Il concerto in Argentina ha dato il via al tour della band britannica. L'evento è stato trasmesso in 81 Paesi ma non in Iran
Durante il loro concerto a Buenos Aires, in Argentina, i Coldplay hanno suonato “Baraye“, l’inno di protesta dei giovani iraniani, la colonna sonora delle rivolte che infiammano la Repubblica islamica dalla morte di Mahsa Amini, dandone un’eco internazionale. L’evento, è stato trasmesso in streaming nei cinema di 81 Paesi, ma non in Iran per via delle restrizioni imposte dalle autorità iraniane.
In Iran ”i giovani, donne e uomini, stanno combattendo per la loro libertà, per il diritto di essere se stessi”, ha detto il cantante dei Coldplay Chris Martin al concerto, invitando a ”mandare amore” agli iraniani. All’esibizione, che ha dato il via al tour mondiale della band britannica, è stato invitato l’attore iraniano esiliato in Argentina, Golshifteh Farahani, che ha cantato in farsi il brano diventato un inno.
Baraye, che significa “Per…” o “A causa di…”, è stato scritto da uno dei musicisti più famosi in Iran, Shervin Hajipour, con versi tratti da 31 messaggi che i cittadini avevano postato online condividendo la propria miseria e dolore individuale. Nella canzone, intonata spesso durante le proteste, ci sono versi “per ballare per le strade”, “per ogni volta che abbiamo avuto paura di baciare i nostri amati” e “per le donne, la vita e la libertà”. Un brano diventato presto virale e che ha portato all’arresto del 25enne Hajipour, oltre che alla rimozione della sua canzone da Instagram. Le autorità ora lo hanno rilasciato, ma da allora non ha più parlato. Durante la performance di Farahani, sul palco è stato trasmesso il video originale di Hajipour mentre cantava.
La sua canzone, quindi, sta avendo la meglio sulla censura. Video condivisi online mostrano infatti giovani studentesse iraniane che la cantano, manifestanti in piazza che la intonano, ma anche persone in macchina che la ascoltano a tutto volume.