Torna a partire da domani il Festival pensato per valorizzare la bellezza del territorio: tredici luoghi, undici passeggiate e cinque esperienze per tre fine settimana densi di appuntamenti
SCIACCA (AG) – Dallo straordinario “matroneo” a piccoli vani, da dove seguivano la messa le monache di clausura della Badia Grande, le stesse che inventarono le delicate “ova murina” che ancora oggi sono il dolce saccense; all’antichissima chiesa di san Nicolò la Latina, dove ha il suo atelier Lucia Stefanetti chiamata in Sicilia dal cardinale Pappalardo. Dalla chiesa del Purgatorio che un tempo era collegata con un “comunichino” al “ritiro” delle prostitute pentite; alla chiesa del Collegio dei Gesuiti con un San Giovanni Battista attribuito al Domenichino. E ancora il Museo del Mare del complesso Fazello che ospiterà Ferdinandea, il Sogno, personale di Franco Accursio Gulino o le grotte vaporose del Monte Kronio, tonnare di una volta che hanno una nuova vita, necropoli e cammini inediti. Le Vie dei Tesori ritornano a Sciacca per la loro sesta edizione consecutiva, con tredici luoghi, undici passeggiate e cinque esperienze, un programma frastagliato, che rilegge luoghi conosciuti ma ne scopre anche di inediti.
“Ci apprestiamo a realizzare – ha detto il sindaco Fabio Temine – un’edizione molto bella e piena in un mese, ottobre, su cui stiamo scommettendo. E il numero di turisti in arrivo ci sta già dando ragione”. Si parte domani, sabato 7 ottobre, per andare avanti fino al 22, sempre sabato e domenica per tre fine settimana, in collaborazione con il Comune e la Diocesi, le numerose associazioni sul campo e il Liceo scientifico Enrico Fermi i cui giovani faranno da guida. “Ringrazio i ragazzi – ha detto l’assessore Salvatore Mannino – che si stanno mettendo a disposizione per la nostra città. Se voi vi mettete in gioco, noi abbiamo raggiunto già il nostro obiettivo”.
Una nuova edizione del Festival di “riappropriazione della bellezza” che racconta l’intera Isola: prima i Borghi a fine estate, poi la prima tranche di dieci città che si è appena conclusa in maniera trionfale. Bagheria, Termini Imerese e la new entry Corleone, nel palermitano; poi le tre città della costa occidentale, Trapani, Marsala e Mazara, oltre alla piccola Alcamo. Nel cuore della Sicilia, Enna e Caltanissetta, e all’altro estremo, Messina. Con Sciacca, prendono il via invece le altre quattro città, Ragusa e Scicli (che si visitano con un unico coupon), poi Noto e Carini, tutte per tre weekend, dal 7 al 22 ottobre. E, per cinque weekend, le due “capitane” Palermo e Catania, dove il festival durerà fino al 5 novembre.
Un progetto, quello delle Vie dei Tesori – nato nel 2006 a Palermo e progressivamente esteso all’intera Sicilia e oltre – “che si anima della narrazione collettiva – ha detto la presidente Laura Anello – della voglia di riappropriazione dei cittadini, della partecipazione di centinaia di giovani”. Il Festival propone ai cittadini un’alleanza nel segno della cultura, della conoscenza, della riappropriazione degli spazi. E di contro, offre ai turisti la possibilità di visitare città aperte, raccontate, dense di nuove prospettive, di nuovi spunti di dialogo, di nuove forme di accoglienza. Un impegno civile, prima ancora che culturale, che investe oltre 450 tesori visitabili in due mesi interi di festival, con un sistema digitale e smart. Palazzi nobiliari, terrazze segrete, monasteri, chiese e cripte, giardini, musei scientifici: luoghi in gran parte di solito chiusi o non raccontati.
Le Vie di Tesori ogni anno generano una importante ricaduta economica, in termini di indotto turistico, nelle città che attraversano: come certifica l’Otie, Osservatorio turistico delle economie delle Isole, complessivamente l’anno scorso la Sicilia ha avuto un indotto economico di oltre 6 milioni di euro.