Noi siciliani, che pur abbiamo tante doti, e ce ne riconosciamo tante di più, sembra che non abbiamo il senso della realtà
Anni fa uscì un film che mi piacque molto, il senso di Smilla per la neve. Un film sul senso dei popoli artici per la difesa del loro territorio. Noi siciliani, che pur abbiamo tante doti, e ce ne riconosciamo tante di più, sembra che non abbiamo il senso della realtà.
Torno a parlare, in maniera più complessiva, del caso Cannes. Il finanziamento per lo shooting fotografico al festival francese ci pone due quesiti che non sono scandalistici o contabili.
Il primo. La Regione non ha materiale fotografico di alta qualità nei suoi archivi e non ha risorse umane che li custodiscono con professionalità, e che hanno competenze tecniche per promuovere l’immagine dell’isola nel mondo?
Si. La regione ha un archivio di film ed immagini che sarebbero una miniera per registi che vogliono captare l’enorme potere di bellezza e di comunicazione che la nostra isola possiede. Abbiamo in casa queste cose, catalogate e gestite da persone di alto livello dei Beni Culturali, come per esempio il regista Salvo Cuccia, ma non solo lui. Ma utilizzare risorse professionali regionali non ci fa spendere abbastanza, mentre Nassogne, alias Moja, alias non si sa chi, può spendere di più e a suo discrezionale piacimento senza beghe contabili.
Ma tanto sono soldi europei, che ti frega, direbbe Bracardi? Purtroppo quando capiremo il contraccolpo di perdita di credibilità di questa vicenda ci fregherà molto.
Il secondo punto è su cosa spendere soldi europei. Faccio un esempio. Il comparto agroalimentare della Sicilia è ancora una foresta vergine come l’Amazzonia. Il solo fatturato di vino ed olio, di cui la regione si occupa tramite l’istituto regionale vite ed olio, IRVO, è oltre mezzo miliardo ed ha potenzialità immense se ci si investisse in marketing diretto. Bene la cifra che la regione trasferisce per diverse competenze all’istituto è inferiore ai soldi che diamo a Nassogne per 4 foto.
Il senso per la realtà dei fattori trainanti, e per le vere risorse dell’isola, da questo esempio è assolutamente incomprensibile. Siamo folli e spreconi senza alcuna concretezza. Qualcuno mi dirà ma che c’entra, quelli erano soldi dell’assessorato turismo. Vi rispondo. Quanto vale il turismo enogastronomico, i percorsi sulle vie del vino o dell’olio che quell’assessorato può promuovere? Tanti soldi, moltissimi soldi di ricaduta per l’isola, facendo una narrazione vera e non posticcia. Quanto hanno fatturato gli addetti del comparto artistico siciliano in seguito ai soldi dati a Moja? Meno del finanziamento stesso, sfido a portarmi le fatture di compensi percepiti che dimostrino il contrario.
Abbiamo uno strano senso degli investimenti pubblici in Sicilia. Forse dovremmo fare una legge che determini una quota di compartecipazione minima degli assessori ai finanziamenti, da trattenere sull’indennità, anche l’uno per mille o l’uno per diecimila. Siamo certi di una diminuzione degli sprechi.
Così è se vi pare.