Il mondo del commercio ha accolto con favore l'idea a patto che non si trasformi in un boomerang
Emerge preoccupazione dalle dichiarazioni di Nico Gronchi, vicepresidente vicario di Confesercenti e presidente di Assoterziario, intervistato dall’Adnkronos sull’opportunità di introdurre una web green tax nella prossima legge di bilancio.
“Noi qualche preoccupazione ce l’abbiamo perché per ora stiamo ai titoli, la Digital green tax può rischiare di colpire a valle non tanto i grandi gruppi dell’e-commerce ma i piccoli trasportatori o i piccoli esercenti o i consumatori finali. Quindi il tema è – di somanda Gronchi – quale è l’obiettivo del Governo? Se è quello di ridurre l’impatto sulle città, questo non si fa con le tasse ma con leggi e regolamenti. – sostiene – Se l’obiettivo del governo è imporre una tassazione sull’estrema diffusione dell’e-commerce, forse occorrono scelte che colpiscano le grandi multinazionali dell’e-commerce. Quindi, vediamo come vorranno strutturarla”.
Il mondo del commercio accoglie con favore l’idea a patto che non si trasformi in un boomerang.
“Per ora siamo ai titoli e siccome si sta ragionando di introdurla nella legge di bilancio, – sottolinea il vicepresidente di Confesercenti – la discussione deve partire e diremo la nostra”. “L’e-commerce cresce tutti gli anni a cifre importantissime, la pandemia ha fatto cambiare il mondo dei consumi – ammette Gronchi – e questo ha messo in crisi il commercio grande e piccoli, di vicinato in molte città”.
“In attesa della tassazione vera sulle multinazionali, la Digital tax che vale il 15% sui profitti della grandi piattaforme online e che entrerà in vigore nel 2024 nei paesi Ocse, l’Italia ha varato la digital tax nel 2021 – ricorda Gronchi – che ha avuto un impatto molto inferiore alle attese appena 200 milioni sugli 800 previsti”.