L’Europa arriva praticamente ad un bivio. Passare da 12, poi a 27, ed oggi a potenziali 35, comporta il necessario mutamento della primaria regola europea
L’inizio della procedura di inclusione nell’Unione dell’Ucraina, e di altri paesi a Est, sembra un passaggio formale in cui l’unico risalto, però sostanziale, è stata l’astensione, fisica, dell’Ungheria di Orban. Ma la parte formale genererà aspetti di precipua sostanza, se la procedura non finirà in un binario morto, come fu per la Turchia.
L’Europa arriva praticamente ad un bivio. Passare da 12, poi a 27, ed oggi a potenziali 35, comporta il necessario mutamento della primaria regola europea, quella del voto all’unanimità e del potere di veto, anche se si è il Lussemburgo o Malta, che peraltro esprime la Presidente del Parlamento. Già ieri, con un escamotage, l’uscita dalla sala di Orban, come se andasse in bagno durante la votazione, non si è votato all’unanimità. Il voto a maggioranza, magari qualificata su alcuni argomenti, diventerà ineludibile.
Il secondo aspetto che cambia tutto con l’ingresso dell’Ucraina riguarda il bilancio. Intanto per aiutare la ricostruzione di un paese membro lo sforzo economico sarà poderoso, take da prosciugarsi buona parte dei Fondi di sviluppo. Questo sarà un grave problema soprattutto per l’Italia che ha l’intero Mezzogiorno assistito dai fondi di sviluppo dell’Unione, ma anche per altri Paesi. Inoltre il grande peso agricolo dell’Ucraina e degli altri Paesi ad Est rischia di mutare anche le politiche comunitarie, le più importanti, in tema di agricoltura. Chi glielo dice ai Tedeschi e Francesi su latte e carne ? O sempre agli italiani sul grano?
Per lasciare tutto come sta l’unica soluzione è aumentare il prelievo di bilancio ordinario europeo, oggi al 1% del PIL. Se poi consideriamo che si dovrà mettere mano ad un esercito Europeo, visto il quadro internazionale, la contribuzione all’Europa sarà costretta a passare velocemente al 2%. Ci rendiamo conto quanto incide questo nei bilanci nazionali? Soprattutto per quelli maggiormente indebitati e con meno margini di manovra?
Il Consiglio Europeo di ieri è arrivato ad un bivio, da un lato c’è la fine dell’ambiguità e delle ipocrisie europee, dall’altro l’affondamento del Titanic Europa.