Richieste importanti misure a tutela dei residenti di zona
Il dato, rilevato dall’Arpa e diffuso dall’associazione “A Testa Alta” è allarmante: a Licata, a causa dell’incendio dell’impianto di stoccaggio di rifiuti speciali e pericolosi, i livelli di diossina sono alle stelle. 499.749 femtogrammi per metro cubo, ben cinquemila volte sopra limite massimo (100 fg per metro cubo) indicato dall’Organizzazione mondiale della Sanità. L’impianto gestito da Omnia sorge a ridosso della strada statale 115. Si tratta di un’arteria molto transitata, con vicini tanti fondi rustici adibiti a coltivazioni agricole destinate al commercio all’ingrosso o al dettaglio. Addirittura, a circa 600 metri, vi è una casa di riposo per anziani.
Misure di sostegno
Diverse le voci che si sono levate per sensibilizzare chi di dovere ad una tempestiva risoluzione del problema. “Il Governo, in persona dell’assessore regionale per l’energia ed i servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro, presente all’audizione, ha rappresentato la piena disponibilità a prevedere misure di sostegno in favore del Comune di Licata per le necessarie attività connesse alla caratterizzazione, messa in sicurezza e smaltimento dei rifiuti residui che ancora oggi insistono nell’area”. Così Angelo Cambiano, deputato regionale licatese del Movimento 5 Stelle, a proposito dell’audizione della IV Commissione, riunitasi per affrontare la questione relativa a rischio di inquinamento provocato dall’incendio dell’impianto di stoccaggio dei rifiuti di contrada Bugiades.
Salute pubblica da tutelare
Importanti dichiarazioni anche dall’Assessore Di Mauro circa l’iter autorizzativo, che ha condotto nel 2018 all’estensione delle tipologie di rifiuti stoccabili nell’area, dallo stesso definito “particolarmente celere”. “Vista l’assoluta importanza dei beni coinvolti, ovvero la salute pubblica e la tutela dell’ambiente, ho ricevuto rassicurazioni circa l’impegno a mantenere alta l’attenzione sul tema, evitando, ad ogni livello istituzionale, approcci riduttivi, approssimativi e superficiali”.
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Il suggerimento
Infine Carmelo Pullara, Presidente regionale della dc e licatese, che intervistato da BlogSicilia commenta.“Suggerisco, quali massime autorità sanitarie delle rispettive comunità, al sindaco di Licata ed al suo assessore alla salute, al pari dei sindaci di Palma, Ravanusa, Campobello, Butera quali capi della salute dei cittadini di chiedere al Presidente Schifani, di interessare gli assessorati salute e territorio ed ambiente congiuntamente al dipartimento protezione civile al fine di delegare all’Asp di Agrigento con risorse aggiuntive anche tramite strutture private uno screening pneumologico nonché ematologico da ripetere a distanza di 6 mesi per 2 anni a tutta la popolazione che vorrà aderire. Non c’è polemica. Non c’è politica!”.