Sicilia rimandata per quanto concerne il tempo pieno a scuole e il livello di istruzione. A Catania e Palermo i dati peggiori
La Sicilia ancora una volta inchiodata dalle classifiche negative. L’Isola risulta essere un esempio negativo per quanto concerne le mense scolastiche e il tempo pieno a scuola. A ribadire i numeri poco incoraggianti è il report “Fare spazio alla crescita” realizzato da Save the Children in occasione del lancio della nuova campagna di sensibilizzazione “Qui vivo”.
Scuola, la carenza di mense in Sicilia
Nel documento redatto dall’organizzazione internazionale, la carenza di mense “riduce la possibilità per le istituzioni di fornire un servizio di refezione sano e accessibile. Mentre a livello nazionale”. A livello nazionale il 42% delle scuole primarie risulta essere fornito di mensa, mentre nelle zone metropolitane del Paese la percentuale si abbassa al 39,5%.
La situazione peggiore viene toccata nel Meridione, specialmente nelle zone di Napoli e Catania dove il dato tocca livelli estremamente bassi. Si parla, infatti, del 7,3% per il capoluogo partenopeo e dell’8,9% per la città dell’elefante. Situazione in chiaroscuro anche per le altre città metropolitane della Sicilia: a Messina la percentuale è del 32,2%, mentre a Palermo non si va oltre il 13,3%.
Il dato risulta essere ancora più basso se si considerano le scuole secondarie di primo grado: si è davanti al 25,6% a fronte del 26,8%. Anche in questa graduatoria è la Sicilia a ottenere i risultati inferiori, con le città di Catania e Palermo nuovamente bocciate rispettivamente con l’8,2% e l’11%. Messina rimane comunque la migliore delle tre Città metropolitane, con il 27%.
Tempo pieno, Sicilia in fondo alla classifica
Dati poco confortati per la Sicilia arrivano anche per quanto riguarda la percentuale delle classi della scuola primaria che offrono il tempo pieno (almeno 40 ore settimanali). A Catania e Palermo si parla rispettivamente del 9,5% e del 6,5%, il dato più basso del Paese. La città di Messina si colloca più avanti, con il dato del 20,3%.
Per quanto riguarda la scuola secondaria di primo grado, Catania tocca la percentuale del 5,1% mentre Palermo non va oltre il 10,4%. La sorpresa positiva è invece rappresentata da Messina: la città dello Stretto totalizza il 31,3%, con un dato che la colloca ben oltre la media nazionale del 13,3%.
A Catania istruzione o occupazione latenti
Il report di Save the Children va a indagare poi sulle disuguaglianze presenti nelle varie realtà territoriali del Paese in ambito scolastico. “A Catania si registrano differenze significative”, si legge nel documento. Nel dettaglio, nella Prima Circoscrizione, corrispondente all’area storica della città, quasi due terzi dei residenti (62%) è provvisto soltanto della licenza media e il 59,8% non risulta occupato.
Qui, inoltre, si contano anche il maggior numero di minori (20,9% del totale della popolazione) e di minori stranieri (10,7%). Nella Terza Circoscrizione, poi, i numeri diventano ancora più drammatici: solo il 34,2% è munito soltanto di licenzia media e il 43,5% non è occupato.
Bocciate anche Messina e Palermo
Per quanto concerne la città di Messina, nella zona III del Comune peloritano “il 56% dei residenti possiede soltanto la licenza media”. Inoltre, lo stesso Municipio “ha la percentuale più alta di non occupati”, pari al 55,8%.
Non sorride nemmeno la città di Palermo. Secondo Save the Children “la Circoscrizione Seconda, oltre ad avere la proporzione più elevata di minori di 0-19 anni a livello comunale (21,4%), si caratterizza anche per il più alto tasso di residenti con sola licenza media (65,8%) e non occupati (60,3%), rispetto ad una media comunale del 52,5% e 53,7%”.