I numeri per l’anno in corso fanno ben sperare, ma il ministro Santanché rilancia: “Ora occorre destagionalizzare”
ROMA – Il 2023 è stato, per il turismo italiano, uno degli anni più positivi di sempre, spinto dalla voglia di tanti di tornare a viaggiare dopo gli anni difficili della pandemia, del distanziamento sociale, delle mascherine e di tutto quello con cui per lungo tempo siamo stati costretti a convivere. Tutti brutti ricordi che per fortuna sembrano ormai alle spalle, come hanno dimostrato anche gli ultimi dati relativi allo scorso Ponte dell’Immacolata.
C’è dunque da prendere tutto ciò che di buono finora è stato fatto, ma per l’Italia deve essere un imperativo non accontentarsi di quanto fatto nel corso dell’anno che si sta per concludere. Al contrario, il traguardo appena raggiunto deve essere soltanto un punto di partenza per dar vita a nuove politiche utili a potenziare ulteriormente il comparto. Lo sa bene il ministro del Turismo Daniela Santanché, che a tal proposito ha affermato: “Mi fa piacere leggere, dai dati emersi in questi giorni per il Ponte dell’Immacolata, performance in linea con il 2019. È sicuramente importante lasciarsi alle spalle il periodo della pandemia e tutto ciò che questo ha comportato per il settore. Oggi i numeri ci parlano di un comparto in salute e questo ci deve far guardare al futuro con fiducia e ottimismo, ma dobbiamo fare di più”.
“Dobbiamo andare – ha aggiunto la rappresentante del Governo – oltre la filosofia della stagionalità. Dobbiamo compiere il salto di qualità verso la destagionalizzazione, un obiettivo alla portata del comparto, che è sicuramente pronto a gestire i flussi in concomitanza con festività e alta stagione, ma anche capace a distribuirli nel tempo e nello spazio. Con la squadra che abbiamo formato, sono certa che ci riusciremo”.
La parola d’ordine è quindi destagionalizzare
E lo è stato ribadito recentemente anche in occasione del Forum internazionale del Turismo organizzato a fine novembre a Baveno (Verbano-Cusio-Ossola), un appuntamento pensato, voluto e organizzato dal ministero del Turismo per riunire il governo, le istituzioni nazionali e internazionali, gli assessori regionali, i rappresentanti di categoria e gli operatori del settore con l’obiettivo di promuovere un confronto sui risultati, le potenzialità e le prospettive del comparto.
Tra i momenti più importanti di questo confronto c’è stato certamente il faccia a faccia con gli assessori regionali con delega al Turismo. “Li abbiamo invitati – ha spiegato il ministro Santanché – non solo perché il turismo è materia concorrente, ma anche perché li considero la squadra con cui lavorare al meglio per raggiungere obiettivi ambiziosi per l’Italia. L’occasione non solo per mettere al centro dell’agenda di Governo il turismo, ma anche per rafforzare il lavoro con le Regioni affinché si possa esprimere tutto il potenziale ancora inespresso di un comparto vitale per l’economia nazionale e quindi anche regionale”.
L’importanza del settore per l’economia italiana tutta è stata evidenziata anche dalla premier Giorgia Meloni, che ha parlato di “uno dei motori trainanti dell’Italia” e di “uno degli asset strategici del sistema produttivo”.
Proprio in occasione del Forum internazionale dedicato al comparto, la presidente del Consiglio ha inoltre ribadito che “c’è tantissima fame di Italia all’estero ed è nostro preciso dovere rispondere a questa fame di Italia e farci sentire sempre più pronti. È una sfida che riguarda tutti: il Governo, gli operatori, è una sfida aperta su cui ciascuno di noi deve mettersi in gioco. Il Governo c’è e sono sicura che insieme potremo raggiungere gli obiettivi”.
Traguardi da tagliare anche attraverso un lavoro sinergico all’interno dell’Esecutivo nazionale, come evidenziato anche dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: “Turismo e cultura – ha affermato – sono intimamente e strettamente legati uno con l’altro. Tutte le analisi ci dicono che i grandi flussi sono improntati di più sulla cultura. La nostra Penisola, al centro del Mediterraneo, rappresenta un unicum di sovrapposizioni, di susseguirsi di civiltà ognuna delle quali ha lasciato qualcosa”.
E proprio su questo si sta lavorando: sinergie, destagionalizzazione, cultura e tanto altro. Gli elementi che possono finalmente far diventare l’Italia un punto di riferimento unico a livello europeo e mediterraneo sul fronte turistico.
Ripubblichiamo alcuni estratti dell’ultimo Forum realizzato con Daniela Santanché
Un Paese che vuole guardare al futuro a cominciare dalle riforme essenziali
ROMA – Per tracciare il futuro del turismo nazionale il Governo guidato da Giorgia Meloni ha scelto l’esperienza di Daniela Santanché, in più di un’occasione ospite dei Forum realizzati dal Quotidiano di Sicilia. Per l’occasione vi riproponiamo alcuni estratti di quella chiacchierata, pubblicata il 17 aprile del 2010, quando l’attuale ministro ricopriva il ruolo di sottosegretario per l’Attuazione del Programma di Governo.
Fra i temi affrontati allora e tuttora in primo piano c’è quello del Presidenzialismo (“a prescindere di quale tipo sia, è comunque necessario per andare verso la Repubblica presidenziale”) insieme al nucleare (“non è sufficiente soltanto parlare de ‘l’attuazione delle centrali nucleare’, ma andare a dire alla gente come queste impatterebbero nelle loro vite con riduzioni della bolletta e altro ancora”). Ma anche allora al centro di tutto vi era la comunicazione. Chiara e semplice a beneficio dei cittadini: “Tutte le settimane mi sono imposta di andare a incontrare i cittadini, le associazioni di categoria, i sindacati nelle Prefetture.
L’obiettivo è di mantenere uno stretto contatto con i cittadini-elettori per favorire un forte sentimento di fidelizzazione verso i partiti di Governo. L’immagine che viene desunta è di un Esecutivo che non si arrocca nei Palazzi del Potere, ma si dimostra disponibile al confronto e alle eventuali contestazioni”.
Trasparenza, comunicazione chiara e utilizzo delle nuove tecnologie. Punti fondamentali da cui oggi come allora si può partire per il rilancio del turismo e dell’economia italiana in un Paese che guarda sempre più al futuro.