Messina, Teatro Vittorio Emanuele tra qualità e sostenibilità - QdS

Messina, Teatro Vittorio Emanuele tra qualità e sostenibilità

Messina, Teatro Vittorio Emanuele tra qualità e sostenibilità

sabato 09 Settembre 2023

Il direttore artistico Scoglio risponde alle recenti critiche parlando di una struttura in piena attività, con un bilancio in equilibrio e una stagione quasi definita

MESSINA – “Il Teatro è in piena attività, gode di ottima salute, con un bilancio in equilibrio e una stagione quasi definita che presenteremo nelle prossime settimane”. Mentre arriva la notizia della nomina di Orazio Miloro, presidente del Consiglio di amministrazione, a commissario straordinario, Gianfranco Scoglio, sovrintendente dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele rassicura dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi di rappresentanti sindacali e associazioni culturali, che hanno espresso preoccupazione, evidenziando una fase di stallo nella gestione della storica struttura.

Il segretario generale Antonio Di Guardo e il responsabile del Dipartimento artisti Giacomo Farina della Slc-Cgil hanno fatto in particolare riferimento alla mancata nomina dei direttori artistici, al Cda in scadenza e alla mancata attenzione e ascolto degli artisti del territorio. “Il sovrintendente – ha spiegato Scoglio al QdS – non è un direttore amministrativo del teatro, ma rappresenta un organo che si deve occupare della programmazione e che, se nominati, si avvale dei direttori artistici. Ma la responsabilità è mia da cinque anni a questa parte. Tutte le stagioni portano la mia firma dopo di che vengono approvate dal Cda. Siamo passati da un incarico gratuito per i direttori a un incarico a pagamento per cui abbiamo dovuto inserire le somme in bilancio e il bilancio ci è stato approvato due giorni fa. Prima non potevamo chiudere il procedimento di selezione”.

“La governance del Teatro – aggiunge – è scaduta il 5 di agosto, era in prorograzio e poiché la Città Metropolitana e il Comune di Messina hanno riaperto i termini per la presentazione dei curricula dei candidati di diretta competenza al 30 settembre, l’Assessorato ha ritenuto giustamente di non interrompere la continuità amministrativa e ha nominato il presidente Orazio Miloro commissario straordinario fino all’insediamento del nuovo Cda, che non potrà essere nominato prima di ottobre”.

I cartelloni, come spiega Scoglio, sono comunque pronti perché la programmazione si fa in primavera: “La stagione è quasi definita. Non la stiamo ancora presentando perché in questo momento siamo concentrati sul Bellini international context, con due grandi eventi nelle prossime settimane. Ma lo faremo dopo, quindi non vedo il senso dell’allarme che circola”.

Scoglio parla anche dello scorso anno, sottolineando come sia stata fatta “una stagione con la media di 550 spettatori a sera, apprezzatissima dal pubblico, segno che si è fatto un buon lavoro. Siamo un Ente pubblico e dobbiamo stare attenti a essere in equilibrio con il bilancio. Con la disponibilità economica che abbiamo ogni anno possiamo fare soltanto un’opera lirica e concerti di sinfonica. Quest’anno c’è un accordo di coproduzione su Norma con TaoArte, siamo quindi in piena attività senza nessun rallentamento”.

E sui requisiti dei nuovi direttori aggiunge: “Devono portare un progetto di qualità ma che deve tenere conto delle disponibilità finanziare del Teatro. Devono avere esperienza nelle direzioni artistiche teatrali, essere in grado di fare bilanci di produzione, verifiche di fattibilità economica”.

E fare i conti con i limiti del Vittorio Emanuele rispetto ad altre realtà come quelle di Palermo e Catania. “Non siamo – spiega Scoglio – un Teatro stabile nella catalogazione. Siamo il più antico teatro di Sicilia che nasce operistico e sinfonico e non di prosa, genere che ha trovato spazio piano piano, perché non abbiamo un’orchestra stabile. Puntiamo a diventare un Teatro di sinfonica con la prosa, ad avere più giornate di quelle che riusciamo a fare ma dobbiamo essere inseriti tra i Teatri di tradizione a livello ministeriale. Abbiamo fatto l’istanza per rientrarci e avere un contributo statale ci consentirebbe di ottenere una stagionalità musicale che oggi non abbiamo. Il collegamento con altri teatri come Taormina è importante, perché ci consente di avere una location con sei-settemila posti a fronte dei nostri novecento. La linea intrapresa è quella di coniugare tradizione e contemporaneità, utilizzando le nuove tecnologie e ritagliandoci un target che altre realtà non hanno”.

Infine, sul rapporto con gli artisti locali precisa: “La sola cosa che possiamo fare per valorizzare le compagnie locali è che chiunque ci presenta un progetto valido può andare in ospitalità, ma deve rischiare in proprio sull’incasso. Il problema è che a Messina manca un teatro di quattrocento posti com’era il Teatro in Fiera, dove le compagnie locali si potevano valorizzare. Ma non abbiamo escluso nessuno: abbiamo ospitato compagnie anche della provincia non chiedendo nulla se non una percentuale sull’incasso, come fanno tutti i teatri di rappresentazione del mondo. È diverso per i teatri stabili, che hanno altra mission e più contributi”.

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