Povertà educativa, il governo Schifani per la Sicilia

Povertà educativa, il governo Schifani corre ai ripari. Ma piovono critiche dall’opposizione

Antonino Lo Re

Povertà educativa, il governo Schifani corre ai ripari. Ma piovono critiche dall’opposizione

Simone Olivelli  |
lunedì 23 Ottobre 2023

La Regione ha varato nei giorni scorsi un documento contenente le misure anche per la riduzione della dispersione scolastica, la qualificazione e l'internazionalizzazione del sistema scolastico siciliano

Un piano strategico per riuscire in quella che i dati descrivono come una vera e propria impresa. È il documento varato nei giorni scorsi dal governo Schifani e contenente le misure per il contrasto alla povertà educativa, la riduzione della dispersione scolastica, la qualificazione e l’internazionalizzazione del sistema scolastico siciliano. Il piano, che copre il triennio 2023-2025, vale quasi 233 milioni di euro è stato proposto in giunta dall’assessore all’Istruzione Mimmo Turano, sulla scorta di un’indagine conoscitiva condotta dall’Ufficio scolastico regionale. Tra gli obiettivi dichiarati ci sono il rafforzamento delle competenze curriculari, la creazione di sportelli per la prevenzione del bullismo, interventi a favore degli studenti fragili ma anche azioni per puntare all’internazionalizzazione dei sistemi educativi nell’ottica di una formazione che guardi anche ai bisogni del mondo produttivo e, dunque, al momento dell’inserimento nel mondo del lavoro.

Dispersione scolastica, numeri eloquenti

Se l’ambiziosità del piano verrà messa alla prova nel momento in cui ciò che oggi è scritto su carta dovrà portare a interventi concreti, il punto di partenza è innegabilmente tra i meno rosei che potessero esserci. La Sicilia è tra le regioni in cui il fenomeno in cui la formazione scolastica trova i maggiori ostacoli da superare, portando a un numero crescente di casi di abbandono o evasione scolastica o, nella meno peggiore delle ipotesi, di frequenza irregolare dei percorsi di studio. A dirlo è lo studio dell’Ufficio scolastico regionale.

Il primo dato che emerge, ma questo è legato a cause socio-economiche di portata più ampia come nel caso del decremento della popolazione, è quello relativo alla riduzione del numero di alunni che studiano nell’isola: in un decennio, tra l’anno scolastico 2013-14 e l’anno 2023-24, si sono persi quasi 95mila studenti. A calare di conseguenza – 77 per la precisione – sono state però anche le istituzioni scolastiche: tra il 2021 e il 2022, a livello provinciale, se ne sono perse due nel Siracusano e nell’Agrigentino, e una nel Nisseno, Catanese e Palermitano.

Al momento la rete scolastica in Sicilia è composta da 5805 plessi, contenenti 35.769 classi. Un numero quest’ultimo di ben 122 unità più basso rispetto all’anno scolastico 2021-2022. Le classi più popolose, con una media di 20 alunni, sono in provincia di Ragusa, mentre nell’Ennese il numero medio si attesta intorno ai 16 studenti. Il numero di insegnanti è di 63.249 a cui vanno aggiunti 25.425 docenti di sostegno. Per quanto riguarda questi ultimi, in provincia di Catania il rapporto tra alunni e insegnanti è di 1,35; il più alto nell’isola.

Addio scuola

Lo studio sottolinea come in fatto di dispersione scolastica, a quella esplicita derivante dalla mancata frequentazione, vada aggiunta quella implicita. “Rappresenta gli studenti che, pur non essendo dispersi in senso esplicito, finita la scuola non hanno le competenze necessarie per entrare nel mondo del lavoro e dell’Università”, si legge nel rapporto.

Nell’anno 2020-21 sono stati ben 660 gli abbandono registrati nelle scuole di primo grado su un totale in tutta Italia di 7336. La percentuale più elevata si è registrata in provincia di Siracusa (0,77%), la più bassa nel Messinese (0,33%). Si attesta, invece, allo 0,38% il livello di abbandono nel passaggio tra scuole elementari e medie. La percentuale sale al 2,71 – la media nazionale è del 2,59 – se si guarda ai ragazzi che lasciano gli studi senza conseguire il diploma di maturità.

Il basso livello di scolarizzazione si vede anche nella fascia tra 18 e 24 anni, dove la percentuale di giovani in possesso soltanto della licenza media e di nessun’altra particolare qualifica professionale sale al 21,2 per cento, a fronte di un dato medio nazionale del 12,71. È invece del 36,3% – ben 13 punti sopra la media nazionale – il dato sui cosiddetti Neet, ovvero coloro che tra i 15 e i 29 anni non lavorano e non studiano.

Le risposte da cercare e da dare

Nell’anno scolastico 2020-21 in Sicilia sono stati più di cinquemila i casi tra abbandoni (assenza per più di 15 giorni continuativi non giustificata da motivi di salute e familiari), evasione scolastica (nessuna presenza) e frequenze irregolari (almeno una settimana di assenza al mese). Stando all’indagine, la metà delle volte la causa è stata legata a comportamenti problematici dell’alunno, il 45% a questioni familiari, mentre il restante cinque per cento a disagi di natura psicologica provocati dalla pandemia.

Tra le proposte che l’Ufficio scolastico regionale ha sottoposto alla Regione per cercare di creare condizioni favorevoli per la riduzione di questa emorragia c’è quello di puntare sulla diffusione dei servizi di mensa scolastica, con lo stanziamento di sostegni economici a favore delle famiglie che non possono sostenere i relativi oneri, ma anche il potenziamento del sistema dei trasporti dando la possibilità alle scuole di dotarsi di scuolabus nell’ottica di favorire la frequentazione degli istituti nelle ore pomeridiane. Tra i suggerimenti trovano spazio anche l’apertura di sportelli psicologici per il supporto alla genitorialità e la realizzazione di spazi per attività di condivisione all’interno degli istituti scolastici: dalle biblioteche alle palestre, dagli auditorium a spazi sportivi esterni.

Critiche dall’opposizione

A intervenire duramente contro il piano strategico varato dalla Regione è stato il Movimento 5 Stelle. “Non comprendiamo in che modo la Regione Siciliana voglia intervenire per contrastare la dispersione scolastica, se contestualmente ha già comunicato tagli e accorpamenti tra scuole e i dirigenti avranno anche oltre 1500 studenti nelle proprie competenze su scuole che tra loro, distano anche 30 chilometri l’una dall’altra – ha attaccato la deputata Stefania Campo – Ci dicano Schifani e Turano in che modo un dirigente possa curare, caso per caso, quelle famiglie con fragilità che non mandano i figli a scuola se gli si aumenta in tale modo il carico di studenti”.

L’esponente pentastellata ha poi proseguito: “Sulla scuola non si dovrebbe risparmiare, ma quanto meno, se vanno fatti accorpamenti che siano ragionati in base alla distanza chilometrica, ai sotto organici e alle attuali reggenze e non ridurre tutto a numeri e bilanci. Prima di lanciare fantomatici piani, Schifani farebbe bene a consultare sindaci e dirigenti scolastici prima di muovere foglia nell’ottica del risparmio. Un governo che taglia sull’istruzione – ha concluso Campo – è un governo che vuole una società sempre più ignorante e facilmente influenzabile”.

Tag:

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017