Unioncamere-Anpal: in Sicilia in media le imprese non trovano 4 profili professionali su 10. Nel 23,5% dei casi per mancanza di candidati e nel 13,4% per preparazione inadeguata
PALERMO – Di mese in mese, si ripresenta sempre la stessa contraddizione: tanti, tantissimi i disoccupati siciliani, eppure altrettante sono le posizioni lavorative che rimangono scoperte. L’analisi dei dati vengono dalle rilevazioni mensili del sistema informativo Excelsior, realizzate da Unioncamere in accordo con l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro.
Gli ultimi dati disponibili si focalizzano sulle principali caratteristiche delle entrate nel mondo del lavoro, programmate nel mese di novembre 2022, con uno sguardo sulle tendenze occupazionali per il periodo novembre 2022 – gennaio 2023. Per il mese di novembre appena trascorso, sono state previste 20.620 assunzioni, di cui il 20,6% sono dirigenti, professioni con elevata specializzazione e tecnici (4.240), il 35,1% impiegati, professioni commerciali e nei servizi (7.240), il 32,5% operai specializzati e conduttori di impianti e macchine (6.710), mentre l’11,8% sono professioni non qualificate (2.430). Sul totale, il 40,6% di queste posizioni è di difficile reperimento nel mercato del lavoro, di cui il 23,5% per mancanza di candidati e il 13,4% per preparazione inadeguata dei candidati. In particolar modo, mancano gli operai specializzati e conduttori di impianti e macchine, per ben il 47%; a seguire i dirigenti, professioni con elevata specializzazione e tecnici (42,4%) e gli impiegati, professioni commerciali e nei servizi (37,4%).
Il sistema prevede anche l’analisi dei titoli di studio richiesti dalle imprese secondo la difficoltà di reperimento e l’esperienza richiesta: le maggiori carenze riguardano l’istruzione tecnica superiore (Its), che arrivano addirittura all’81,4%; quindi, la qualifica di formazione o diploma professionale pari al 60,7% e il livello universitario, al 39,5%. A livello nazionale, sono 329 mila le assunzioni previste dalle imprese per il mese di dicembre, e salgono a 1,2 milioni per l’intero trimestre dicembre-febbraio.
Rispetto a un anno fa, si registra una flessione di oltre -24 mila, in conseguenza del rallentamento dell’economia causato dalla guerra in Ucraina, della crisi energetica, della crescita dell’inflazione e del costo del denaro. Comunque, i livelli della domanda di lavoro delle imprese si mantengono superiori a quelli registrati nell’analogo periodo pre-Covid. Per settore, i numeri si distribuiscono variamente: l’industria ricerca a dicembre 88 mila lavoratori, mentre i servizi ne ricercano 241 mila. Per l’industria sono le imprese della meccatronica e della metallurgia a offrire le maggiori opportunità lavorative, con rispettivamente 15 mila e 11 mila assunzioni programmate. Molteplici anche le opportunità di occupazione nel settore edilizia che programma 31 mila ingressi. Per i servizi, nel periodo delle festività natalizie, si mantengono elevate le previsioni di assunzioni nel turismo (66 mila lavoratori ricercati) e nel commercio (50 mila); seguono poi i servizi alle persone (39 mila) e i servizi di trasporto e logistica (27mila).
Le difficoltà di reperimento del personale riguardano anche il resto della penisola, oltre la Sicilia. La motivazione prevalentemente dichiarata dalle imprese è la mancanza di candidati (29,1%), seguita dalla preparazione inadeguata dei candidati (12,3%) e da altri motivi (3,9%). Tra le professioni di più difficile reperimento il borsino Excelsior individua gli specialisti nelle scienze della vita e i tecnici della salute (sono di difficile reperimento rispettivamente l’82,7% e il 61,7%), i tecnici in campo ingegneristico (58,7%), i tecnici della gestione dei processi produttivi (58,6%), i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (54,4%), ma anche gli operatori della cura estetica (69,6%), i meccanici, montatori, riparatori e manutentori di macchinari (69,4%), gli operai di macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche (61,7%).
Sempre rimanendo all’analisi nazionale, i contratti a tempo determinato sono la tipologia maggiormente proposta con 172mila unità, pari al 52,1% del totale, in lieve diminuzione rispetto a dicembre 2021 (53,6%).
Seguono i contratti a tempo indeterminato (79mila unità, 24,0%), quelli in somministrazione (29mila, 8,8%), l’apprendistato (19mila, 5,7%), gli altri contratti non alle dipendenze (15mila, 4,4%), le altre forme contrattuali alle dipendenze (10mila, 3,1%) e i contratti di collaborazione (6mila, 1,9%). A livello territoriale, 102mila assunzioni sono previste dalle imprese del Nord ovest, a cui seguono le imprese del Nord est (83mila, area che manifesta la maggiore difficoltà di reperimento pari al 50,3%), le imprese del Sud e isole (80mila) e le imprese del Centro (64mila).