fine e il parametro lo faccio anche sul valore difensivo della squadra avversaria. Abbiamo provato a far gol fino al 96’ ma loro difendevano forte. Ho visto una squadra solida dal punto di vista mentale, abbiamo sempre provato a fare le nostre cose. Il peso della vittoria che manca c’è. La voglia di reagire però la vedo e stiamo lavorando per far arrivare questa vittoria prima possibile. Rimane qualche difetto strutturale per cercare di essere più incisivi. Riusciamo a creare i presupposti – conclude Corini – ma non sempre a finalizzare”.